“CRACCO Giorgio LE-GOFF Jacques KELLER Hagen ORTALLI Gherardo, a cura; saggi di Giorgio CRACCO Jacques LE-GOFF Herwig WOLFRAM Walter POHL Tilman STRUVE Ovidio CAPITANI Joachim EHLERS Xosé Luis BARREIRO RIVAS Giuseppe SERGI Hubert HOUBEN Sverre BAGGE Nora BEREND Johannes LILIE Michael TOCH Tilman NAGEL Gert MELVILLE Thomas ZOTZ Michel PAULY Hagel KELLER Franco CARDINI”,”Europa in costruzione. La forza delle identità, la ricerca di unità (secoli IX-XIII).”,”Giorgio Cracco, già direttore del Centro per gli studi italo-germanici in Trento, è ordinario di Storia della Chiesa presso l’università di Torino. Jacques Le Goff dirige l’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. Hagen Keller è professore emerito di Storia medievale presso l’Università di Münster. Gherardo Ortalli è ordinario di Storia medievale presso l’Università di Venezia. La questione della composizione sociale europea in epoca medievale, i processi di trasformazione dei regni, le identità politiche, le radici dell’Europa in costruzione, le società, la vita sociale, le influenze culturali (islam ecc.) Timbro: ‘Associazione Biblioteca La Topaia’”,”STMED-024-FSD”
“CRACCO Giorgio LE-GOFF Jacques KELLER Hagen ORTALLI Gherardo, a cura; saggi di Giorgio CRACCO Jacques LE-GOFF Herwig WOLFRAM Walter POHL Tilman STRUVE Ovidio CAPITANI Joachim EHLERS Xosé Luis BARREIRO RIVAS Giuseppe SERGI Hubert HOUBEN Sverre BAGGE Nora BEREND Johannes LILIE Michael TOCH Tilman NAGEL Gert MELVILLE Thomas ZOTZ Michel PAULY Hagel KELLER Franco CARDINI”,”Europa in costruzione. La forza delle identità, la ricerca di unità (secoli IX-XIII).”,”Giorgio Cracco, già direttore del Centro per gli studi italo-germanici in Trento, è ordinario di Storia della Chiesa presso l’università di Torino. Jacques Le Goff dirige l’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. Hagen Keller è professore emerito di Storia medievale presso l’Università di Münster. Gherardo Ortalli è ordinario di Storia medievale presso l’Università di Venezia. Il volume contiene tra l’altro tre saggi di Jacques Le Goff, Herwig Wolfram e Walter Pohl, intitolati rispettivamente ‘L’«Europa meticcia» del medioevo’, ‘L’«Europa meticcia» dell’alto medioevo’, ‘Varietà etnica nell’«Europa meticcia» dell’alto medioevo (pag 23-72, in totale) “”Le testimonianze principali in merito alla purezza germanica si trovano nei capitolo 2 e 4 della ‘Germania’ di Tacito. Ma che non potessero essere esistiti popoli puri era già stato dedotto logicamente da Seneca nel suo scritto consolatorio ‘Ad Helviam matrem: «Vedrai come genti e popoli interi abbiano trasferito i propri insediamenti da un territorio a un altro» (16). Tuttavia, realmente Tacito assume un punto di vista diverso, riferendosi ai germani? Per nulla (17). Egli dice infatti chei germani dovrebbero essere puri, da un lato, perché nessun abitante delle regioni mediterranee, vale a dire nessun uomo ragionevole, andrebbe a vivere in quel loro terribile paese, per mescolarsi con le popolazioni autoctone. E d’altro canto, poiché le migrazioni avvenivano un tempo via mare, l’«Oceano» l’avrebbe «allora» impedito (18). Tacito da riferimento, con la sua tesi sulle migrazioni, al mito romano di Troia e quindi anche all”Eneide’. Motivo sufficiente per approfondire le origini multietniche di Roma cantate da Virgilio. «Chi siete? Donde venite?»: con queste parole ha inizio il libro VIII del poema. Enea sta risalendo il Tevere con la sua schiera fortemente decimata e la divinità del fiume deve far ristagnare la corrente, in modo che la migrazione possa avvenire in modo ‘classico’, vale a dire per nave. Si fa loro incontro Pallante, figlio dell’eroe locale Evandro, anch’egli esule, giunto via mare da Pallantio. Egli non pone domande solo riguardo la provenienza degli stranieri, ma aggiunge: «recate la pace o l’armi?». Enea gli porge allora un ramo d’ulivo, definisce se stesso e i suoi compagni ‘Troiugenae’ e nemici dei latini, ragione che lo induce a chiedere l’aiuto di Evandro, egli pure in lotta con i latini. E ancora una volta Enea nomina le proprie origini. «Obstipuit tanto percussus nomine Pallas»: nell’udire il nome dello straniero, rimane come colpito da un fulmine (19)”” [Herwig Wolfram, ‘L’«Europa meticcia» dell’alto medioevo’, in ‘AaVv, Europa in costruzione. La forza delle identità, la ricerca di unità (secoli IX-XIII)’, Il Mulino, Bologna, 2007] [(16) Lucio Anneo Seneca, ‘Ad Helviam matrem de consolatione’, in idem, ‘Le consolazioni. A Marcia, Alla madre Elvia. A polibio’, ed: A. Traina, Milano, 1987, p. 144 (7, 1): «Videbis gentes populosque universos mutasse sedem»; (17) In J. Herrmann (ed), Griechische und lateinische Quellen zur Frühgeschichte Mitteleuropas bis zu Mitte des 1. Jahrtausend, II: Tacitus – Germania (Schriften und Quellen der Alten Welt, 37/2, Berlin 1990, pp. 141, 259, (…); (18) Cornelii Taciti, Opera minora, cit, 2, 1; (19) Publio Virgilio Marone, Eneide, VIII, 86-121 e, in particolare, 114 “”Qui genus? Unde domo? Pacemne huc fertis, an arma?»]”,”EURx-353″
“CRACRAFT James PIPES Richard TRUBETZKOY N.S. MASARYK Thomas G. SHIELD KOLLMAN Nancy HELLIE Richard ANISIMOV E.V. GORODETZKY Nadejda DE MADARIAGA Isabel RAEFF Marc RIASANOVSKY Nicholas V. WCISLO Francis William WORTMAN Richard S. PEARSON Thomas S. KAPPELER Andeas THADEN Edward C. KAHAN Arcadius BONNELL Victoria E. HAMBURG Gary M. RIEBER Alfred J. GLICKMAN Rose L. EMMONS Terence STITES Richard ROGGER Hans SCHAPIRO Leonard”,”Major Problems in the History of Imperial Russia.”,”James Cracraft is Professor of History at the University of Illinois at Chicago and a former Fellow of the Russian Research Center, Harvard University. He is the author or editor of numerous works in Russian history, including The Church Reform of Peter the Great and Peter the Great Transforms Russia, a volume in the Heath Problems in European Civilization Series. Professor Cracraft has worked and traveled extensively in Russia, and holds degrees from Georgetown University (BA, MA) and the University of Oxford (PhD). His research has been supported by the National Endowment for the Humanities, the MacArthur Foundation, the American Council of Learned Societies, and the International Research and Exchanges Board, among others. Preface, Introduction, Documents, Conclusion, Notes, Foto, Table,”,”STOx-058-FL”
“CRAIG Gordon A.”,”Il potere delle armi. Storia politica dell’ esercito prussiano.”,”[‘Il fatto che i primi grandi scioperi del periodo bellico – scioperi che, almeno a Berlino, furono causati da penuria di cibo e combustibile – scoppiassero nello stesso mese, indussero Ludendorff ad attribuirne la colpa alternativamente all’influenza della rivoluzione russa di marzo e alla debolezza di Bethmann. “”Il governo””, scrisse più tardi Ludendorff, “”si sta lasciando sfuggire sempre più la direzione dello Stato dalle mani… a favore di gruppi specifici che, storicamente, risultano più distruttivi che costruttivi [nelle loro finalità]””. Posto che fosse ancora necessario qualcosa per rafforzare la determinazione del comando supremo a provocare la disgrazia di Bethmann, ecco che giunse all’uopo la ripresa dell’interesse a negoziati per una pace di riconciliazione. In aprile il partito socialista pubblicò un manifesto in cui, ripetendo i noti argomenti per le riforme politiche all’interno, auspicava anche “”una pace generale senza annessione né indennità sulla base del libero sviluppo internazionale di tutti i popoli””, domandando che il governo rinunciasse “”ai sogni di potenza e all’ambizioso sciovinismo”” e tentasse di avviare negoziati su questa base. Questo documento che fece infuriare tutti i gruppi annessionisti, sollevò pure il comando dell’esercito poiché, in aggiunta alle loro altre ragioni per appoggiare una politica annessionistica, i capi militari capivano ora quanto fosse necessaria la promessa di un bottino per tenere alto il morale delle stanche truppe di prima linea’ (pag 352-353)]”,”GERQ-013″
“CRAIG Gordon”,”Storia della Germania 1866 – 1945. 1. Dalla unificazione alla grande guerra.”,”George Alexander CRAIG è nato a Glasgow nel 1913. Trasferitosi in America in giovane età, ha compiuto gli studi a Princeton. Ha insegnato in alcune delle principali università americane (Yale, Princeton, Stanford), specializzandosi nella storia moderna d’ Europa, e in particolare nella storia della Germania a partire dal 1648. Nel 1981 è stato eletto Presidente dell’ American Historical Association. Fra le sue opere ricordiamo: ‘The Politics of the Prussian Army, 1640-1945’ (1955), ‘Europe since 1815’ (1961), ‘Politics and Diplomacy’ (1966) oltre alla presente ‘Germany 1866-1945’, pubblicata nel 1978 nella serie della Oxford History of Modern Europe.”,”GERx-060″
“CRAIG NATION R.”,”War on war. Lenin, the Zimmerwald Left, and the Origins of Communist Internationalism.”,”CRAIG NATION R. è visiting professor alla Johns Hopkins University School of Advanced International Studies, Bologna Center.”,”INTT-130″
“CRAIG Campbell”,”Glimmer of a New Leviathan. Total War in the Realism of Niebuhr, Morgenthau and Waltz.”,”CRAIG Campbell è senior lecturer in Storia americana e fondatore del programma in diplomazia e relazioni internazionali all’ Università di Canterbury, Nuova Zelanda. E’ autore di ‘Destroying the Village: Eisenhower and Thermonuclear War’ (1998). “”Nel 1946 Morgenthau pubblicò il suo primo libro americano, intitolato ‘Scientific Man vs. Power Politics. Come implicava il titolo, le sue tesi partivano dal lavoro del 1932 di Niebuhr nella sua enfasi sulla distinzione tra la razionalità individuale e l’ irrazionalità collettiva, piuttosto che sulla moralità individuale e l’ immoralità collettiva. Cionondimeno, i loro obiettivi erano simili. Morgenthau come Niebuhr, voleva attaccare l’ ottimismo liberale e marxista, e voleva mostrare come ogni ottimismo falliva al livello di relazioni intergruppo. Il lavoro di Morgenthau su questo fallimento, comunque, era perfino più pessimista di quello di Niebuhr.”” (pag 55)”,”RAIx-183″
“CRAIG Edward”,”Philosophy. A Very Short Introduction.”,”Edward Craig is Knightbridge Professor of Philosophy in Cambridge University, where he is also a Fellow of Churchill College. He has held visiting appointments at the Universities of Hamburg, Heidelberg, and Melbourne. List of Illustrations, Bibliography, Index, A Very Short Introduction 55,”,”FILx-101-FL”
“CRAIG Gordon Alexander”,”The Politics of the Prussian Army, 1640 – 1945.”,”CRAIG Gordon A.: (Glasgow [UK] 13/11/1913 – Portola Valley [USA] 30/10/2005). É stato uno storico liberale scozzese-americano della storia tedesca e della storia diplomatica. Nel 1925 emigra a Toronto, in Canada, con la famiglia e poi in New Jersey. Segue studi in legge per poi passare a storia dopo una conferenza dello storico Walter “”Buzzer”” Hall all’Università di Princeton. Nel 1935 visitò e visse per alcuni mesi in Germania per svolgere ricerche su una tesi che stava scrivendo sulla caduta della Repubblica di Weimar. Questo viaggio segnò l’inizio di un interesse permanente per tutto ciò fosse tedesco. Era, per lui, da comprendere come un popolo che tanto aveva contribuito alla civiltà occidentale, fosse potuto cadere nel nazismo. Laureato in storia all’Università di Princeton; prestò servizio nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti come capitano e nell’Ufficio dei servizi strategici durante la seconda guerra mondiale. Dopo il 1945 Craig lavorò come consulente per l’Agenzia statunitense per il controllo e il disarmo degli armamenti, il Dipartimento di Stato, l’Accademia dell’aeronautica americana e la Divisione storica del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Professore a Princeton U. dal 1950 al 1961 e alla Stanford U. dal 1961 al 1979. Spesso ha ricoperto cattedre in visita presso la Libera Università di Berlino. <> (pg XIII e XV dell’Introduzione dell’Autore; traduz. d. r.).”,”GERQ-001-FSL”
“CRAIG Gordon”,”Storia della Germania 1866 – 1945. II. Dalla rivoluzione fallita al crollo del Terzo Reich, 1918-1945.”,”George Alexander CRAIG è nato a Glasgow nel 1913. Trasferitosi in America in giovane età, ha compiuto gli studi a Princeton. Ha insegnato in alcune delle principali università americane (Yale, Princeton, Stanford), specializzandosi nella storia moderna d’ Europa, e in particolare nella storia della Germania a partire dal 1648. Nel 1981 è stato eletto Presidente dell’ American Historical Association. Fra le sue opere ricordiamo: ‘The Politics of the Prussian Army, 1640-1945’ (1955), ‘Europe since 1815’ (1961), ‘Politics and Diplomacy’ (1966) oltre alla presente ‘Germany 1866-1945’, pubblicata nel 1978 nella serie della Oxford History of Modern Europe. Vuoto di potere nella crisi tedesca del novembre 1918. I socialisti indipendenti erano divisi e indecisi e ricordavano ‘la scombinata banda di giovani briganti dei ‘Masnadieri’ di Schiller’, “”Nel novembre del 1918 parlare di qualcuno che aveva i pieni poteri significava non volersi accorgere che la confusione politica dovuta ai ‘coups’ rivoluzionari, all’abdicazione dei sovrani e, dopo la conclusione dell’armistizio, ossia l’11 novembre, ai disordini causati dalle bande di soldati che vagavano senza capi né disciplina, era così grande che a Berlino era letteralmente impossibile sapere cioè che stava accadendo nella maggior parte del paese. Per il momento Ebert e i suoi colleghi non potevano fare assolutamente nulla per influire sul corso degli eventi né a Monaco né a Braunschweig, e anche a Berlino il loro potere (che, in ultima analisi, derivava da un atto di dubbia correttezza costituzionale, l’assegnazione del concellierato a Ebert da parte del principe Max) era avversato dai Consigli dei soldati e degli operai, dai socialisti indipendenti e dall’unione spartachista. I più terribili tra questi avversari erano gli spartachisti. I Consigli non avevano infatti espresso nessun programma coerente e nessun capo di una qualche importanza, e gli indipendenti erano un partito diviso e, nei momenti critici, indeciso; alla fine di novembre un osservatore olandese, disse infatti a Carl Sternheim che gli ricordavano la scombinata banda di giovani briganti dei ‘Masnadieri’ di Schiller, messo in scena da Max Reinhardt (15). L’Unione spartachista, che nel gennaio del 1919 sarebbe diventata il partito comunista tedesco (KPD), era invece una minaccia più seria perché aveva due dirigenti fuori dell’ordinario, ossia Karl Liebknecht, figlio di uno dei fondatori del partito socialdemocratico, e l’eccezionale rivoluzionaria polacca Rosa Luxemburg. Quest’ultima, una valorosa studiosa di filosofia (Franz Mehring ha definito il suo studio sull’imperialismo «un’opera veramente magnifica, affascinante, senza eguali dalla morte di Marx» (16) merita di essere ricordata soprattutto per la sua capacità di penetrare la natura dell’azione politica (17). Le sue idee si erano formate attraverso l’esperienza della rivoluzione del 1905 e la delusione suscitata in lei dalla socialdemocrazia tedesca, che, secondo la sua opinione, si era allontanata dai compiti legati alla vita reale per dedicarsi esclusivamente al miglioramento dell’organizzazione del partito. La Luxemburg era convinta che le revoluzioni erano fatte dalla spontanea volontà delle masse e che spesso non raggiungevano il loro scopo per l’imprevidenza dei burocrati del partito: una rivoluzione è destinata ed essere «grande e forte finché non la sfasciano i socialdemocratici» (18). Nel 1918, mentre si dedicava alla trasformazione sociale e morale della Germania, vedeva in Ebert il nemico perché lo riteneva la quintessenza del funzionario di partito. E questo suo giudizio era piuttosto acuto. Ebert era infatti stato scelto come capo dell’SPD, quando era morto Bebel nel 1918, per il suo talento amministrativo e perché rappresentava la corrente revisionista che prevaleva all’interno del partito (19). Egli riteneva che la fede di Rosa Luxemburg negli impulsi naturali della classe lavoratrice fosse romantica e potenziamente pericolosa. (…) Ciò non toglie che gli allarmi e le scorrerie causassero danni alla proprietà e perdite di vite umane (21), e che l’incapacità di controllo da parte del governo fosse un doloroso sintomo della possibilità che questa violenza si diffondesse al punto da disgregare totalmente le strutture della società. Di fronte a una possibilità di questo genere Ebert prese quella che, secondo i giudizi sulla sua carriera, eclissò ogni altra sua iniziativa: decise cioè di allearsi contro la minaccia dell’estrema sinistra con il comando supremo dell’esercito. Ma certamente era disposto a farlo anche prima che questa minaccia si manifestasse”” (pag 435-437) [Gordon Craig, ‘Storia della Germania 1866 – 1945. II. Dalla rivoluzione fallita al crollo del Terzo Reich, 1918-1945’, Editori Riuniti, Roma, 1983] [(15) C. Sternheim, ‘Die deutsche Revolution’ (1918) in Gesamtwerke’, ed. W. Enrich, v. VI, Berlino 1966. Questo primo giudizio deriva da un ampio studio del partito, David W. Morgan, ‘The socialist Left and the German Reolution: A History of the German Independent Social Democratic party, 1917-1922’, Ithaca, 1975; (16) F. Mehring, ‘Briefe an Freunde’, Zurigo, 1950, p. 84; (17) Vedi J. P. Nettl, Luxemburg, cit., vol. II, specialmente pp. 544 sgg; (18) H. Arendt, ‘Men in Dark Times’, New York, 1968, p. 52; (19) C.E. Schorske, ‘Social Democracy’, Cambridge, 1955, pp. 123 sgg; (21) Vedi, p. es., il resoconto di un testimone oculare degli avvenimenti sanguinosi all’Oranlenburger Tor del 6 dicembre in ‘Der deutsche Revolution’, cit. pp. 118-119] Seconda guerra mondiale. La vaga ipotesi di un nuovo ordine nazista in Europa “”Nel suo discorso del 3 ottobre 1941 allo Sportpalast, Hitler definì per la prima volta la guerra contro la Russia uno sforzo dell’Europa sotto la guida della Germania. «Nelle file dei nostri soldati tedeschi – egli disse – marciano, facendo causa comune con loro, italiani, finlandesi, ungheresi, romeni, slovacchi e croati; adesso entrano in guerra gli spagnoli, i belgi, gli olandesi, i danesi, i norvegesi e perfino i francesi hanno aderito a questo grande fronte» (80). Da questo sforzo comune contro il comunismo, sembrava sostenere Hitler, sarebbe emersa un’Europa nuova e migliore. L’idea di un Nuovo ordine in Europa era molto in voga nei primi anni della crociata contro la Russia, ed era molto popolare sia presso gli ideologhi dell’NSDAP che presso i simpatizzanti nazisti dell’Europa occidentale, come Pierre Laval in Francia e Anton Mussert in Olanda, che vedevano in essa una ragione e una promessa di progresso. La quantità di retorica che veniva profusa sul Nuovo ordine era impressionante. Il capo della stampa Otto Dietrich, nel corso di una conferenza a Praga, nel 1941, disse che il Nuovo ordine si sarebbe basato «non sul principio di una posizione di privilegio per alcune nazioni, ma sul principio di eguali possibilità per tutte», in un ordinamento delle nazioni «fondato sulla razza ma organicamente costituito» (81). Il principale teorico di questo movimento, il brutale governatore generale della Polonia, Hans Frank, nel corso di una conferenza nell’aula dell’università di Heidelberg nel luglio 1942, tracciò lo schema di un «unito e reciproco cameratismo dei popoli europei (…) una specie di utile compromesso tra gli interessi, le forze e le esigenze dei singoli popoli», liberati dal vecchio predominio delle potenze mondiali anglo-sassoni e tesi a un indipendente e autarchico sviluppo, sotto la protezione del grande Reich tedesco di Adolf Hitler, che avrebbe «promosso in tutti i modi la cultura dell’Europa e dato ai suoi popoli un amichevole appoggio». Il commissario del Reich per l’Olanda occupata, Arthur Seyss-Inquart, parlò di uno ‘Staatenbund’ nel quale sarebbe stata anche concessa ai sudditi degli Stati membri una cittadinanza confederata, che avrebbe dato loro il diritto di operare economicamente e politicamente in ogni luogo della comunità (82). Circolavano persino voci che, riecheggiando il discorso di Hitler, proclamavano: «Oggi le SS si stanno trasformando in un’indissolubile comunità di giovani europei» (83). Non esiste comunque la minima prova che Hitler stesso intendesse dar corpo a queste nebulose asserzioni. L’unica volta in cui egli parlò con una certa chiarezza di questo argomento, in un incontro con i Reichsleiter e i Gauleiter, nel 1943, dette a questi sostenitori di una nuova comunità una risposta piuttosto vaga. Secondo Goebbels, egli dichiarò: «Tutte le sciocchezze sulle piccole nazioni vanno liquidate al più presto. Scopo della nostra lotta deve essere di creare un’Europa unita, e solo i tedeschi possono realmente organizzare l’Europa (…). In pratica, noi siamo oggi l’unica potenza del continente europeo capace di governare (…). Il Führer esprimeva così la sua incrollabile convinzione che il Reich avrebbe dominato tutta l’Europa» (84). Queste frasi erano di scarsa consolazione per i collaborazionisti, come, ad esempio, Laval, il quale riteneva che la Francia, «da sempre il paese dell’intelligenza», avrebbe avuto una posizione privilegiata nel nuovo ordinamento (85), o come Erik Scavenius, al quale era dovuta l’entrata della Danimarca nel patto anticomintern, e che sembrava credere che l’affinità della razza nordica con la potenza dominante avrebbe dovuto avere un certo peso» (86). Ma in un’Europa riorganizzata da un Hitler trionfante, la Germania non avrebbe avuto pari e anche l’altro socio dell’Asse non poteva sperare di essere altro che uno Stato satellite. In attesa della futura vittoria, Hitler non fece alcun tentativo di dare un assetto razionale al continente e il tipo di controllo imposto dai tedeschi variava da paese a paese. Era esercitato nella sua forma più indiretta, pur conservando sempre un certo peso, nei paesi ancora neutrali, come la Spagna, il Portogallo, la Svizzera, la Svezia e la Turchia; e finché le sorti della guerra non si volsero definitivamente contro la Germania, i governi di questi paesi furono costretti a procedere con cautela, evitando di suscitare la disapprovazione del Führer, cosa che li privò completamente del controllo della propria politica. Infatti, quali che fossero le loro simpatie, non gli era consentito di aderire alla richiesta degli Alleati di ridurre le consegne alla Germania di materiali come, ad esempio, il tungsteno e il cromo. Nel 1941 l’Italia, i tre Stati danubiani, Ungheria, Romania e Bulgaria, e la Finlandia erano tutti Stati indipendenti, alleati della Germania, sebbene nei primi due casi l’indipendenza apparisse molto fragile. Infatti, quando, nel dicembre 1940, Mussolini chiese aiuto a Hitler per superare le difficoltà in Grecia e in Africa, il Führer glielo concesse ma a condizione che da quel momento in poi i funzionari tedeschi avessero voce in capitolo nel determinare le esigenze dell’Italia. Nel 1941 si verificò una progressiva penetrazione nel paese dei tecnici, consiglieri militari e economisti tedeschi, e di agenti della Gestapo. Inoltre, poco tempo dopo, l’arrivo in Sicilia di un distaccamento della Luftwaffe, gettò le basi di quella che, dopo la caduta di Mussolini nel 1943, divenne un’occupazione militare (87). Molto simile fu il destino dell’Ungheria”” (pag 794-796) [Gordon Craig, ‘Storia della Germania 1866 – 1945. II. Dalla rivoluzione fallita al crollo del Terzo Reich, 1918-1945’, Editori Riuniti, Roma, 1983] [(81) G. Wright, Total War, cit. p. 140; (82) H.A. Jacobsen, Der Zweite Weltkrieg, cit, pp. 189-193; (3) Le Waffen-SS che, note come guardie private di Hitler, furono integrate dopo il 1933 dalla creazione delle Squadre di azione politica, che dirigevano i campi di dissidenti, e dai Distaccamenti delle Teste di Morto,che dirigevano i campi di concentramento, dopo il 1940 aumentarono rapidamente di numero al punto di diventare, contrariamente all’iniziale concetto del Führer, una quarta sezione della Wehrmacht. Ma intanto i principi di omogeneità razziale che erano stati alla base dell’organizzazione avevano perso a poco a poco la loro importanza, così che, nel 1945, nessuna delle 38 divisioni era esclusivamente tedesca, e almeno la metà erano composte di stranieri. Vedi G. Stein, Waffen SS, cit-, pp. 138 sgg., 168 sgg.; (84) ‘The Goebbels Diaries, 1942-1943’, ed. e trad. da Louis P. Lochner, New York, 1948; p. 357; (85) Vedi il suo discorso alla radiodel 20 aprile 1942 in H.A. Jacobsen, ‘Der Zweite Weltkrieg’, cit, pp. 187 e sgg.; Nel settembre 1942 egli disse: «Sfido chiunque (e l’ho già detto ai tedeschi) a costruire un’Europa solida, articolata e vitale senza il consenso della Francia» (G. Warner, ‘Laval’, Londra, 1968, p. 295; (86) Sul rifiuto da parte del popolo danese della politica collaborazionista di Scavenius vedi R. Petrov, ‘Bitter Years’, New York, 1974, pp. 190-196; (87) E. Wiskemann, ‘Rome-Berlin Axis’, cit, pp. 284 sgg.]”,”GERx-001-FAP”
“CRAIK W.W.”,”A short history of the modern british working-class movement.”,”Albert BELLAMY è un ex-presidente della National Union of Railwaymen.”,”MUKx-104″
“CRAINZ Guido”,”Storia del miracolo italiano. Culture, identità, trasformazioni fra anni cinquanta e sessanta.”,”Tambroni e il luglio 1960 (pag 169) I “”giovani dalle magliette a strisce”” (pag 180) CRAINZ Guido (Udine, 1947) è docente di storia contemporanea di scienze delle comunicazione dell’Università di Teramo. “”Il trend degli iscritti della Cgil – sempre considerando il solo settore industriale – ha lo stesso andamento. Il calo progressivo e drastico di essi nel corso degli anni cinquanta tocca il punto più basso nel 1959; si risale poi sino a superare ancora la soglia di un milione nel 1963-64, e questa soglia sarà superata ancora solo a partire dal 1969. Spostiamoci alla categoria che in questi anni diventa centrale, quella dei metalmeccanici. La Fiom-Cgil scende a meno di 200 000 iscritti nel 1959 per poi risalire sino ai 292 000 del 1963: dato superato solo nel 1969, quando gli iscritti della Fiom raggiungono i 327 000. Dati ancor più significativi vengono dalla organizzazione di categoria della Cisl, la Fim, che viene a svolgere il ruolo sempre più importante nella trasformazione del sindacato cattolico. La “”capitale”” di ‘questa’ Fim è Milano: nell’insieme della provincia essa passa dai 10 846 iscritti del 1959 ai 29 857 del 1963″”. (pag 190)”,”ITAS-135″
“CRAINZ Guido”,”Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta.”,”CRAINZ Guido insegna storia contemporanea nella Facoltà di scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Ha studiato la società rurale in età contemporanea, il rapporto tra mass media e storia; la transizione del fascismo al post fascismo e all’Italia repubblicana, la questione dell’Istria.”,”ITAS-145″
“CRAINZ Guido”,”Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni ottanta.”,”Guido Crainz (Udine 1947) è docente di Storia contemporanea nella facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Ha dedicato diversi studi alla società rurale in età contemporanea, al rapporto fra mass media e storia, alla transizione dal fascismo al posto fascismo e all’Italia repubblicana. Fra i suoi volumi: Padania, Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne, Storia del miracolo italiano, L’Italia repubblicana. Fra il miracolo economico e i primi anni ottanta il paese è attraversato da sommovimenti profondi che coinvolgono economie e culture, produzioni e consumi, soggetti sociali e immaginari collettivi.”,”ITAE-037-FL”
“CRAINZ Guido”,”Storia del miracolo italiano. Culture, identità, trasformazioni fra anni Cinquanta e Sessanta.”,”Guido Crainz (Udine 1947) è docente di Storia contemporanea nella facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo. Ha dedicato diversi studi alla società rurale in età contemporanea, al rapporto fra mass media e storia, alla transizione dal fascismo al posto fascismo e all’Italia repubblicana. Fra i suoi volumi: Padania, Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne, Storia del miracolo italiano, L’Italia repubblicana. Fra il miracolo economico e i primi anni ottanta il paese è attraversato da sommovimenti profondi che coinvolgono economie e culture, produzioni e consumi, soggetti sociali e immaginari collettivi.”,”ITAE-038-FL”
“CRAINZ Guido”,”L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia.”,”””Lisa Foa, Enzo Forcella e Paolo Murialdi, tre giovani del ’45’ (in apertura) “”Che Italia era quella che usciva da vent’anni di fascismo, da una guerra devastante, dall’occupazione nazista e da una Resistenza che è stata anche una guerra civile?”” Guido Crainz insegna Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo. Fra i suoi libri pubblicati da Donzelli: ‘Padania’ (1994), ‘Storia del miracolo italiano’ (1996), ‘Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa’ (2005). Altri editori: ‘L’Italia repubblicana’ (Giunti, 2000). Con Enzo Forcella ha pubblicato ‘Millecinquecento lettori. Confessioni di una giornalista politico’ (Donzelli, 2004) Italia “”terra di nessuno”” in una “”guerra totale”” “”Al carattere di «guerra totale» contribuiscono in maniera decisiva anche i nazisti in ritirata, con una distruzione sistematica degli spazi urbani e del territorio volta a lasciare «terra bruciata» agli Alleati, per citare un’ordinanza della Wehrmacht del 18 settembre 1943. Con un crescendo di ferocia che culmina in un susseguirsi di stragi ed è alimentato dalla volontà di vendicarsi degli italiani «traditori»: «è vietato qualunque atto di riguardo nei confronti delle popolazioni», ammonisce ancora la Wehrmacht. Con massicce requisizioni di viveri: «nei prossimi giorni la campagna deve essere completamente depredata di carni e ortaggi (…) è severamente proibito consumare provviste tedesche» (6). Di qui, anche, molte uccisioni di contadini e pastori che tentano semplicemente di difendere i loro animali. Di qui, infine, il susseguirsi di rastrellamenti di miglaia di persone destinate al lavoro coatto in Germania. A monte dell’insurrezione napoletana delle «quattro giornate» vi è questo crescendo di violenze contro persone e cose, sino all’ordine di evaquazione della fascia costiera del 23 settembre – un esodo disperato di 200.000 donne e uomini – e i rastrellamenti massicci di giovani, in base al bando di lavoro obbligatorio dello stesso giorno (7). Oltre 660 sono le vittime dell’insurrezione (8), di cui la Gribaudi ha ricostruito dinamiche e logiche intrecciando in maniera avvincente testimonianze orali e documenti d’archivio. E facendoci cogliere bene le ferocie naziste e fasciste che fanno esplodere la rivolta e innescano poi vendette e drammatiche ritorsioni: sino al linciaggio del segretario del fascio di Ponticelli, un quartiere ove i nazisti avevano appena compiuto una strage e operato massicci rastrellamenti”” (pag 13-14) [(6) G. Gribaudi, Guerra totale, Bollati Boringhieri, Torino, 2005, pp. 316 sgg; ‘Terra bruciata. Le stragi naziste sul fronte meridionale, a cura di G. Gribaudi, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2003; (7) Gribaudi, Guerra totale, cit., pp. 193 sgg]”,”ITAS-240″
“CRAIPEAU Yvan”,”Le mouvement trotskyste en France. Des origines aux enseignements de mai 68.”,”CRAIPEAU Yvan La questione tedesca. “”‘L’opposition de gauche jette l’alarme’. Au contraire, l’opposition de gauche jette l’alarme depuis 1930. Le 12 décembre 1931, ‘la Vérité’ est tout entière consacrée à une étincelante polémique de Trotsky. ‘Le clef de la situation est en Allemagne’. Trotsky écrit: “”Sur le fond de la politique mondiale, qui est loin d’être pacifique, la situation en Allemagne se détache nettement””. (pag 61)”,”TROS-223″
“CRAIPEAU Yvan”,”Le mouvement trotskyste en France. Des origines aux enseignements de mai 68.”,”En 1946, alors que je venais d’etre élu Secrétaire Général du Parti Communiste Internationaliste, la direction du Parti m’avait chargé d’écrire l’histoire du mouvement ‘trotskyste’.”,”FRAP-002-FL”
“CRAIPEAU Yvan”,”Ces Pays que l’on dit socialistes. La face cachée du capitalisme.”,”Avant-propos, note, conclusions,”,”EURC-054-FL”
“CRAIPEAU Yvan”,”Mémoires d’un dinosaure trotskyste. Secrétaire de Trotsky en 1933.”,”Né à La Roche-sur-Yon en 1911, Yvan craipeau a traversé deux guerres mondiales, la guerre d’Indochine et celle d’Algérie, ainsi que d’innombrables bouleversements. Militant trotskyste depuis 1929, dirigeant de ce mouvement depuis 1930, puis du Parti Socialiste Unifié, il espérait que la révolution socialiste libèrerait l’humanitè. Rêve de dinosaure? Comment ce petit vendéen-a-t-il pu vivre ainsi la tête dans les étoiles? avoir le culot de contester Trotsky sur la nature de l’URSS? survivre à la Gestapo et aux staliniens? Note, Noms cités, Liste des noms de personnes citées dans l’ouvrage dont une notice biographique,”,”TROS-072-FL”
“CRAIUTU Aurelian”,”Le Centre introuvable. La pensée politique des doctrinaires sous la Restauration. (Tit.orig.: Liberalism under Siege: The Political Thought of the French Doctrinaires)”,”””In ne suffit pas d’être un homme, il faut être un système”” (Balzac) (pag 60) mettere in zz CRAIUTU Aurelian, di origine romena, è laureato in scienze politiche univ. di Princeton. Insegna filosofia nell’Università dell’Indiana (Bloomington).”,”FRAD-089″
“CRAMPTON R.J.”,”August Bebel and the British Foreing Office.”,”Iniziativa individuale di Bebel ‘Angst non mancò di sottolineare a Grey che ora Bebel era pronto a collaborare con il Foreign Office fino al punto da dare indicazioni pratiche sulle azioni da intraprendersi’ (pag 7 scheda) ‘Bebel era ormai pronto a rivelare ad Angst e al Foreign Office di Londra tutto quello che veniva a sapere a Berlino, “”non importa quanto potesse essere confidenziale”” (pag 8, scheda)”,”BEBx-001-FC”
“CRANE Stephen”,”Maggie.”,”pag XIV-XV romanzo di guerra “”Nella sua seduta di Filadelfia il Congresso aveva votato una legge grazie alla quale la nostra contrada nel Wyoming aveva diritto a due compagnie di fanteria per difendersi dagli indiani, a patto che provvedesse da sé a levare gli uomini ed armarli. Non era poi un gran regalo, ma perché prendersela col Congresso? Anzi, c’era da essere contenti se tutti quei signori che si tenevano le falde della giacca in mano, in attesa di andarsene a Baltimora, avevano trovato il modo di pensare a noi. Però, appena le nostre due compagnie furono istruite, equipaggiate e pronte a difendere la colonia, ricevettero l’ordine di trasferirsi nel Jersey e di unirsi al generale Washington. E’ questo il servizio che ci fece il Congresso per proteggerci: in quella vallata del Wyoming addentrata per sessanta miglia nella foresta, restavano soltanto le case di legno con le madri, le ragazze, i bambini. Alle nostre proteste il Congresso replicò seccato con un’altra generosa disposizione: formassimo un’altra compagnia di fanteria a Westmoreland per la difesa della città e che detta compagnia si procurasse armi, munizioni e coperte. Anche gente piena di spirito come eravamo noi non poteva ridere di questo bello scherzo””. (pag 87)”,”VARx-286″
“CRANKSHAW Edward”,”Krusciov.”,”L’A è nato a Londra nel 1909 ed è stato educato a Stortford. Arruolato nella Territorial Army, ha prestato servizio dal 1941 al 1943 con la British Military Mission in Russia guadagnandosi il grado di tenente colonnello nel 1945. Nella qualità di esperto più qualificato degli affari russi è ritornato molte volte in URSS.”,”RUSU-067″
“CRANKSHAW Edward”,”Otto Von Bismarck. E la nascita della Germania moderna.”,”CRANKSHAW Edward giornalista noto internazionalmente, si è occupato per due decenni di questione sovietiche per l’Observer. E’ stato studioso di problemi di storia. Ha scritto pure la biografia di Maria Teresa d’Austria. “”Prima ancora che la pace tra Francia e Germania fosse firmata Disraeli espose alla Camera dei Comuni di Londra una delle sue brillanti e profetiche intuizioni: “”Questa guerra rappresenta la rivoluzione tedesca, un evento politico maggiore della rivoluzione francese nel secolo scorso (…) se non maggiore o anche uguale, certamente un evento sociale (…). E’ nato un nuovo mondo, con nuove forze, in azione; ci sono cose, pericoli nuovi e sconosciuti con cui misurarsi, attualmente avvolti in quella oscurità che è propria degli avvenimenti ancora in corso… Ma in fondo che cosa è accaduto in Europa? L’equilibrio di potere è andato completamente distrutto”” (2). Lo stesso pensiero, anche se più brutalmente, fu espresso all’ambasciatore austriaco a Berlino da un conoscente prussiano in risposta a una frase con cui il diplomatico si era detto preoccupato per il futuro equilibrio europeo: “”Noi, con il nostro milione di soldati, siamo l’equilibrio del futuro”” (3). Lo stesso Bismarck, con tutta la sua tranquilla autorità, per il resto della sua carriera apparve ai contemporanei avvolto come da una luminosa aureola, del “”ferrigno splendore di un milione di baionette”” (pag 316) [(2) Disraeli alla Camera dei Comuni, 9 febbraio 1871; (3) Helmut Böhme, Deutschlands Weg Zur Grossmacht, Colonia, 1966, p. 16; (4) Ivi, p. 25]”,”GERx-126″
“CRANKSHAW Edward”,”Otto Von Bismarck. E la nascita della Germania moderna.”,”CRANKSHAW Edward giornalista noto internazionalmente, si è occupato per due decenni di questione sovietiche per l’Observer. E’ stato studioso di problemi di storia. Ha scritto pure la biografia di Maria Teresa d’Austria. “”Prima ancora che la pace tra Francia e Germania fosse firmata Disraeli espose alla Camera dei Comuni di Londra una delle sue brillanti e profetiche intuizioni: “”Questa guerra rappresenta la rivoluzione tedesca, un evento politico maggiore della rivoluzione francese nel secolo scorso (…) se non maggiore o anche uguale, certamente un evento sociale (…). E’ nato un nuovo mondo, con nuove forze, in azione; ci sono cose, pericoli nuovi e sconosciuti con cui misurarsi, attualmente avvolti in quella oscurità che è propria degli avvenimenti ancora in corso… Ma in fondo che cosa è accaduto in Europa? L’equilibrio di potere è andato completamente distrutto”” (2). Lo stesso pensiero, anche se più brutalmente, fu espresso all’ambasciatore austriaco a Berlino da un conoscente prussiano in risposta a una frase con cui il diplomatico si era detto preoccupato per il futuro equilibrio europeo: “”Noi, con il nostro milione di soldati, siamo l’equilibrio del futuro”” (3). Lo stesso Bismarck, con tutta la sua tranquilla autorità, per il resto della sua carriera apparve ai contemporanei avvolto come da una luminosa aureola, del “”ferrigno splendore di un milione di baionette”” (pag 316) [(2) Disraeli alla Camera dei Comuni, 9 febbraio 1871; (3) Helmut Böhme, Deutschlands Weg Zur Grossmacht, Colonia, 1966, p. 16; (4) Ivi, p. 25]”,”GERQ-002-FV”
“CRANKSHAW Edward”,”Il tramonto di un impero. La fine degli Asburgo.”,”E. Crankshaw giornalista di fama internazionale si è occupato di questioni sovietiche per il quotidiano The Observer. E’ autore di molti volumi e biografie tra cui ‘Maria Teresa d’Austria’.”,”AUTx-052″
“CRAVER Earlene”,”The Third Generation: The Young Socialists in Italy, 1907-1915.”,”CRAVER Earlene”,”MITS-391″
“CRAVERI Piero”,”La democrazia incompiuta. Figure del ‘900 italiano.”,”Piero CRAVERI è docente di storia contemporanea e attualmente preside della Facoltà di Lettere dell’ Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha pubblicato un volume su ‘La Repubblica, 1958-1992′ nella Storia d’ Italia della UTET. “”A Mosca (Di Vittorio, ndr) partecipò, quale componente della delegazione italiana, tra il luglio e il settembre 1928, ai lavori del sesto congresso del Comintern e si applicò anche ad altre attività organizzative e di propaganda, facendo parte, con Misiano, Gennari e Miglioli per l’ Italia, del Soccorso operaio internazionale e delle sue iniziative di difesa e aggregazione antifascista””. (pag 149)”,”ITAP-080″
“CRAVERI Marcello”,”La vita di Gesù.”,”CRAVERI Marcello (Torino, 1914) è stato insegnante di lettere. Autore di testi scolastici e saggi vari (v. 4° copertina) Giovanni Battista e Gesù Cristo. “”Il tentativo di Matteo di far apparire Giovanni soltanto come uno strumento, che riconosce subito in Gesù l’ atteso Salvatore e si mostra persino reticente a battezzarlo, non è appoggiato dagli altri evangelisti (…). Come mai Giovanni, se ha riconosciuto la messianità di Gesù, non si è fatto cristiano, ma ha continuato a predicare per conto suo? E’ inconfondibile, quindi, l’ adesione di Gesù al Battista, e non viceversa. In certo qual modo – è stato giustamente rilevato – il cristianesimo è nato addirittura “”come una scheggia staccatasi dalla setta di Giovanni””. La quale setta, difatti, continuò dopo la morte di Giovanni e anche dopo la diffusione del cristianesimo, col nome di Mandei, mentre i primi cristiani si riserveranno il nome di Nazarei, con ui però già i seguaci di Giovanni designavano se stessi nelle loro scritture. Fu proprio il Battista a dare a Gesù la coscienza della sua missione: questi lo ascoltò e volle farsi suo discepolo, attirato da un interesse già più ardente che tutti gli altri per quel regno di giustizia che Giovanni predicava imminente.”” (pag 70-71)”,”RELC-214″
“CRAVERI Marcello”,”Un uomo chiamato Gesù.”,”CRAVERI Marcello (Torino, 1914) è stato insegnante di lettere. Ha scritto ‘Vangeli apocrifi’ ‘Sante e streghe’ ‘Vita di Gesù’. “”Il sabato (in ebraico shabbath) deriva quasi certamente dal babilonese ‘shabattu’, il giorno festivo della luna piena, ma perdutosi il ricordo di tale origine gli Ebrei lo collegavano alla loro tradizione biblica: il sabato rievocava, cioè, il settimo giorno di riposo concessoci da Dio dopo la creazione (Gen. 2,2-3). Esso si trova menzionato la prima volta nelle pagine dell’ Esodo come una tappa proposta da Mosè agli Ebrei durante la marcia nel deserto. Subito dopo, il suggerimento di Mosé si traduce in una precisa disposizione legale, con la minaccia della pena di morte per chi la trasgredisca (…), e si porta l’ esempio del boscaiolo fatto lapidare da Mosè ed Aronne per essere stato sorpreso a tagliare legname di sabato (…). Fu appunto contro questi eccessi che Gesù si batté con calore, dimostrando la futilità di quel conformismo. Ma l’ abitudine era così saldamente radicata nel cuore dei suoi connazionali che Gesù non riuscì a sopprimerla. Dopo la sua morte ci vollero due secoli prima che i cristiani di origine ebraica si convincessero a rinanciarvi. E ad ogni modo ciò fu possibile soltanto sostituendola con la domenica, il giorno della resurrezione di Gesù. Ma ne ha distorta l’ intenzione, dedicandola ‘non’ al riposo ma alla partecipazione ai riti religiosi””. (pag 72-73)”,”RELC-215″
“CRAVERI Piero QUAGLIARIELLO Gaetano a cura; saggi di Tiziano BONAZZI David W. ELLWOOD Victor ZASLAVSKY Massimo TEODORI Elena AGA-ROSSI e Giovanni ORSINA Andrea GUISO Christine VODOVAR Gloria GABRIELLI Vera CAPPERUCCI Daniela SARESELLA Giorgio RUMI Eugenio CAPOZZI Emanuela SCARPELLINI Vladislav ZUBOK Lev GUDKOV Philippe BUTON e Gaetano QUAGLIARIELLO Lorenzo RIBERI Lucia BONFRESCHI Maria Elena CAVALLARO Boris DUBIN”,”L’ antiamericanismo in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra.”,”Saggi di Tiziano BONAZZI David W. ELLWOOD Victor ZASLAVSKY Massimo TEODORI Elena AGA-ROSSI e Giovanni ORSINA Andrea GUISO Christine VODOVAR Gloria GABRIELLI Vera CAPPERUCCI Daniela SARESELLA Giorgio RUMI Eugenio CAPOZZI Emanuela SCARPELLINI Vladislav ZUBOK Lev GUDKOV Philippe BUTON e Gaetano QUAGLIARIELLO Lorenzo RIBERI Lucia BONFRESCHI Maria Elena CAVALLARO Boris DUBIN CRAVERI insegna storia contemporanea all’ Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, QUAGLIARIELLO insegna storia delle relazioin internazionali e storia e teoria dei partiti politici e gruppi di pressione alla LUISS Guido Carli di Roma. “”A conferma della trasparenza delle intenzioni romane, “”La Civiltà Cattolica’ può addurre la linearità delle posizioni pontificie, ben rappresentate dalla corrispondenza tra Pio XII e Roosevelt, testé pubblicata. Il papa vuole che la pace sia “”vera, giusta, onorevole e duratura””, insomma la ‘paix juste et durable’ additata dal suo grande predecessore Benedetto XV, sin dal 1° agosto 1917. Al tempo stesso, Pacelli può ricordare che, in occasione dell’attacco nazista all’URSS, non una parola fu pronunciata dal successore degli Apostoli in favore dell’aggressione. Le sue scelte erano e sono di carattere morale, per la salvaguardia di libertà ed autentici diritti personali e sociali. Questo collocarsi al di sopra dell’orizzonte degli “”interessi””, per attingere alla sfera dei valori permette al periodico gesuita di evitare queste, almeno dal 1948, tentazioni ancillari nei confronti della politica statunitense, riservandosi sempre piena autonomia di giudizio e particolare riguardo per il posto ed il ruolo dell’Italia nello schieramento occidentale. Il piano Marshall, e gli aiuti americani, “”rispondono a evidenti interessi d’ambo le parti””, mentre è innegabile che la giovane repubblica nostra ha fatto qualche “”sacrificio di una piena indipendenza nazionale””. Ma l’obiettivo comune resta: “”un’Europa economicamente unita ed economicamente libera””.”” (pag 312)”,”EURx-238″
“CRAVERI Piero”,”Genesi di una costituzione. Libertà e socialismo nel dibattito costituzionale del 1848 in Francia.”,”CRAVERI Piero è professore ordinario di storia delle istituzioni parlamentari presso l’Università di Napoli. Consulente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana, presidente del Crel, l’Ufficio studi della UIL, consigliere regionale della Campania. Ha scritto ‘Sindacato e istituzioni nel dopoguerra’ (1977). “”Tra i giudizi sulle elezioni dell’aprile ’48 vale la pena citare quello di Marx ne ‘Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850’ (in Opere scelte, Roma, 1966) a p. 395: “”Il 4 maggio si riunì l’Assemblea nazionale uscita dal suffragio universale diretto. Il suffragio universale non possedeva la forza magica che gli avevano attribuito i Repubblicani di vecchio stampo. In tutta la Francia e per lo meno nella maggioranza dei francesi, essi vedevano dei citoyens con gli stessi interessi, le identiche vedute, ecc. Questo era il loro culto del popolo. Invece del loro popolo immaginario, le elezioni trassero alla luce del giorno il popolo vero, cioè i rappresentanti delle diverse classi in cui esso si divide. Abbiamo veduto le ragioni per cui i contadini e i piccolo borghesi dovevano votare sotto la direzione della borghesia impaziente di combattere e dei grandi proprietari fondiari anelanti alla restaurazione. Ma se il suffragio universale non era la miracolosa bacchetta magica che pensavano i valentuomini repubblicani, possedeva però il merito incomparabilmente più grande di scatenare la lotta di classe, di costringere i differenti strati medi dela società borghese a superare rapidamente le loro illusioni e le loro delusioni, di spingere di un colpo tutte le frazioni delle classi sfruttatrici alla sommità dello Stato e così strappar loro la maschera dell’ipocrisia, mentre la monarchia col suo sistema censitario comprometteva solo determinate frazioni della borghesia e lasciava le altre nascoste dietro le quinte, circondandole dell’aureola di una opposizione collettiva”””” [Piero Craveri, Genesi di una costituzione. Libertà e socialismo nel dibattito costituzionale del 1848 in Francia, 1985] (pag 63) “”Il movimento socialista rivoluzionario nel 1848 pone il suo fondamento organico in un fatto sociale e disegna una parabola politica senza obiettivi costituzionali, configurando questi ultimi come espressione transeunte dell’ideologia liberal-borghese dello Stato (1)””. (1) Questa impostazione la troviamo già in Saint-Simon, ‘Vues sur la proprieté et la législation’, (Paris, 1832), p. 225: “”La loi que constitue les pouvoirs et la ‘forme’ du gouvernement n’est pas aussi importante et n’a pas autant d’infliuence sur le bonheur des nations que celle qui constitue les propriétés et qui en règle l’exercise… la constitution de la propriété est le fond””. Diviene poi un ‘leit motiv’ tra i socialisti dopo il ’48: Marx riassume efficacemente questo punto di vista in tutte le sue motivazioni, in ‘Le lotte di classe in Francia…’ (p. 530): “”Se in ogni palpito della vita sociale la borghesia vedeva un pericolo per la “”calma””, come poteva voler conservare, alla testa della società, il regime della irrequietezza, il suo proprio regime, il regime parlamentare, questo regime che, secondo la espressione di uno dei suoi oratori, vive nella lotta e per la lotta? Il regime parlamentare vive della discussione: come può proibire la discussione? Il regime parlamentare rimette tutto alla decisione della maggioranza, come le grandi maggioranze non dovrebbero voler decidere al di fuori del parlamento? Se alla sommità dell’edificio dello Stato si suona il violino, come non aspettarsi che quelli che stanno in basso si mettano a ballare? Tacciando dunque di eresia “”socialista”” ciò che prima aveva esaltato come “”liberale””, la borghesia confessa che il suo proprio interesse le impone di sottrarsi al pericolo dell’autogoverno; che per mantenere la calma del paese deve anzitutto esser ridotto alla calma il suo parlamento borghese”””” [Piero Craveri, Genesi di una costituzione. Libertà e socialismo nel dibattito costituzionale del 1848 in Francia, 1985] (pag 64)”,”QUAR-081″
“CRAVERI Piero QUAGLIARIELLO Gaetano a cura; saggi di Gloria GABRIELLI Giovanni CERCHIA Michele AFFINITO Elena AGA ROSSI Maria Teresa GIUSTI Luciano ZANI Lev GUDKOV Cosima NASSISI Emmanuela SCARPELLINI Giovanni ORSINA Vera CAPPERUCCI Gaetano QUAGLIARIELLO Roberto CHIARINI Alessandro MASTROROCCO Fabio GRASSI ORSINI Gerardo NICOLOSI Luca POLESE REMAGGI Christine VODOVAR Andrea GUISO Marilisa MEROLLA Boris DUBIN”,”La seconda guerra mondiale e la sua memoria.”,”saggi di Gloria GABRIELLI Giovanni CERCHIA Michele AFFINITO Elena AGA ROSSI Maria Teresa GIUSTI Luciano ZANI Lev GUDKOV Cosima NASSISI Emmanuela SCARPELLINI Giovanni ORSINA Vera CAPPERUCCI Gaetano QUAGLIARIELLO Roberto CHIARINI Alessandro MASTROROCCO Fabio GRASSI ORSINI Gerardo NICOLOSI Luca POLESE REMAGGI Christine VODOVAR Andrea GUISO Marilisa MEROLLA Boris DUBIN”,”ITAR-189″
“CRAVERI Marta”,”Resistenza nel Gulag. Un capitolo inedito della destalinizzazione in Unione Sovietica.”,”Marta Craveri (Roma, 1965) ha svolto la propria attività di ricerca in storia sovietica in diverse istituzioni europee e statunitensi. Negli ultimi dieci anni ha lungamente soggiornato in Russia e in Ucraina, dove ha portato a termine ricerche d’archivio e di storia orale. Nel 2000 ha conseguito il Dottorato di ricerca presso il dipartimento di Storia e Civiltà dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole. Attualmente vive a Roma e lavora presso la Luiss Guido Carli in qualità di consulente. “”Il lager è una scuola di vita negativa, in tutto e per tutto, sotto ogni punto di vista. Nessuno ne riporterà mai qualcosa di utile o di proficuo. Ogni minuto della vita in un lager è un minuto avvelenato. Varlam Salamov, La croce rossa, 1959″””,”RUSS-073-FL”
“CRAVERI Piero; a cura di Giuseppe GALASSO”,”La repubblica dal 1958 al 1992. Storia d’Italia. Volume ventiquattresimo.”,”””Longo, nella sua relazione al XII Congresso (del PCI, ndr), aveva ripreso uno spunto del ‘Manifesto dei comunisti’ di Marx ed Engels, in cui si affermava che «i comunisti non erigono principi particolari sui quali vogliono modellare il movimento proletario», per concludere a sua volta che «sono non marxiste, non leniniste, quelle tendenze che respingono tutto ciò che non corrisponde a schemi prefissati, anzichè considerare ogni cosa come un dato oggettivo della realtà, per farne un elemento costitutivo della propria azione, volta a trasformare la società» (1)”” (pag 401) (1) Relazione di Longo in ‘XII Congresso del Partito Comunista Italiano’, p. 30″,”ITAP-037-FV”
“CRAVERI Piero a cura, Articoli di Gerardo MOMBELLI Pier Virgilio DASTOLI Jean Victor LOUIS Daniela PIANA Malte LOHAN Giorgio NAPOLITANO Guido BODRATO, ed altri”,”2004 Quaderni Europei. Dossier, giugno 2003.”,”Piero Craveri, Direttore responsabile di Quaderni Europei.”,”EURx-111-FL”
“CRAWFORD Ted PUTKOWSKI Julian BIRCHALL Ian RADEK Karl RAKOVSKY Christian (RAKOVSKIJ) ADAM Rémi JOSSIFORT Tico PUTKOWSKI Julian RENTON David HALLAS Duncan”,”Mutiny. Disaffection and Unrest in the Armed Forces.”,”Contiene il capitolo: ‘The Enigma of Kersausie: Engels in June 1848 (pag 25-50) Sull’ammutinamento e la rivolta dei marinai della corazzata Potemkin (1905): Articolo di Christian Rakovsky ‘The Origins of the Potemkin Mutiny (1905)’ (pag 65-74) Sulla rivolta dei marinai francesi della flotta del Mar Nero (1918): Articolo di Tico Jossifort, ‘The Revolt at Radimir. The Black Sea Revolt’ (pag 99-115). I. “”The Black Sea Revolt. I. Sailors in Revolt Seize the Battleship France””; II. “”The Sailors of the ‘Waldeck-Rousseau’ Were Pretending to Prepare a Banquet””, III. “”‘Boys! Sing the ‘Madelon’ if You Like, But Not the Internationale!'”” Marxists and Military Thinking. (pag 22-24) “”In subsequent years, Engels put his military training to practical use, taking on active part in the armed popular uprising against the Prussian armies in Elberfeld, close to his home town of Barmen, and later in Baden and the Palatinate.When the revolt was defeated, he escaped across the border to Switzerland, and then joined Marx in London. In the subsequent years, he would analyse contemporary military affairs and historical questions of force and violence in history. Gilbert Achcar informs us that Engels’ articles on the European uprisings were so good, that Wilhelm Liebknecht later reported that the pieces on Hungary were “”attributed to a high-ranking officer in the Hungarian army””, just as, 10 years later, Engels’ pamphlets published unsigned in Berlin, ‘The Po and the Rhine’ (1859) and ‘Savoy, Nice and Rhine’ (1860); were to be attributed to some Prussian general who was anxious to preserve his anonymity. Many of Engels’ articles on military affairs from the ‘Neue Rheinische Zeitung’ are in Volume 9 of Marx and Engels, ‘Collected Works’ (Progress, Moscow). Volume 13, Marx and Engels, 1854-55, also contains many key articles. See also W.H. Chaloner and W.O. Henderson (eds), ‘Engels as a Military Critic’, Manchester University Press, Manchester, 1959 (articles by Engels reprinted from the ‘Volunteer Journal’ and the ‘Manchester Guardian’ of the 1860s, with an introduction by Chaloner and Henderson), reviewed by Brian Pearce, Labour Review, Volume 5, n. 3, October-November 1960, p. 99. Studies of Engels’ military thought include Paul Morris, ‘””The General”” on War and Insurrection’, Workers Power, June 1995; Michel Lequenne, ‘Chroniques politico-militaire du Marx et Engels’ (a review of Volume 1 of their military writings), Quatrième Internationale, n. 49, May 1971, pp. 54-57; Gilbert Achcar, ‘Engels: Theorist of War, Theorist of Revolution’, International Socialism’, n. 83, Winter 2001; Leon Trotsky, ‘Engels’ War Articles’, 19 May 1924, ‘How The Revolution Armed: Military Writings and Speeches’, Volume 5, London, 1981; Wilhelm Liebknecht, ‘Reminiscences of Engels’ (1897), in W.A. Pelz (ed), ‘Wilhelm Liebknecht and German Social Democracy’, Greenwood Press, Westport, 1994, pp. 140-2; Martin Berger, ‘Engels, Armies and Revolution’, Archor Books, Hamden, 1977 (pag 22-23)”,”QMIx-259″
“CRAWFORD A., Captain”,”Reminiscences of a Naval Officer. A Quarter-Deck View of the War Against Napoleon.”,”‘Reminiscenze di un ufficiale di marina. Una visione dal cassero della guerra contro Napoleone'”,”QMIN-096-FSL”
“CRAXI Bettino”,”Il rinnovamento socialista.”,”””Non crediamo più da un pezzo all’ efficacia del sistema bipolare di governo del mondo, ma non si è ancora consolidato un sistema multipolare efficace ed equilibrato. L’ Europa è chiamata ora più che mai in primo piano. L’ Europa che nonostante la crisi economica che colpisce in modo diverso i vari paesi, ha difeso egregiamente il suo complessivo tenore di vita, l’ Europa che mantiene un primato fondamentale nel commercio mondiale, ed è in condizione di esercitare una influenza politica di primo piano purché lo voglia con maggiore unità e consapevolezza di intenti””. (1980) (pag 196-197)”,”ITAP-076″
“CREAGH Ronald”,”Sacco et Vanzetti.”,”CREAGH Ronald professore di civilizzazione americana nell’ Université Paul Valery di Montpellier è autore di varie opere consacrate all’ anarchismo in particolare ‘Laboratoires de l’ Utopie. Les communautés libertaires aux Etats-Unis’ (Payot). “”Il desiderio implacabile di spezzare le forze anarchiche non si indebolisce dopo il 1903. Ad otto riprese almeno, le loro riunioni sono proibite dalla polizia a Filadelfia e New York nel 1905 e 1907; quando si tengono, si arrestano perfino gli oratori e si maltrattano i protestatari. Questa barbarie obbedisce a una logica indiretta: la violenza a cui si abbandonano tutti i pretendenti al potere politico, culturale, religioso o sociale è una “”gesticolazione”” destinata ad altri effetti. Ma nel 1908, si contano una mezza dozzina di giornali anarchici tra cui uno solo preconizza la violenza; un osservatore valuta il numero di militanti a qualche centinaio in ciascuna delle grandi città del paese. Un dirigente della polizia di New York considera che il controllo di questo ambiente non costituisce un “”problema difficile””. Ma sorgono nuove tensioni, che si cerca di esorcizzare. La crescita del partito socialista inquieta il presidente Theodore Roosevelt, e il padronato sussulta ad ogni agitazione operaia, come quella intrapresa dagli Industrial Workers of the World (IWW); la depressione economica che comincia nell’ ottobre 1907 suscita delle nuove convulsioni””. (pag 88)”,”ANAx-206″
“CREAGH Ronald”,”Utopies Américaines. Expériences libertaires du XIX siécle à nos jours.”,”CREAGH Ronald professore emerito nell’Università Paul-Valéry (Montpellier). Ha scritto sull’affaire Sacco e Vanzetti e sulla storia dei francesi negli Stati Uniti.”,”SOCU-182″
“CREMASCHI Giorgio”,”Il salario è un furto. Liberismo e crisi del sindacato.”,”Giorgio Cremaschi, è segretario regionale della Fiom-Cgil del Piemonte. Collabora da anni ai quotidiani L’Unità Il Manifesto Liberazione.”,”SIND-022-FL”
“CREPAX Nicola”,”Storia dell’industria in Italia. Uomini, imprese e prodotti.”,”Nicola Crepax insegna Storia economica all’Università Bocconi di Milano e all’Università di Castellanza. É direttore dell’Istituto per la cultura e la storia dell’Impresa Franco Momigliano di Terni.”,”ITAE-080-FL”
“CREPET Paolo”,”Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile.”,”Paolo Crepet (Torino, 1951), psichiatra e sociologo.”,”GIOx-001-FMP”
“CRÉPIN Annie”,”Construire l’Armée française. Textes fondateurs des institutions militaires. (Tome 3). De la Révolution à la fin du second Empire.”,”CRÉPIN Annie: docente di Storia contemporanea all’Università dell’Artois (Centro di ricerche e studi “”Storia e società””) (al 2006). La sua ricerca si concentra sulla storia politica, sociale e culturale dell’azione militare (Rivoluzione francese e XIX secolo). (dal retro di copertina; traduz. d. r.) <> (dal retro di copertina. Traduz. d. r.)”,”FRQM-005-FSL”
“CRESPELLE Jean-Paul”,”La vie quotidienne à Montmartre au temps de Picasso, 1900-1910.”,”CRESPELLE Jean-Paul, critico d’arte autore di una ventina di opere.”,”VARx-507″
“CRESPI Gabriele”,”Maometto.”,”Una biografia di Maometto che guarda al fondatore dell’Islam con simpatia e partecipazione. Un tentativo di porsi dal punto di vista degli amici Islamici. Gabriele Crespi é nato nel 1946. Dopo la laurea in filosofia medievale all’Universita Cattolica di Milano, si é perfezionato in lingue e letterature orientali. Docente di lingua e civilta italiana a Beirut e all’Universita di Algeri, é stato per anni lettore di lingua araba all’Universita Cattolica di Milano. “”Vedo noi tutti avanzar rapidi verso il mistero”” (Imru’ Al-Qays) “”La Tradizione ci descrive l’ incidente che provocò la prima delle guerre contro la comunità israelitica. Un giovane ebreo di facili costumi si permise, un giorno, di scherzare con una donna non ebrea, tentando di toglierle il velo per vedere i tratti del suo volto. Un musulmano, preso dall’ ira, lo uccise e, a sua volta, fu poi messo a morte. I patti stabiliti da Maometto vennero dichiarati non validi e gli ebrei si ritirarono alla periferia di Medina chiudendosi in una delle loro masserie. Il Profeta li attaccò, assediandoli per quindici giorni, confortato dal versetto: “”Se in vero, temi tradimento da parte di un popolo, rispetta la loro alleanza, così come essi hanno fatto con la tua. Dio non ama i traditori”” (Corano, VIII, 58) Sebbene i Quynuqa’ fossero i più valorosi tra le tribù ebraiche della città, non presero l’ offensiva né fecero alcuna sortita dalla loro roccaforte. Certo, attendevano gli aiuti dei loro alleati, i Hazrag. Ma quelli di loro che si erano fatti musulmani dichiararono che l’ Islam li aveva ormai liberati dai vecchi legami e che nel nuovo ordinamento tutto cambiava; gli altri, quelli che erano ancora pagani, non si mossero per timore di rappresaglie. Il Libro non ammetteva incertezze: O voi che credete! Non prendetevi ebrei e cristiani per amici. Essi sono amici gli uni con gli altri. Chi tra voi li prende per amici è dei loro. Dio non guida popoli ingiusti. (Corano, V, 51) Gli assediati, infine, si arresero per fame e per sete, non potendo ricevere rifornimenti dalla città. Maometto decise che tutti gli uomini fossero passati per le armi e che le donne e i bambini fossero resi schiavi.”” (pag 99-100)”,”RELx-044″
“CRESPI Silvio”,”Alla difesa d’Italia in guerra e a Versailles. (Diario 1917-1919).”,”Foto pag 305: Prima adunanza plenaria della Conferenza della pace nel Salone dell’Orologio al Quai d’Orsay, 18 gennaio 1919 Scontro alla Conferenza di Parigi del 1919. Londra e Parigi vogliono dare all’Italia i suoi confini e una piccola parte della Dalmazia, ma dare Fiume ai croati (pag 461). L’America dice: Noi siamo talmente amici dell’Italia che le vogliamo risparmiare una futura guerra con gli altri nostri amici serbi, croati, sloveni…”” (pag 462) 24 aprile 1919. “”24 aprile. Appena so Orlando sveglio, scendo da lui. Gli dico: “”Noi usciamo dalla conferenza, ed io ieri sera ne sono uscito per primo. Ne usciamo perché Wilson si è appellato al popolo italiano, e andiamo al popolo perché decida fra noi e Wilson. Ma non abdichiamo dalle nostre funzioni di grande Potenza, pari alle altre, direttrici della vita internazionale. Non dobbiamo dunque uscire dagli organi e dagli uffici che dirigono la vita internazionale, che sono il Consiglio Supremo economico e le commissioni che ne dipendono. Il Consiglio Supremo economico opera all’infuori della conferenza. Incarichiamo Attolico di continuare a rappresentarvi l’Italia; lo farà degnamente. Possiamo avere piena fiducia in lui””. “”D’accordo””, mi risponde Orlando, “”ma avvertine Sonnino””. (pag 462)”,”RAIx-322″
“CRESPI Franco JEDLOWSKI Paolo RAUTY Raffaele”,”La sociologia, Contesti storici e modelli culturali.”,”Franco Crespi è professore ordinario di Sociologia nell’Università degli Studi di Perugia. Paolo Jedlowski, professore straordinario di Sociologia nell’Università degli Studi della Calabria. Raffaele Rauty, professore straordinario di Sociologia nell’Università degli Studi di Salerno.”,”TEOS-146-FL”
“CRESSATI Claudio”,”La libertà e le sue garanzie. Il pensiero politico di John Stuart Mill.”,”Dibattito sul “”socialismo milliano”” e sui rapporti tra Mill e Marx “”Poiché in Gran Bretagna la maggior parte delle terre era coltivata sulla base di contratti di affitto, a causa dei quali si creava una radicale dicotomia tra chi aveva la proprietà della terra e chi effettivamente la coltivava (63), la rendita fondiaria che tendeva naturalmente ad aumentare per l’aumento della ricchezza della società (64), andava a finire nelle mani dei proprietari: «Essi – scriveva Mill (65) – diventano più ricchi quasi dormendo, senza lavorare, senza rischiare e senza risparmiare. Che diritto possono avere, secondo i principi generali della giustizia sociale, a questo incremento di ricchezza?». Da qui la proposta di una tassazione speciale sulla terra, con l’obiettivo di avocare allo Stato, cioè di nazionalizzare, quella quota di aumento della rendita dovuta non ai miglioramenti, ma all’aumento della ricchezza nazionale (66). Socialismo milliano? Il carattere di queste proposte può indurre a ritenere che lo scetticismo con cui la maggior parte dei commentatori ha considerato la professione di fede socialista presente nell’ ‘Autobiography’ (67) non sia in realtà giustificato. Certamente Mill non sembra aver avuto alcuna simpatia verso il cosiddetto “”socialismo scientifico””, cioè il pensiero di Marx (68); tuttavia alcune delle sue posizioni politiche si muovevano in una prospettiva socialista”” (pag 137-138) [Claudio Cressati, ‘La libertà e le sue garanzie. Il pensiero politico di John Stuart Mill’, Il Mulino, Bologna, 1988] [(63) Questo fenomeno era ancor più accentuato in Irlanda dove in contratti avevano breve durata e dove la maggior parte dei proprietari si disinteressava completamente della conduzione delle proprie terre, limitandosi a riscuotere i canoni e vivendo per lo più in Inghilterra. Mill si interessò particolarmente al problema irlandese (…); (64) Sulla rendita e sul perché del suo aumento all’aumentare della ricchezza nazionale (teoria questa già formulata da Adam Smith) vedi il capitolo sedicesimo, libro secondo dei ‘Principles’; (65) J. Mill, ‘Principles’, cit., pp. 819-820), trad. it, cit., p. 1077; (66) «Egli pensava di poter distinguere all’interno della rendita la parte che era dovuta alle migliorie da quella dovuta agli effetti esterni dei cambiamenti sociali, come la crescita delle città o specialmente la crescita della domanda di cibo»: P. Schwartz, op. cit., p. 205; (67) Nell’ ‘Autobiography’ (cit. p. 239, trad. it. cit:, p. 180) Mill scriveva che «l’ideale di massimo progresso» sostenuto da lui e dalla moglie li avrebbe fatti «classificare decisamente sotto la designazione generale di socialisti». Tra coloro che mostrano di non credere al «socialismo» milliano vedi M. Cranston (…) L. Robbins (…) A. Straniscia (…); (68) Riguardo ai rapporti tra Mill e Marx, mentre questi conosceva gli scritti di Mill (che infatti è citato varie volte in ‘Das Kapital’), quest’ultimo non fa menzionedell’autore tedesco. Cià ha portato J.S. Schapiro (‘John Stuart Mill, Pioneer of Democratic Liberalism in England’ in “”Journal of the History of Ideas””, IV (1943), p. 147) a sostenere che “”Journal of the History of Ideas», IV (1943), p. 147) a sostenere che «non si potrà mai ripetere abbastanza che Mill non conosceva nulla di Marx o del marxismo». L.S. Feuer, in un numero successivo della medesima rivista (‘John Stuart Mill and Marxian Socialism’, X, (1949), pp. 297-304), ritiene di poter affermare che, quando Mill, esponendo al critico e storico danese Georg Brandes la sua opinione sulla Prima Internazionale (J.S. Mill, ‘Later Letters’, cit., pp. 1874-1875); lettera del 4 marzo 1872), critica coloro che «vogliono espropriare tutti e abbattere tutti i governi esistenti, senza preoccuparsi, quanto al presente di cosa bisognerebbe mettere al loro posto», egli intenda riferirsi a Marx. Della stessa opinione è anche A. Staniscia (op. cit., pp. 285-288) che rileva come «il Mill dimostra di conoscere, anche se per sommi capi, il pensiero di Marx». In realtà è possibile che Mill avesse conoscenza almeno del ‘Manifesto del partito comunista’, la cui prima edizione inglese – come si ricava dalla prefazione all’edizione tedesca del 1872 – era uscita a Londra nel 1850 (inoltre vi è anche la possibilità che Mill abbia letto la traduzione in francese, lingua che padroneggiava molto bene) (…)] Claudio Cressati, si è laureato presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di perfezionamento di Pisa. Ha insegnato all’Università di Udine.”,”TEOP-062-FMB”
“CRETI Anna GEOFFRON Patrice THOMAS Grjebine HERICOURT Jerome EMLINGER Charlotte GUIMBARD Houssein LEFEBVRE Kevin MONNET Eric AGLIETTA Michel ESPAGNE Etienne BENSIDOUN Isabelle KALINOWSKI COTTERLAZ Pierre; CEPII”,”L’économie mondiale 2024. CEPII.”,”1. L’economia globale rimane a un punto di svolta. Segni di riconfigurazione fanno sperare che possa appoggiarsi sul lato positivo. Questo è senza dubbio il filo conduttore di questa edizione: l’economia mondiale è in fase di riconfigurazione, al plurale 2. L’Europa manifesta un ritardo nella politica di investimenti nella reindustrializzazione comparata con la Cina e gli Stati Uniti 3. Ci sono ostacoli al commercio legati alla militarizzazione delle politiche commerciali e alla rivalità sino-americana 4. Secondo Eric Monnet, anche se il dollaro non sparirà, diverse monete saranno utilizzate e tesaurizzate in funzione dei legami commerciali-finanziari diretti e geopolitici. La numerizzazione dei pagamenti aggiunge un’altra incertezza 5. Gli autori Aglietta e Espagne vedono che ci si comincia a strutturare attorno ad un ‘Green New Deal’ negli Stati Uniti, (trasformato molto parzialmente nella legge IRA Inflaction Reduction Act), ad un ‘Green Deal’ europeo, alla promozione di una ‘civiltà ecologica’ in Cina, a dei primi passi verso una pianificazione ecologica in Francia. Gli autori vedono in generale una pianificazione ecologica embrionale e analizzano la situazione geopolitica che ne emerge. Ogni anno, il CEPII pubblica nella raccolta ‘Repères’ analisi inedite delle principali questioni economiche globali. L’economia globale è in una fase di riconfigurazione, al plurale. In primo luogo una riconfigurazione della globalizzazione: non che la deglobalizzazione sia in atto, ma si osserva un cambio di paradigma con il ritorno delle politiche industriali. A questa ricomposizione partecipa anche il mondo dell’ energia, con rapporti commerciali che ormai si instaurano tra partner fidati. Per quanto riguarda le politiche commerciali, i loro nuovi obiettivi, in termini di ambiente e sicurezza economica, hanno la precedenza su quelli di efficienza economica. E anche all’interno del sistema monetario internazionale che si stanno verificando cambiamenti: attraverso i loro interventi, le banche centrali e gli Stati influenzano sempre più i movimenti di capitali e di cambio. Se le preoccupazioni ambientali alimentano queste ricomposizioni, il finanziamento della transizione ecologica non è ancora assicurato.”,”ECOI-411″
“CRETINON Jean-Francois LACOUR Francais-Marie, a cura di Fernand RUDE”,”””Allons en Icarie””. Deux ouvriers viennois aux Etats-Unis en 1855. (Souvenirs d’un voyage aux Etats-Unis en 1855).”,”Nel 1840 appare il “”Voyage en Icarie”” romanzo filosofico e trattato di comunismo. Il suo autore, Etienne CABET, preconizza una organizzazione sociale basata sulla fraternità, dalla quale sarà esclusa ogni forme di appropriazione privata e di salariato. Sono anni in cui le utopie stanno facendo strada. A fianco dei falansteri di FOURIER si colloca così l’ Icaria di CABET. Visto l’ interesse tra gli operai comunisti, CABET redige il suo appello ‘Allons in Icarie’ e i suoi primi aderenti vanno ad ingrandire la grande flotta migratoria partita dall’ Europa per cercare la fortuna o la libertà in America. Otto anni più tardi, due operai viennesi, CRETINON e LACOUR, si imbarcano alla ricerca di Icaria. Ma scoprono loro malgrado che le consegne cabetiane sono le premesse di un socialismo da caserma. Il loro diario è più che un rendiconto di una disillusione. Alternando le osservazioni puntigliose sulla vita quotidiana della colonia a dei commenti sull’ organizzazione operaia, sulle condizioni di vita negli Stati Uniti, i due scoprono a loro volta l’ America. Nella sua lunga introduzione Fernand RUDE analizza l’ Icaria del XIX secolo. Le condizioni di ammissione a Nauvoo: conoscere gli scritti icariani; adottare il principio di uguaglianza, fraternità; astenersi dalle ingiurie e calunnie; adottare il principio della vera libertà; adottare il principio della Comunità rinunciando a ogni proprietà individuale; adottare il principio dell’ unità; apportare alla Comunità tutti i beni; svolgere un lavoro utile nella comunità; dare alla comunità tutta la propria capacità e il proprio tempo; essere laboriosi; essere vigorosi (non avere malattie infettive, non essere troppo anziani); essere temperati frugali semplici; niente tabacco e liquori (salvo il whisky che può essere utile e necessario ai lavoratori se distribuito con misura); dedicarsi alla causa delle donne e dei bambini; saper leggere e scrivere; essere abituati agli inconvenienti della vita sociale in comune; niente invidia o gelosia; osservare la decenza; essere parsimoniosi; non coltivare né la caccia né la pesca come piacere; osservare il silenzio; amare l’ organizzazione e l’ ordine; sottomettersi alla disciplina; impegnarsi per il matrimonio quando si porrà; non essere mai ostili; non portare via niente alla società; garantire che i propri figli non abbiano vizi essenziali, morali o fisici; consentire che la Comunità disponga completamente dei figli, dei minori. (pag 279)”,”SOCU-101″
“CREUS Dario”,”Winston Churchill.”,”Giovani Tory contro Churchill. “”Sebbene continuasse il malcontento tra i giovani conservatori, i parlamentari scoprirono che non era facile cacciare un capo; e molto più difficile era cacciare un capo della tenacità di Churchill. Tuttavia, egli si rendeva perfettamente conto della corrente che era in favore di Eden; però si strinse fortemente alla sua poltrona e si mantenne imperturbabile. ‘Quando voglio far arrabbiare Anthony’ – diceva scherzosamente a un amico – ‘gli ricordo che Gladstone formò il suo ultimo governo ad ottantaquattro anni’. Winston aveva ragione a stare tranquillo, perché quando furono conosciuti i risultati delle elezioni generali del 1950, le critiche dei conservatori cessarono immediatamente.”” (pag 211-212)”,”UKIx-084″
“CRICHTON Michael”,”La vita elettronica.”,”Nel 1978 si contavano in Usa 5000 computer ‘domestici’ (home computers). Quattro anni dopo il loro numero era salito a 5 milioni. Si calcola che entro il 1990 ci saranno negli Stati Uniti 80 milioni di piccoli computer «in famiglia». Prepariamoci dunque anche noi a convivnere col computer. (…) In calce al volume, dopo il glossario Crichton ci illustra i programmi dei computer più diffusi: Apple II, IBM personal, Commodore 64 e Olivetto M20. Michael Crichton è nato nel 1942 a Chicago. Laureato in medicina, dopo il successo di ‘Andromeda’, suo primo romanzo, si è dedicato interamente alla letteratura. È autore di ‘Congo’, ‘Il terminale uomo’, ‘La grande rapina al treno’, ‘Mangiatori di morte’, pubblicati in Italia da Garzanti.”,”SCIx-006-FMB”
“CRICK Bernard”,”George Orwell.”,”Bernard CRICK ha insegnato Scienza politica all’ Università di Londra. Autore di numerosi saggi di politica teorica e applicata, tra cui ‘Political Education and Political Literacy’, è stato condirettore della rivista ‘Political Quarterly’ dal 1965 al 1980, e collabora coi maggiori quotidiani inglesi. In italiano è uscito ‘Difesa della politica’ (MULINO, 1969). L’A ha studiato l’ Archivio Orwell, un enorme patrimonio di scritti editi e inediti. Con la sua biografia, attraverso un uso rigoroso dei documenti, getta luce su ORWELL giornalista, saggista, studioso della politica e politico militante.”,”BIOx-018″
“CRICK Bernard”,”George Orwell.”,”Bernard Crick ha insegnato Scienza Politica all’Università di Londra. Autore di numerosi saggi di politica teorica e applicata, tra cui Political Education and Political Literacy, è stato condirettore della rivista Political Quarterly dal 1965 al 1980, e collabora coi maggiori quotidiani inglesi. In italiano è uscito Difesa della politica.”,”BIOx-039-FL”
“CRINO’ Anna Maria a cura; scritti di John FORTESCUE Thomas MORE Thomas SMITH Richard HOOKER Francis BACON JAMES I Robert FILMER John SELDEN Thomas HOBBES John MILTON Gerrard WINSTANLEY James HARRINGTON Henry NEVILLE Algernon SIDNEY William TEMPLE John LOCKE George SAVILE David HUME Edmund BURKE Thomas PAINE Jeremy BENTHAM William GODWIN Robert OWEN James MILL Thomas CARLYLE John STUART MILL John RUSKIN Herbert SPENCER William MORRIS William Stanley JEVONS Thomas HILL GREEN Henry SIDGWICK Henry MAYER HYNDMAN Bernard BOSANQUET George Bernard SHAW Graham WALLAS Sidney James WEBB James Ramsay MACDONALD Herbert George WELLS Bertrand RUSSELL Winston Leonard CHURCHILL Harold J. LASKI George ORWELL”,”Antologia del pensiero politico inglese.”,”Le edizioni De Silva sono pubblicate per cura della Casa Editrice “”La Nuova Italia””, Firenze Profilo biografico in italiano, testi in inglese. Scritti di John FORTESCUE Thomas MORE Thomas SMITH Richard HOOKER Francis BACON JAMES I Robert FILMER John SELDEN Thomas HOBBES John MILTON Gerrard WINSTANLEY James HARRINGTON Henry NEVILLE Algernon SIDNEY William TEMPLE John LOCKE George SAVILE David HUME Edmund BURKE Thomas PAINE Jeremy BENTHAM William GODWIN Robert OWEN James MILL Thomas CARLYLE John STUART MILL John RUSKIN Herbert SPENCER William MORRIS William Stanley JEVONS Thomas HILL GREEN Henry SIDGWICK Henry MAYER HYNDMAN Bernard BOSANQUET George Bernard SHAW Graham WALLAS Sidney James WEBB James Ramsay MACDONALD Herbert George WELLS Bertrand RUSSELL Winston Leonard CHURCHILL Harold J. LASKI George ORWELL William Goodwin, ‘On property’. “”The doctrine of the injustice of accumulated property has been the foundation of all religious morality. The object of this morality has benne to excite men by individual virtue to repair this injustice. The most energetic teachers of religion have been irresistibly led to assert the precise truth upon this interesting subject. They have taught the rich that they hold their wealth only as a trust, that they are strictly accountable for every atom of their expenditure; that they are merely administrators, and by no means proprietors in chief. The defect of this system is, that they rather excite us to palliate our injustice than to forsake it…””. (pag 226)”,”TEOP-321″
“CRINÒ Sebastiano”,”Atlante storico con testo esplicativo. Evo antico.”,”CRINÒ Sebastiano”,”STAx-245″
“CRIPPA Carlo”,”Stalin. Nell’ età della “”guerra fredda””. Storia politica dell’ URSS dal 1945 al 1953.”,”Carlo CRIPPA nato a Milano nel 1959 vive a Villammare (SA). Laureato in filosofia insegna nella scuola media. Ha scritto articoli e pubblicato due libri ‘Sigmund Freud e le origini della psicologia analitica’ (1989), ‘Rosa Luxemburg. Dalla storia alla memoria’ (1993).”,”RUST-073″
“CRIPPS Louise”,”C.L.R. James. Memories and Commentaries.”,”Cyril Lionel Robert James (1901-1989) was born in Trinidad in 1901. He came to England in 1932, bringing with him his first political writing – a pioneer work arguing the case for West Indian self-government – and rapidly became an active participant in British politics ans society, as a member of the Independent Labour Party. At this time he was also one of the few people who not only foresaw but worked for the independence of Africa, and in subsequent years he maintined and strengthened his links with the Pan-Africanist movement. For fifteen years, during and after the second world war, he lived in the United States of America where his work concerned him both with trotskyism and with the black movement. He returned to Trinidad in 1958. In recent years James has continued to teach and write prolifically, and he is currently Professor of Humanities at Federal City College, Washington, dividing the rest of his time between England and the West Indies. Louise L. Cripps, now an American citizen, was born in London and educated at University College of the University of London. She has written articles on politics, education, and literature in both Great Britain and the United States.”,”BIOx-032-FL”
“CRISAFULLI Vezio”,”Lezioni di diritto costituzionale. I. Introduzione al diritto costituzionale italiano. (Gli ordinamenti giuridici. Stato e costituzione. Formazione della Repubblica italiana).”,”La costituzione in senso formale: costituzioni “”rigide”” e “”flessibili””. “”Ogni volta che ci sia costituzione scritta, esteriormente formalizzata in uno o più testi legislativi appositi, si ha una costituzione “”in senso formale””. Con maggior rigore, si parla talvolta di costituzione “”formale”” per indicare, in senso restrittivo, una specie più circoscritta di atti costituzionali, ai quali sia riconosciuta dal diritto positivo (…) una particolare “”forza””, detta perciò “”formale””: vale a dire, in linea di primo approccio, per ora, una posizione di preminenza, giuridicamente rilevante, rispetto a tutte le altre fonti di diritto dell’ ordinamento considerato. Quando ciò avviene, com’è il caso della vigente Costituzione italiana, la costituzione si dice “”rigida””, ad esprimere che è modificabile soltanto attraverso procedure ed in forme differenziate rispetto a quelle della legislazione ordinaria (…)””. (pag 90) “”Flessibili per eccellenza sono, naturalmente, le costituzioni non scritte, formate in prevalenza da norme di origine consuetudinaria; ma flessibili possono anche essere costituzioni scritte, com’era il caso in Italia dello Statuto albertino del marzo 1848, liberamente modificabile (…).”” (pag 90) “”Ovviamente, il carattere della rigidità può riscontrarsi, invece, nelle sole costituzioni scritte. E’ peraltro da avvertire che, anche quando la costuzione è “”flessibile””, essa riveste – almeno in alcune sue parti, che sono poi quelle cui, per comune sentire, si attribuisce carattere sostanzialmente costituzionale, un valore politico incomparabilmente maggiore rispetto alle leggi ordinarie.”” (pag 90-91)”,”DIRx-011″
“CRISCIANI Chiara”,”Il papa e l’alchimia. Felice V, Guglielmo Fabri e l’elixir.”,”Chiara Crisciani insegna storia della filosofia medievale all’Università di Pavia. Si storia del pensiero filosofico-scientifico nel tardo Medioevo con particolari problemi della medicina scolastica e per gli sviluppi dell’alchimia latina tra Medioevo ed età moderna.”,”SCIx-001-FSD”
“CRISCUOLO Vittorio”,”Napoleone.”,”Sul piano teorico le radici della strategia napolonica sono individuate in particolare nell”Essai general de tactique’ di Jacques-Antoine-Hyppolyte de GUIBERT, ben noto a NAPOLEONE fin dal tempo del collegio. L’opera comparsa nel 1772, preconizzava l’avvento di un esercito nazionale di popolo, dotato di grande rapidità di manovra e capace di sfruttare la vittoria senza timore di allontanarsi dai magazzini della sussistenza. D’altra parte è ben nota l’ammirazione che NAPOLEONE nutriva per FEDERICO II di Prussia, che più di ogni altro aveva perseguito un modello di combattimento rapido e risolutivo che rompesse le statiche sequenze delle battaglie del 1700.”,”FRAN-002″
“CRISCUOLO Vittorio”,”Il giovane Napoleone.”,”CRISCUOLO Vittorio Librodi GB “”In qualche passo egli lascia già trasparire la folgorante strategia che lo avrebbe reso famoso: ‘Attaccare su tutti i fronti (…) sarebbe un grosso errore militare: non bisogna disseminare gli attacchi, ma concentrarli. I piani di guerra devono ispirarsi agli assedi delle piazzeforti; concentrare il fuoco in un solo punto; ottenuta la breccia, spezzato l’equilibrio, tutto il resto diventa inutile e la piazzaforte è presa””. Questi progetti di offensiva in Italia, osteggiati in seno al Comitato di salute pubblica da Carnot (…)””. (pag 44)”,”FRAN-094″
“CRISMA Amina / DENTONI Maria Concetta”,”Antonio Labriola e la storia d’Italia (Crisma) / Contadini e comunismo: aspetti di un problema storiografico (Dentoni).”,”Il ‘metodo genetico’ di A. Labriola “”Ricondotta così entro un complesso quadro, la contrapposizione di “”popoli attivi e passivi”” si ripropone, in una pagina di ‘Da un secolo all’altro’, dove appare accanto ad altri “”contrasti””: città / campagna, proletariato / borghesia, scienza / fede, Chiesa / Stato. (129). “”L’intrigo di fine secolo”” si presenta in una pluralità tematica irriducibile ad univoche semplificazioni; e contrassegnata da problematici accenti”” (pag 49) (129) A. Labriola ‘La concezione materialistica’ p. 344 “”Respingendo come arbitrario il presupposto di “”un’unità illusionale della storia d’Italia attraverso un gran numero di secoli””, Labriola assume dunque come filo conduttore ed intima connessione delle vicende della penisola la “”genesi della società borghese””. Ne ravvisa l’esordio nell’età comunale, “”preistoria di quella accumulazione capitalistica che Marx studiò con tanta evidenza di particolari nella serie chiara e compiuta dell’evoluzione dell’Inghilterra””, e, insieme, prima affermazione di un particolarismo che infrange la compagine universalistica medievale (la “”comune coscienza indistinta d’un impero indefinitamente prolungato””) (17). Nello sviluppo dei comuni egli riconosce, così, “”l’inizio di quella caratteristica di eventi cui siamo autorizzati a dare il nome di storia moderna””, e, sottolineando la precocità di tale cesura, ne pone in risalto gli elementi di continuità rispetto alla peculiare vicenda italiana: è sul tronco di una millenaria civiltà urbana che si innesta, prima che altrove, la fioritura borghese”” (18). In questo senso, egli rileva come sia “”unilaterale”” e “”non rispondente al caso dell’Italia”” “”ciò che nel ‘Manifesto’ è detto su la primissima origine della borghesia come nata dai servi del Medioevo”” (19); una più precisa ricostruzione di tale fase Labriola la attende da indagini specifiche, capaci di documentare come “”il movimento economico e statistico trovi completo riscontro nei rapporti politici, e sufficiente illustrazione nello sviluppo contemporaneo dell’intelligenza, già ridotta in prosa, e spoglia in buona parte di illusioni ideologiche”” (20). E’ tenendo presenti tali elementi nella loro globalità e reciproca implicazione che Labriola delinea la formazione della borghesia: ceto di mercanti e di banchieri, marginale nelle società antiche, marginale ma tenacemente resistente nel Medioevo (21), essa ‘si fa classe’ avviando, in età comunale, il processo di accumulazione ed affermando, nel 1300-1400, la propria identità politica, sociale, culturale, la propria ‘Weltanschauung’ laica e profana che “”sconvolge e lacera”” ogni sacralità feudale (22). In una prospettiva siffatta, i riferimenti all’analisi marxiana, che pure sono indubbiamente presenti, finiscono per assumere un carattere sfumato; essi sembrano costituire lo sfondo concettuale della ricerca labrioliana piuttosto che circoscriverne lo specifico oggetto (23)”” [Amina Crisma, ‘Antonio Labriola e la storia d’Italia’, Italia Contemporanea, Milano, n. 149, dicembre 1982] [(17) A. Labriola, La concezione materialistica, cit., pp. 349. Cfr. Giuseppe Galasso, ‘L’Italia come problema storiografico’, Torino, Utet, 1979, p. 184-188; (18) A. Labriola, La concezione materialistica, cit., pp, 336-337; (19) A. Labriola, ‘La concezione materialista’, cit., p. 54. Cfr Karl Marx-Friedrich Engels ‘Manifesto del partito comunista’, Torino, 1962, p. 116 (). Cfr. Carlo Cattaneo, ‘Della formazione e progresso del Terzo Stato’, nella ed. degli ‘Scritti storici e geografici’, a cura di G. Salvemini, Firenze, Le Monnier, 1956-57, vol. II, p. 352; (20) A. Labriola, ‘La concezione materialistica’, cit., p. 274; Id. Storia, filosofia della storia, sociologia e materialismo storico’, in ‘Saggi sul materialismo storico, a cura di Valentino Gerratana e Augusto Guerra, Roma, Editori Riuniti, 1964, pp. 324; G. Del Bo, Corrispondenza, cit. p. 544; (21) A. Labriola, ‘La concezione materialistica, cit. p. 274, Id. Storia, filosofia della storia, cit., p. 329; (22) A. Labriola, La concezione materialistica’, cit., p. 274; (23) A. Antonio Labriola, ‘Saggi intorno alla concezione materialistica della storia. IV. Considerazioni retrospettive e presagi’, ricostruzione di Luigi Dal Pane, Bologna, Cappelli, 1925, p. 54, Cfr. Karl Marx, Il Capitale, a cura di Delio Cantimori, Roma, Editori Riuniti, 1974, vol. I, pp. 179, 196, 197, 188] [Ndr (): «Ogni società si è basata finora, come abbiam visto, sul contrasto fra classi di oppressori e classi di oppressi. Ma, per poter opprimere una classe, le debbono essere assicurate condizioni entro le quali essa possa per lo meno stentare la sua vita di schiava. Il servo della gleba, lavorando nel suo stato di servo della gleba, ha potuto elevarsi a membro del comune come cittadino minuto, lavorando sotto il giogo dell’assolutismo feudale, ha potuto elevarsi a ‘borghese’. Ma l’operaio moderno, invece di elevarsi man mano che l’industria progredisce, scende sempre più al disotto delle condizioni di vita della sua propria classe. L’operaio diventa povero, e il pauperismo si sviluppa anche più rapidamente che la popolazione e la ricchezza» (p. 115-116) (K. Marx – F. Engels, Il Manifesto, Torino, 1962)] (ancora da inserire) Nel saggio della Dentoni: note sul Krestintern o Internazionale contadina (p.105) , se ne parla nel libro di Jackson Comintern and Peasant in East Europe e in quello di Franco Rizzi. Indice del libro di Franco Rizzi: Contadini e comunismo. La questione agraria nella Terza Internazionale. 1919-1928 Autori e curatori F. Rizzi Collana Storia delle ideologie e delle istituzioni contemporanee Dati pp. 256, 1a edizione 1980 F. Rizzi (n. 1944) è assistente ordinario di storia contemporanea presso la Facoltà di magistero dell’Università di Roma. E’ autore di saggi su diverse riviste sul movimento cattolico e Il movimento contadino. Ha collaborato al terzo volume della Storia del Marxismo con un saggio sulla questione agraria. Indice • La questione agraria nell’internazionale nel biennio 1919-20: bisogna fare un partito mondiale della rivoluzione; * verso il lI Congresso: Dia Agrarfrage und dia Weltrevolution di Marchlewski; * le tesi agrarie del Il Congresso; * i comunisti e la borghesia agraria; * le organizzazioni di lotta del proletariato agricolo • La fine delle illusioni: La Nep e il llI Congresso dell’IC: una diversa politica contadina? la conquista della maggioranza del proletariato; * una conferenza agraria internazionale del partiti comunisti; * le tesi agrarie del partiti comunisti: KPD, PCF, PC d’i • Il quarto Congresso dell’internazionale: La ritirata del Comintern continua; * il processo di contadinizzazione in Europa dopo la guerra; * Varga e Lenin: un’analisi del contadini; * il programma agrario del IV Congresso; * i programmi d’azione agraria del PCF e del PC d’i • Il colpo di stato in Bulgaria e la fondazione del Krestintern: neutralismo del Partito comunista bulgaro nel colpo di stato del ’23; * una prima riflessione: cosa significa governo operaio – contadino? la fondazione del Krestintern; * il Krestintern e la cooperazione agricola; * le decisioni della I Conferenza del Krestintern • Crisi del Capitalismo e rivoluzione il capitalismo è in crisi: le analisi di Varga al Comitato Esecutivo del ’24; * fronte unico dall’alto o dal basso?; * Bucharin e Thalheimer: la Nep come modello delle rivoluzioni vittoriose; * Koralov relatore della questione agraria al V Congresso; * l’attività del Krestintern nel 1924; * i paesi dell’Est, i paesi dell’Europa occidentale: Francia • Germania • Italia • La costruzione di un modello dei rapporti operai – contadini la linea Bucharin la stabilizzazione relativa del capitalismo; * il rapporto Bucharin sulla questione contadina all’E.A. del ’25; * la questione contadina prima e dopo la presa del potere; * movimento contadino e organizzazione borghese; * la scomparsa del Krestintern; * Prospettive del dibattito agrario nell’IC.”,”LABD-102″
“CRISPI Francesco, a cura di Salvatore CANDIDO”,”Lettere a Rosalino Pilo (1849-1855). II Serie: Fonti. Vol. LXXIX.”,”Il ‘biennio liberale’ del 1848 e sulla Sicilia libera con particolare riferimento a Francesco Crispi. Il ‘biennio liberale’ del 1848-1849 fu un periodo di agitazione politica e sociale in Europa, caratterizzato da una serie di rivoluzioni e insurrezioni popolari. In Italia, la Rivoluzione siciliana del 1848 fu uno dei primi moti rivoluzionari a scoppiare in Europa. Iniziò il 12 gennaio 1848 a Palermo e portò alla proclamazione di un ‘nuovo’ Regno di Sicilia indipendente nel luglio 1848 1. Francesco Crispi, uno dei patrioti e politici italiani più importanti del Risorgimento, fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò 2 (f. copil.)”,”RISG-074-FSL”
“CRISTIN Renato”,”La rinascita dell’ Europa. Husserl, la civiltà europea e il destino dell’ Occidente.”,”CRISTIN Renato è docente di Ermeneutica filosofica all’ Università di Trieste.”,”EURx-112″
“CRISTOFORI Franco”,”Lo sboom. Storie di “”benesseriani”” nell’ Italia del malessere.”,”CRISTOFORI Franco è nato a Bologna, Giornalista (Resto del Carlino) ha pubblicato vari libri di carattere letterario e di storia locale. E’ stato balilla, avanguardista, giovane fascista. Ha passato la guerra, ha abbracciato la democrazia. Non ha ricevuto premi letterari per i suoi libri. Padri e figli. “”Forse la gente ai suoi tempi non conosceva l’ angoscia, ma è più probabile che la sapesse nascondere. Una delle doti maschili più apprezzate era la “”virile compostezza””. Un uomo era veramente tale se riusciva a mascherare i suoi sentimenti, le gioie non meno dei dolori. Mio padre considerava la vita una prova che l’ impegnava a un continuo confronto con se stesso, a una initerrotta verifica della propria rettitudine, del proprio coraggio, della propria forza d’ animo. Era convinto di avere prima di tutto dei doveri: nei confronti della famiglia, della società, della patria. Non credente, credeva con religiosità a una laica teoria del sacrificio che aveva quale premio finale non la gloria del cielo, ma la semplice gioia del dovere compiuto. Talvolta i miei figli, reagendo a un rimprovero, mi dicono che essi sono al mondo perché ce li ho messi io e che, mettendoceli, ho commesso un sopruso. Noi siamo diversi dai nostri padri per questo: che, facendoci forti dell’ involontarietà della nostra presenza terrena, vantiamo solo diritti.”” (pag 62)”,”ITAS-103″
“CRIVELLIN Walter E.”,”Quale democrazia? Dottrine sociali, cultura cattolica e progetti politici alle soglie del XX secolo.”,”W.E. Crivellin insegna Storia del pensiero politico presso l’Università di Torino e Storia delle istituzioin politiche moderne e contemporanee presso l’Università della Valle d’Aosta. Ha scritto ‘Per una storia della Compagnia di San Paolo’, 3 voll, 2004-2007.”,”RELC-020-FMB”
“CROCE Benedetto”,”Materialismo storico ed economia marxistica.”,”LABRIOLA era stato maestro di CROCE all’Università di Roma. CROCE si sofferma in appendice sui suoi rapporti con LABRIOLA e lo studio delle opere di MARX ENGELS.”,”TEOC-080″
“CROCE Benedetto”,”Storia d’ Italia dal 1871 al 1915.”,”[La neutralità e l’entrata in guerra. ‘Suscitata dall”ultimatum’ austriaco la guerra generale, la necessità politica, o, che è lo stesso, la buona politica imponeva che l’Italia, in un primo tempo, dichiarasse la sua neutralità nel conflitto; ma, per la medesima logica politica, essendo in via di cangiamento, e già in parte cangiata per effetto del conflitto, la situazione internazionale, la neutralità doveva valere semplicemente come una ripresa di libertà per condursi nella nuova situazione in modo conforme alla salute della patria. Le conclusioni, a cui la guerra generale avrebbe portato nel caso del trionfo austro-germanico, non erano tali da potervisi l’Italia acquietare, perché non solo l’avrebbero lasciata coi suoi malsicuri confini ed esclusa da ogni efficacia nei Balcani, ma l’avrebbero assoggettata, con la restante Europa, all’oppressione di una egemonia austro-tedesca. Onde la dichiarata neutralità conteneva in sé un germe di contrasto con gli Imperi centrali, che o si sarebbe risoluto in un nuovo accordo o avrebbe menato alla guerra, secondo il consenso o il rifiuto dell’Austria a dare all’Italia i confini che essa chiedeva e le altre garanzie territoriali, e con ciò il rispetto della sua indipendenza e libertà d’azione, e secondo le condizioni che avrebbero offerte le potenze del campo avverso, a tutela degli stessi interessi e ad acquisto di maggiori vantaggi. Posta la natura dello stato austriaco, che anch’esso aveva la sua logica e la sua necessità, era da attendere che si sarebbe arrivati alla guerra, e nondimeno in negoziati per l’eventuale accordo bisognava condurli per il vantaggio o il minor danno che potevano apportare in così aggrovigliata e pericolosa situazione, e, in ogni caso, per accertarsi col fatto che la guerra fosse proprio ineluttabile, perché questa è giuoco di salvazione o di rovina per un popolo da non arrischiarsi da uomini coscienziosi senza aver prima compiuto tutti gli sforzi e usati tutti gli avvedimenti per conseguire per altre vie quel che è necessario mettere in sicuro. Il tempo speso in quei negoziati avrebbe dato agio alla preparazione militare, e anche a quella psicologica ed affettiva, che non segue senza ritardi e resistenze i calcoli della ragion di stato (…). La neutralità fu dichiarata il 2 agosto [1914], tra la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia che fu del 1° e alla Francia che fu del 3, e appoggiata al testo del trattato della Triplice, che stabiliva il ‘casus foederis’ solo per una guerra difensiva, non provocata dagli Imperi centrali: interpretazione formalisticamente incontrovertibile, ammessa l’anno innanzi dalla stessa Austria-Ungheria, quando si ritenne d’imprendere la guerra contro la Serbia, ma a cui era dato contenuto politico attuale dalla situazione politica e dalla volontà dell’Italia. Solo qualcuno di quegli uomini di stato, che allora non apparteneva al governo, il Sonnino, dubitò del partito che si era scelto, ed ebbe il pensiero che si dovesse unirsi all’azione delle alleate, dicendo che le cambiali bisogna pagarle, segnatamente se sono cattive cambiali, cioè per una nobile considerazione di onore alla firma, che egli poi, meglio informato, riconobbe troppo astratta e sconcordante col nuovo caso. Ma l’altro e principale uomo di stato italiano, che era anch’esso fuori del governo, il Giolitti, approvò e convalidò col suo avviso la dichiarata neutralità. Parve anche, nei primi giorni, che tale neutralità volesse essere benevola verso le alleate; ma altre dichiarazioni restringevano il significato di quella benevolenza o la estendevano a tutti i belligeranti (…)’ (pag 284-285)]”,”ITAA-013″
“CROCE Benedetto”,”Teoria e storia della storiografia.”,”Storia e cronaca, pseudostorie, storia come storia universale; critica della storia universale; genesi e dissoluzione ideale della ‘filosofia della storia’; positività della storia; umanità della storia; scelta e periodizzazione; distinzione e divisione; ‘storia della natura’ e la storia; notizie attestate; analogia e anomalia delle storie speciali; filosofia e metodologia; intorno alla storia della storiografia”,”STOx-021″
“CROCE Benedetto AMENDOLA Giovanni; a cura di PERTICI Roberto”,”Carteggio Croce – Amendola.”,”Appendici: Uno scritto sconosciuto di Benedetto Croce; La risposta inedita di Fausto NICOLINI alla recensione amendoliana della ‘Filosofia di G.B. Vico’ di B. CROCE.”,”CROx-022″
“CROCE Benedetto, a cura di Adelina BISIGNANI”,”Il partito politico.”,”””Credo che ogni osservatore attento e spregiudicato della presente vita spirituale italiana non possa non essere colpito dalla decadenza che si nota nel sentimento dell’ unità sociale. Le grandi parole che esprimevano questa unità: il Re, la Patria, la Città, la Nazione, la Chiesa, l’ Umanità sono diventate fredde e rettoriche, e, poiché suonano false, si evita di pronunziarle, quasi un intimo pudore avverta di non nominare invano le cose sacre. Col disuso di quelle parole, va alla pari una generale decadenza del sentimento di disciplina sociale: gli individui non si sentono più legati a un gran tutto, parte di un gran tutto, sottomessi a questo, cooperanti in esso, attingenti il loro valore dal lavoro che compiono nel tutto. La buona individualità, che si afferma solo in questo legame, ha ceduto il posto alla cattiva individualità, che crede di affermarsi più energicamente rompendo il legame e pompeggiandosi per se stessa””. (pag 45)”,”PARx-025″
“CROCE Benedetto”,”Materialismo storico ed economia marxistica.”,”Contiene i capitoli: – Sulla forma scientifica del materialismo storico – Le teorie storiche del prof. Loria – Per l’ interpretazione e la critica di alcuni concetti del marxismo (Marx, il Capitale, l’ economia pura, la circolazione ecc.) – Il libro del Prof. Stammler – Recenti interpretazioni della teoria marxista… – Una obiezione alla legge marxistica della caduta del saggio di profitto – Marxismo ed economia pura – Sulla storiografia socialistica. Il Comunismo di Tommaso Campanella – Sul principio economico. Due lettere al Prof. V. Pareto – Il giudizio economico e il giudizio tecnico. Osservazioni a una memoria del Prof. Gobbi. – Economia filosofica ed economia naturalistica Appendice: Come nacque e come morì il marxismo teorico in Italia (1895-1900). Da lettere e ricordi personali”,”MADS-205″
“CROCE Benedetto”,”Etica e politica.”,”””Se si domanda quale giustificazione abbia il concetto di uno spirito malato (folle, malvagio, perverso, ecc.), contrapposto a quello di uno spirito sano, bisogna a bella prima rispondere: nessuna; perché lo spirito è sempre sano, e nel concetto di sanità è incluso e subordinato quello di malattia (di follia, di malvagità, di perversità, ecc.). Male ed errore sono non già forme del reale, come talora storditamente si crede, ma nient’altro che il passaggio stesso dall’una all’ altra forma del reale e dello spirito, che nello sforzo di attuare la forma superiore considera irrazionale, erronea, cattiva quella inferiore. Di che è conferma che non vi ha male senza coscienza del male, ossia senza lo sforzo, debole che sia, di superarlo: sforzo di superamento, che è poi la definizione stessa del bene””. (pag 44) Né disgiungevo allora dall’ Italia l’ Europa, e raccomandavo ai miei colleghi scrittori italiani che se, durante la guerra, si era dovuto guardare l’ Europa e il mondo solo attraverso l’ Italia, ora, per contrario, si doveva guardare l’ Italia solo attraverso l’ Europa e il mondo.”” (pag 381) “”Già nel corso dell’ altra guerra, nel 1917, il filosofo Simmel vedeva nel tramonto dell’ “”idea Europa”” un’accaduta perdita netta e per lungo tempo non riparabile; e oggi all’ Europa è venuto meno non solo il grande contributo di lavoro le conferiva il popolo tedesco in ogni campo, ma la potenza politico-militare di quel popolo, posto nel suo centro ed elemento del suo equilibrio, (…)””. (pag 382)”,”CROx-008″
“CROCE Benedetto”,”La poesia.”,”Alla memoria di Francesco DE-SANCTIS e Giosuè CARDUCCI ‘La lingua che poeteggia da sé (p.74) – Ciò è detto nel noto epigramma del Goethe: ‘Weil es ein Vers dir gelingt in einer gebildeten Sprache,/ Die für dich dichtet und denkt, glaubst du schon Dichter zu sein””. “”Poiché di riesce un verso in una lingua colta, che poeteggia e pensa per te, tu credi già di esser poeta””.’ (pag 262)”,”VARx-160″
“CROCE Benedetto VOSSLER Karl”,”Carteggio Croce – Vossler, 1899-1949.”,”Dedizione di Socrate alla ricerca. “”E veramente da questi dialoghi spira un’ aria che si direbbe platonica e sembra che ciascuno sia per ripetere all’ amico le parole del Socrate dell’ Eutifrone: “”Perché io, per me, a patto che i miei ragionamenti rimanessero fermi e fossero ben piantati senza più muoversi, sarei disposto a rinunciare non solo alla bravura di Dedalo, ma alla ricchezza di Tantalo per giunta””””. (pag VII) “”E’ inutile questi tedeschi non ti sanno tradurre. Se non fossi sovracaricatissimo di altri lavori, manderei tutto a monte e tradurrei io. Mi fa una pena immensa vederti involto in una terribile Schlafrock (roba da camera, ndr) tedescona che ti ingoffa; ove so che saprei tagliarti adosso una vestarella agile, elegante e scicca da poterti presentare nella migliore società letteraria di tutta la Germania – senza tradire la napoletaneità della tua stoffa””. (Vossler a Croce, 25 novembre 1908)”,”CROx-009″
“CROCE Benedetto, a cura di Angelo A. DE-GENNARO”,”Essays on Marx and Russia.”,”””E Marx, specialmente, rimase leale alla recente e popolare Utopia del suo tempo, l’ Utopia degli Owen, Saint-Simon, Fourier, Cabet, e altri, uomini che egli molto aveva amato, e sempre difeso, e spinse il suo amico Engels a difendere, sebbene egli li scusasse per non aver ancora, a causa dell’ immaturo sviluppo del capitalismo, realizzato il passaggio dalle “”armi della critica”” (per usare la sua frase) alla “”critica delle armi””, ovvero, ad una critica convertita in un’ arma materiale””. (pag 33-34)”,”TEOC-355″
“CROCE Benedetto, a cura di Girolamo COTRONEO”,”La religione della libertà. Antologia degli scritti politici.”,”Girolamo COTRONEO è professore ordinario di storia della filosofia presso la facoltà di lettere e filosofia dell’ Università di Messina. (v. 4° copertina) Fondo RC “”Pur testé, la “”libertà”” in compagnia dell’ “”eguaglianza”” e della “”fratellanza””, aveva scosso e sparso in rovine, con la forza di un terremoto, tutto l’ edificio della vecchia Francia e quasi tutto quello della vecchia Europa; e l’impressione paurosa ancora ne durava, e parrebbe avesse dovuto togliere a quel nome l’ aureola di cosa bella e l’ attraenza di cosa nuova. E, in effetto, il trinomio, di cui aveva fatto parte, – l’ “”immobile triangolo immortale della Ragione””, come lo aveva chiamato il poeta Vincenzo Monti, – cadde in discredito e quasi venne in aborrimento; ma la Libertà riascese da sola sull’ orizzonte, amirata come stella d’ impareggiabile fulgore. E quella parola era pronunziata dalle giovani generazioni con l’ accento commosso di chi ha pur ora scoperto un concetto d’ importanza vitale, rischiaratore del passato e del presente, guida nell’ avvenire””. (pag 133) “”La concezione della storia come storia della libertà aveva suo necessario complemento pratico la libertà stessa come ideale morale; (…)”” (pag 136) “”Ora chi raccolga e consideri tutti questi tratti dell’ ideale liberale, non dubita di denominarlo, qual esso era, una “”religione””: (…)””. (pag 142)”,”CROx-030″
“CROCE Benedetto, a cura di Giuseppe GALASSO”,”Dal libro dei pensieri.”,” “”Qualche volta agli amici che mi rivolgono la consueta domanda: “”Come state?”” rispondo con le parole che Salvatore di Giacomo udì dal vecchio duca di Maddaloni, quando, in una delle sue ultime visite, lo trovò che si scaldava al sole e gli rispose in dialetto: “”Non lo vedi? Sto morendo””. Ma non è già un lamento che mi esca dal petto, ed è invece una delle solite reminescenze di aneddoti letterari che mi tornano curiosamente alla memoria e mi allegrano. Malinconica e triste che possa sembrare la morte, sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe se l’ uomo non potesse morire mai (…)”” (v. risvolto 4° copertina) Fede. “”E’ errata l’ affermazione che la fede concerna verità di fatto e non verità di ragione. Ogni verità di ragione importa verità di fatto, e quella non meno di questa si converte in fede, quando si accoglie e si serba il risultato senza il processo che l’ ha prodotto. Certo: perché il momento della fede è per l’ appunto quello in cui si cessa dal ragionare e si sta all’ autorità del già ragionato o di chi ha ragionato””. (pag 39-40) B. Croce ex FIL-394″,”CROx-004″
“CROCE Benedetto a cura di Maria CONFORTI”,”La storia come pensiero e come azione.”,”Edizione nazionale delle opere di Benedetto Croce Distinzione tra forza e violenza, quest’ultima vista negativamente. “”E questa è la differenza tra forza e violenza, la quale ultima erroneamente si suole, per un altro verso, considerare produttrice, attribuendole la virtù di rinfrescare e rinnovare il mondo con lo spazzare via vecchie istituzioni e idee e costumi e vecchi uomini, perché a questa stregua produttore e costrutture sarebbe l’incendio o il terremoto, dopo del quale sorge una casa o una città nuova e forse più bella di prima. Dove, a dir vero, la virtù produttrice non è dell’incendio o del terremoto, ma dell’indefesso lavoro umano, che, quali che siano le condizioni di fatto che si trova dinanzi, non si perde mai d’animo, si riaccinge pronto all’opera e, valendosi delle esperienze raccolte e spesso dolorose, la rifà migliore e più salda. Perfino quando la violenza sopravviene ponendosi al fianco della giustizia, non accresce ma turba e sminuisce l’effetto della giustizia, suscitandole contro l’offeso sentimento dell’umanità (…)””. (pag 232)”,”CROx-001″
“CROCE Benedetto, a cura di Maria RASCAGLIA e Silvia ZOPPI GARAMPI”,”Materialismo storico ed economia marxistica.”,”Edizione nazionale delle opere di Benedetto Croce Alla memoria di Antonio Labriola che m’ iniziò a questi studi RC”,”CROx-002″
“CROCE Benedetto, a cura di Maria RASCAGLIA e Silvia ZOPPI GARAMPI”,”Materialismo storico ed economia marxistica. Nota al testo e apparato critico.”,”Edizione nazionale delle opere di Benedetto Croce Alla memoria di Antonio Labriola che m’ iniziò a questi studi Croce risponde alle critiche di Antonio Labriola. La critica a Marx. “”Il Marx ha posto un suo concetto del valore; ha esposto un processo di trasformazioni del valore in perzzo; ha riposto la natura del profitto nel sopravalore. Tutto il problema della critica marxistica per me si riduce in questi termini: – La concezione del Marx è sostanzialmente erronea (totalmente, per l’erroneità delle premesse, parzialmente, per l’erroneità delle deduzioni)? Ovvero la concezione del Marx è sostanzialmente giusta, ma è stata sussunta a una categoria alla quale non appartiene, e si è in essa cercato ciò che non può dare, sconoscendosi ciò che effettivamente dà? – Essendo venuto a questa seconda conclusione, mi sono domandato: – Sotto quali condizioni e presupposti è pensabile la teoria del Marx? – E alla domanda ho procurato di rispondere nel mio scritto intorno alla interpretazione e la critica di alcuni concetti del marxismo.”” (pag 137) nota al testo di Piero CRAVERI (pag 317-354) Croce incontra Eleanor Marx e Wilhelm Liebknecht. “”Lo stesso Croce, in ‘Come nacque e come morì il marxismo teorico in Italia’ (1), ricostruì la maturazione di quel dissenso, sulla base dei suoi ricordi e delle lettere del Labriola (2). Per quel che lo riguardava, egli teneva invece ben distinte le due anime, facendo prevalere la prima, cosicchè, come avrebbe detto, risultò “”corrosa la fede dalla critica””. Quella “”fede”” non si era del resto mai radicata in lui come militanza socialista. Tuttavia egli era stato partecipe di quelle origini del socialismo in Italia, con “”un sembiante di appassionamento politico””, e sentimentalmente coinvolto da quella fervida atmosfera di novità e aspettative, tanto poi da serbare vivo nella memoria l’annunzio della morte dell’Engels, datogli dal Labriola, nello stile romantico della prima Internazionale, con la formula “”General is died””, nonché la visita che a Londra aveva fatto ad Eleanora Marx (3) e quella che più tardi gli fece, presentatogli dal Turati, il Liebknecht a Napoli (4).”” (pag 325-326) (1) in appendice a ‘Materialismo storico ed economia marxistica’ (2) Lettere a Benedetto Croce, a cura di Lidia Croce (3) v. Cultura e vita morale p. 152 (4) B. Croce ‘Considerazioni sul problema morale dei nostri tempi, in ‘Quaderni della critica’”,”CROx-003″
“CROCE Benedetto, a cura di Giuseppe GALASSO”,”Teoria e storia della storiografia.”,”La storia, dunque non può discriminare i fatti in buoni e cattivi e le epoche in epoche progressive e regressive, ma essa non comincia se non quando le condizioni psicologiche, che rendevano possibili codeste antitesi, sono state sorpassate e sostituite dall’atto dello spirito, che indaga a quale ufficio abbia adempiuto nello svolgimento il fatto o l’epoca che prima si condannava: ossia che cosa essa abbia arrecato di proprio in quel corso, e perciò che cosa abbia prodotto; e, in quanto tutti i fatti e tutte le epoche sono a lor modo produttivi, non solo nessuno di essi è al lume della storia condannabile, ma tutti sono laudabili e venerabili. Un fatto condannato, un fatto al quale si ripugna, non è ancora una proposizione storica, ma, a mala pena, la premesa di un problema storico da formolare. Una storia negativa è una non-storia, semper che quel suo procedere negativo si sostituisca al pensiero che è affermativo, e non si mantenga nei suoi confini pratici e morali, e nelle espressioni poetiche e nei modi empirici di rappresentazione, per le quali cose tutte si può certamente parlare (parlare, e non già pensare), come a ogni istante parliamo, di uomini cattivi e di epoche di decadenza e di regresso””. (pag 99)”,”CROx-005″
“CROCE Benedetto”,”Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento.”,”A proposito degli “”elementi migliori”” che aprono sempre l’avvenire, Croce riporta questa citazione: “”E se ad un’opera d’amor la meta / figgi in silenzio, quale il poeta, / quale il filosofo suole crear, / tu la più bella sorte godrai, / perché delle anime alte potrai,/ quel che in lor s’agita, chiaro fermar.”” Goethe, (cit pag IX)”,”CROx-023″
“CROCE Benedetto OMODEO Adolfo, a cura di Marcello GIGANTE”,”Carteggio Croce-Omodeo.”,”””Fra poco stenderò anche la recensione sul Maturi e sul libro del Gurian sul cattolicismo francese. Vado architettando anche un saggio sull’epistolario del Gioberti, ma per questo sono impegnato col Codignola che mi ha fatto avere i volumi (1). Appena libero dalla Mistica, mi tufferò nello studio della Restaurazione, puntando verso il Mazzini come a meta della prima tappa.”” (Lettera di A. Omodeo a B. Croce, 10 settembre 1929) (pag 25-26) (1) A. Omodeo, L’epistolario del Gioberti, La Nuova Italia, 1930″,”CROx-026″
“CROCE Benedetto”,”La rivoluzione napoletana del 1799.”,”CROCE Benedetto”,”CROx-028″
“CROCE Benedetto”,”Giosue Carducci. Studio critico.”,”CROCE Benedetto “”Ma la politica del Carducci si fondava sopra una morale; lo Stato, che egli vagheggiava, sopra un costume. L’aspirazione a questo costume, cioè a un determinato modo di sentimento e di vita, informa tutta la sua opera, ed è comento alla sua italianità. E’ politica anch’essa, e si chiama politica dell’educazione. Il Carducci fu antiromantico, perché romanticismo significò per lui i nervi che prevalgono sui muscoli, la femminilità che si sostituisce alla virilità, il lamento che prende il luogo del proposito, la vaga fantasticheria che infiacchisce e svoglia il lavoro””. (pag 45) “”(Carducci) si dichiarò antimanzoniano e pagano”” (pag 45)”,”CROx-029″
“CROCE Elena”,”Silvio Spaventa.”,”‘Spaventa, unico meridionale che appartenne alla più ristretta aristocrazia della Destra, condivide con Ricasoli, Lanza, Minghetti, Sella la definizione di “”conservatore rivoluzionario””, ma si differenzia da essi como uomo di stampo insieme più antico e più moderno”” (pag 4) “”In gioventù si era sentito filosofo e giornalista, e ora era convinto di non essere né l’uno né l’altro. “”Quanto tu lodi gli articoli che scrivo, io non posso racquistare la coscienza delle mie forze intellettive, perché quelle forze non ci sono”” scriveva al fratello. Parlava continuamente della propria svogliatezza al lavoro, dell’ozio a cui si abbandonava appena poteva, come di una malattia contro cui non conosceva rimedio. E l’industriosità di Bertrando – il quale temeva di vederlo da un momento all’altro smettere anche quel lavoro – nel cercare di smuoverlo, non ha requie.”” (pag 135) “”Spavènta, Silvio Patriota e uomo politico italiano (Bomba 1822 – Roma 1893), fratello di Bertrando. Per la sua attività antiborbonica fu condannato a morte, pena tramutata nel 1852 in ergastolo e nel 1859 in esilio perpetuo. Dopo l’unità d’Italia fu deputato (1861-89), consigliere di Stato e ministro dei Lavori pubblici. Ispirandosi a Hegel, S. vide nello Stato l’organo supremo destinato a impersonare la coscienza direttiva della nazione. VITA E ATTIVITÀ Si trasferì a Napoli (1843) per studiare diritto, ma si occupò principalmente di filosofia, seguì le lezioni di P. Galluppi e di O. Colecchi, aprì (1846) con Bertrando una scuola privata di filosofia che fu soppressa dalla polizia (1847). Deputato al parlamento napoletano, e fondatore del Nazionale (1848), propugnò la partecipazione di Napoli alla guerra d’indipendenza. Non prese parte alla giornata del 15 maggio, ma fondò con L. Settembrini, C. Braico e F. Agresti la setta dell’Unità italiana, allo scopo di cacciare i Borboni e di diffondere l’idea unitaria. Arrestato (1849), dopo un lungo processo fu condannato a morte, ma, commutatagli la pena nell’ergastolo (1852), fu relegato nell’isola di S. Stefano, dove rimase per circa 6 anni, che furono per lui di fervida attività intellettuale. Commutatagli la pena (1859) nell’esilio perpetuo, fu imbarcato con altri alla volta dell’America, ma riuscì con i suoi compagni a farsi sbarcare in Irlanda, e si recò prima a Londra poi a Torino. Tornato a Napoli (1860), si adoperò perché la rivoluzione si compisse nel continente in nome di Vittorio Emanuele, prima dell’arrivo di Garibaldi. Ministro di polizia della Luogotenenza napoletana, condusse una guerra a fondo contro la camorra. Deputato (1861-89), fu segretario generale al ministero dell’Interno nel gabinetto Farini-Minghetti; a lui fu fatta risalire la maggiore responsabilità della sanguinosa repressione delle dimostrazioni torinesi contro la Convenzione di settembre (1864). Consigliere di stato (1868), ministro dei Lavori pubblici (1873), legò il suo nome a una serie di convenzioni per il riscatto e il passaggio allo stato di importanti linee ferroviarie, ma la sua proposta di adottare l’esercizio di stato urtò contro la resistenza del gruppo dei moderati toscani, che si staccò dalla maggioranza, provocando la caduta della Destra (1876). Dal 1889 senatore del regno, lo stesso anno fu nominato presidente della IV sezione del Consiglio di stato, da lui stesso auspicata, come organo della giustizia amministrativa. Temperamento di giurista, ma con vigoroso abito filosofico del pensare, pose al centro della sua dottrina politica il concetto hegeliano dello stato, concepito come organo supremo destinato a impersonare la coscienza direttiva della nazione e a guidarla ai fini più alti dell’umanità. Da questo deriva un certo suo autoritarismo, ma anche la vigorosa esigenza di un efficiente sistema parlamentare fondato sui due partiti classici e la richiesta di una netta distinzione fra politica e attività amministrativa dello stato. OPERE I suoi scritti principali sono raccolti nei volumi: La politica della Destra (1910); Discorsi parlamentari (1913); Dal 1848 al 1861 1923); Lettere politiche (1926). (Treccani)”,”BIOx-259″
“CROCE Benedetto”,”Conversazioni critiche.”,”CROCE Benedetto Il carattere della letteratura italiana. “”(…) Settembrini (…) scrisse anche lui, a capo delle sue ‘Lezioni di letteratura italiana’, un capitolo per determinare il “”carattere della letteratura italiana””. Il Settembrini, che è tanto “”romano”” quanto il Ruth “”antiromano””, segna come prima nota di quel carattere le “”forme antiche””, che gli italiani ritennero più di tutte le altre nazioni di Europa, non già per “”imitazione””, ma per “”riproduzione”” e per “”ritorno””, giacché “”l’errore sta in credere che noi siamo d’altro sangue, che la semenza antica fu spenta, e che noi nasciamo dai barbari””, laddove “”noi siamo un popolo medesimo e continuo””. L’ultima nota, la vera determinazione, è data dalla opposizione che questa spontanea vita romana o antica incontrò nella nuova vita generale, informata dalla nuova religione, e che produsse la “”lunga ed ostinata lotta tra Chiesa ed Impero””, quale nessun’altra nazione ebbe ed ha a sostenere, e insieme stabilì il principio supremo o il tema dominante della sua letteratura. “”Guelfi e ghibellini non sono stati né in Francia né in Ispagna né in Inghilterra, e in Germania non furono come tra noi””; e, delle arti, guelfe e religiose furono in Italia la pittura, la musica e in parte la scultura, divisa tra guelfa e ghibellina l’architettura, ma ghibellina l’arte più vasta e più ragionativa, quella della parola”” (pag 263-264)”,”CROx-039″
“CROCE Benedetto, a cura di Mario SANSONE”,”La letteratura italiana. Per saggi storicamente disposti. I. Dal Duecento al Cinquecento.”,”””E nonostante osservazioni felici, Leonardo non raggiunse, veramente, con l’intelletto, l’essenza della pittura, in quanto arte; e meno ancora riuscì a intendere l’identità sostanziale delle arti tra loro. La comparazione, e le relative questioni di precedenza che egli stabilisce tra pittura, poesia, scultura e musica erano argomento prediletto di dispute nel secolo decimosesto e intorno a cui tutti dissertano (non esclusi Michelangelo e Galileo)”” (pag 234)”,”CROx-040″
“CROCE Benedetto, a cura di Mario SANSONE”,”La letteratura italiana. Per saggi storicamente disposti. II. Il Seicento e il Settecento.”,”””Galileo non fu ai suoi tempi un solitario e, come ebbe predecessori e contemporanei, così scolari e seguaci intorno a sé e nelle nuove generazioni”” (pag 163) “”Il primo tentativo a più riprese sempre rinnovato, circa la Ragion di stato, fu, per l’appunto, quello di respingerla intera, assalendone furiosamente i rappresentanti, e il principale di essi, il padre di tutti, Niccolò Machiavelli, le cui opere vennero messe all’indice e la cui persona fu innumeri volte bruciata in effige ossia nel nome. Siffatta letterratura, sorta nel periodo della Controriforma, d’imprecazioni e maledizioni ed esorcismi contro il politico fiorentino, è nota, e in essa si segnalarono, tra i primi, i gesuiti Possevino e Ribadeneyra, il Gentillet, Tommaso Bozio”” (pag 172)”,”CROx-041″
“CROCE Benedetto, a cura di Mario SANSONE”,”La letteratura italiana. Per saggi storicamente disposti. III. L’Ottocento.”,”in allegato ritagli di giornale su Croce. “”La storia dell’Italia moderna si assomma per l’Oriani in quella dell’unificazione d’Italia in relazione alla storia dI Europa, di cui è fattura e fattrice; e così la svolge nella ‘Lotta politica in Italia, nella quale, benché s’inspiri spesso al Ferrari e di costui faccia grandissimo conto, egli è risolutamente antifederalista; e la linea generale dello svolgimento storico italiano fa consistere nel superamento del federalismo municipale del medioevo attraverso i grandi Stati e la democrazia moderna, fino all’ultimo tentativo di rivoluzione su basi federali, quella del 1848. Il fallimento di quel tentativo dié luogo, mercé l’egemonia piemontese, alla rivoluzione unitaria, nella quale il pensiero e l’azione di Giuseppe Mazzini si attuarono, ma al modo in cui si attuano tutte le opere individuali, contemperate cioè nell’opera del Tutto, in cui esse periscono e vivono”” (pag 537)”,”CROx-042″
“CROCE Benedetto, a cura di Mario SANSONE”,”La letteratura italiana. IV. La letteratura contemporanea.”,”in allegato ritagli di giornale su Croce. Croce attacca Labriola Engels e Marx sulla questione della dialettica “”E convien dire che per virtù della dottrina del materialismo storico, nella forma in cui fu elaborata o torturata dal Labriola e da altri pensatori italiani, venne per la prima volta sorpassata davvero la inanime storiografia pura, che da oltre trent’anni occupava il posto della storiografia vera e propria, della storiografia vivente: sorpassata, ma rispettandone e accogliendone il frutto, che era il disciplinato metodo filologico. Meglio ancora, mercé di esso e sotto la bandiera del materialismo e del socialismo, fu reintrodotto alcunché di quella dialettica, che era caduta in discredito più d’ogni altra parte della filosofia idealistica, e veramente più d’ogni altra era stata superficialmente intesa e perciò abusata. Quantunque l’Engels avesse circa la natura e l’ufficio della dialettica idee assai confuse, e il medesimo Labriola non ci si raccapezzasse bene e plaudisse alle povere interpretazioni dell’Engels (2) e seguitasse a parlare di “”determinismo storico””, e di “”cause”” e di “”cause di ultima istanza”” (3), cose incomportabili con la dialettica, sta di fatto che non solo la parola e il vago concetto, ma l’atteggiamento mentale dialettico, ma il suo modo di rappresentare e svolgere la storia, ricomparvero e rioperarono. Le mutilazioni e i travisamenti di essa, l’ingratitudine verso il suo vero autore, l’indebita esaltazione del Marx e dell’Engels che l’avevano materializzata ed empiricizzata, non impedirono quell’efficacia e piuttosto in certa guisa la agevolarono, togliendo ogni ombra di quel sospetto di reazionarismo filosofico e politico, che sarebbe caduto sopra una diretta ripresa del pensiero dello Hegel. Il quale, più tardi, ricomparve esso proprio, in persona; ma, allora come allora, i suoi interpetri e portavoce, i suoi raccomandatori e divulgatori furono i rivoluzionari sociali: il che non è poi tanto strano quanto parrebbe alla prima, perché quello Hegel, che ai suoi tempi passò per un codino, era in effetti un gran rivoluzionario, atto a rivoluzionare, passionalmente non meno che mentalmente, parecchie generazioni”” (pag 425-426) [Benedetto Croce, a cura di Mario Sansone, La letteratura italiana. IV. La letteratura contemporanea, 1960] [(2) ‘Saggio’ III, pp. 185-95; (3) Per es., ‘Saggio’ II, p. 14]”,”CROx-043″
“CROCE Benedetto”,”Filosofia e storiografia. Saggi.”,” Capitolo: Metafisica e ideale pratico. Contiene i paragrafi: – I. L’ortodossia hegeliana del Marx – II. L’immaginario passaggio del comunismo marxistico dall’utopia alla scienza – L’anarchia dedotta dal sistema hegeliano – Come intendevano la dialettica il Marx e l’Engels (pag 259-302) “”In un noto luogo della prefazione alla seconda edizione (1873) di ‘Das Kapital’ (1), il Marx definisce il suo rapporto con la filosofia hegeliana, affermando che il metodo suo dialettico “”non solo è diverso ma direttamente opposto a quello dello Hegel, perché per lo Hegel il processo del pensiero, che col nome d’Idea egli perfino tramuta in un soggetto indipendente, è il demiurgo della realtà, la quale ne forma solo l’apparenza esterna””; laddove per lui “”l’ideale non è altro che la materia trasportata e tradotta nella testa dell’uomo””. Concede, per altro, che “”questo misticizzamento, che soffre nelle mani dello Hegel, non toglie punto che egli per primo abbia esposto in modo comprensivo e consapevole le generali forme in cui la dialettica si muove””. Lo Hegel – soggiunge – la pose “”sulla testa””, e si deve “”capovolgerla per scoprirne il nocciolo razionale nell’involucro mistico”””” [Benedetto Croce, L’ortodossia hegeliana del Marx] [(in) B. Croce, Filosofia e storiografia. Saggi, 1949] [(1) V. ediz. quarta, a cura dell’Engels (Hamburg, 1890), I, pagine XVII-XVIII] Dialettica di Marx ed Engels nel 1877 “”Se si vuol conoscere come il Marx e il suo amico Engels intendessero nel pieno della loro maturità mentale, nel 1877, la dialettica hegeliana, è da leggere il capitolo riguardante questo argomento (‘Dialettica: negazione della negazione’) del libro che l’Engels allora dié fuori in confutazione delle dottrine del Dühring, e che, per espressa dichiarazione dell’autore, espone (tranne in qualche piccolissima parte) concetti e giudizi del Marx, il quale non solo rivide e approvò il libro, ma ne scrisse di sua penna un capitolo (1). Il capitolo sulla dialettica Antonio Labriola giudicava un “”capolavoro””, e perciò volle tradurlo e aggiungerlo al suo libro, ‘Discorrendo di socialismo e di filosofia’ (2), composto di lettere dirette a Giorgio Sorel; il quale, al leggere quella stupefacente spiegazione della dialettica, lo avvertì amichevolmente di non includerla nella traduzione francese che del libro si preparava, perché “”in Francia avrebbe fatto ridere””. Di che il Labriola molto si sdegnò; ma, in effetto qui il buon senso del Sorel vedeva giusto. Come intendeva il Marx la “”negazione della negazione”” o dialettica hegeliana? Come una legge generale della natura, della società e del pensiero, che dà il nesso al succedersi dei fatti e ne regola il ritmo progressivo. (…) Ma la negazione della negazione o la dialettica, così intesa dal Marx-Engels, è un fraintendimento commesso da quegli scolari hegeliani, o risponde al pensiero dello Hegel?”” (pag 295) [B. Croce, Come intendevano la dialettica il Marx e l’Engels nel 1877] [(in) Benedetto Croce, Filosofia e storiografia. Saggi, 1949] [‘(1) ‘Hernn Eugen Dühring Umwälzung der Wissenschaft’ (3.a ed., Stuttgart, Dietz, 1894), pp. 130-46; (2) Roma, 1897: si veda ora la terza edizione a mia cura (Bari, Laterza, 1939), pp. 192-203)’]”,”CROx-046″
“CROCE Benedetto”,”La letteratura della nuova Italia. Saggi critici. Volume I.”,”Critica a Manzoni sul problema della lingua. “”E superfluo sarebbe altresí riesporre la teoria manzoniana (la quale si può condensare nella formola che bisogna scriveer in una lingua realmente parlata, da una determinata gente, in un luogo determinato, e che questa lingua dev’essere per gl’italiani il fiorentino di Firenze); e superfluo venirne mostrando l’insufficienza e l’arbitrio. Dominava nella mente del Manzoni un concetto del linguaggio, che apparteneva piuttosto al secolo decimottavo che al decimonono: del linguaggio come di un complesso di segni sui quali si possa convenire, e che importa scegliere tra i più semplici, costanti e univoci. Di questo concetto egli traeva a fil di logica tutte le conseguenze, non arretrando innanzi all’assurdo, come, nel correggere il suo romanzo, non si era guardato talvolta (sebbene di rado, infrenato dal buon gusto) dall’introdurre, per ismania di astratta uniformità o per ossequio al cosiddetto uso fiorentino, piccole stonature e affettazioncelle. E neppure gli oppositori di lui possedevano una migliore o diversa filosofia del linguaggio; e quelli stessi che nella questione presente si avvicinarono alla verità o la toccarono, non seppero scorgere dove propriamente si annidasse l’errore e confutarlo, tanto che dovettero chiamare in loro soccorso la luce del buon senso, che a dir vero li favoriva. Se una importanza dottrinale spetta alla teoria del Manzoni, è appunto nell’avere, con lo sforzo a cui lo costringe, spossato l’intellettualismo linguistico, che le forniva i mezzi; talché nessuno osò ritentare più i problemi del linguaggio per la via nella quale era fallito l’attentissimo Manzoni. Alla sicurezza e baldanza di una volta successo, dapprima, lo scetticismo, e poi una sorta d’indifferenza; e infine s’intravvide che il problema dell’unità della lingua è un problema inesistente, non essendovi niente di comune tra il concetto di lingua e il concetto di unità. Il rapporto è invece tra lingua e arte, e la questione non è di unità ma di bellezza, e perciò non risolubile con norme di carattere materiale. Pure il Manzoni, lo pareggiava a quello dell’unità politica: “”Ventun anno fa (scriveva nell”Appendice’), tra vari pareri (non erano allora, né potevano esser altro) intorno all’assetto politico che convenisse meglio all’Italia, ce n’era uno che moltissimi chiamavano utopia, e qualche volta, per condiscendenza, una bella utopia. Sia lecito sperare che l’unità della lingua in Italia possa essere un’utopia come è stata quella dell’unità d’Italia”””” (pag 142-143)”,”CROx-047″
“CROCE Benedetto”,”La letteratura della nuova Italia. Saggi critici. Volume II.”,”Felice Cavallotti. “”Valore artistico o significato storico sarebbe, invece, impossibile assegnare all’opera letteraria di Felice Cavallotti. Ma egli, democratico, avrà la sua pagina nella storia politica dell’Italia moderna, come rappresentante di quel partito che, erede di aspirazioni nazionali ed umanitarie del Quarantotto, non pienamente appagate nel compimento della rivoluzione italiana, tenne viva per più decenni l’efficacia di esse negli animi giovanili e risvegliò qualche rimorso, e talvolta qualche scintilla degli antichi entusiasmi, nei patrioti che si erano lasciati prendere dalla piccola politica o dagli affari. E’ stato detto che era un partito vuoto, formalistico, privo di contenuto concreto, di un incerto o poco sincero repubblicanesimo; pure, non mancò di ogni effetto, chi pensi alla censura che esercitò sugli uomini pubblici, e ai mali che impedì o almeno contenne, e infine, a qualche opera legislativa come la riforma elettorale, e ad alcuni atteggiamenti nelle questioni internazionali, onde non sempre l’Italia è apparsa del tutto indegna delle ragioni del suo risorgere. Il Cavallotti, operosissimo, pronto alla parola e all’azione, circonfuso di una certe aureola letteraria e dotato insieme del senso pratico di un bravo lombardo, si trovò sempre tra i suoi in prima linea, nelle lotte di ogni sorta, nel giornalismo, nelle aule dei tribunali e nel parlamento, dovunque ci fosse qualcosa da compiere o da tentare a servigio di quelle idee: dalle campagne per l’indipendenza e per l’unità, alla campagne contro la corrutela politica dilagante in ispecie dopo il 1880; dal partecipare con l’animo e con l’opera ad alleviare le sventure che colpirono il popolo d’Italia, alle manifestazioni liberali a pro della Polonia e della Grecia, delle vittime dell’Austria reazionaria o di quelle del dispotismo czaresco. C’era dell’ostentazione e della parata in lui e nei suoi compagni?”” (pag 157-158)”,”CROx-048″
“CROCE Benedetto”,”Filosofia – Poesia – Storia. Pagine tratte da tutte le opere a cura dell’autore. I.”,”16 Croce in ‘Il materialismo storico del Marx’ (pag 551-563) del 1939 accusa Marx ed Engels di ‘utopismo’ (pag 553-554) “”Ma se il fondo del pensiero del Marx rimase quello degli utopisti (1), in che mai egli si distaccò da loro, tanto da darsi a credere di esser passato dall’utopia alla scienza? Non certo semplicemente per avere sbandito il metodo della persuasione, della propaganda e dell’esempio, professato e tentato dai comunisti utopisti, ed esser tornato al metodo della violenza secondo la tradizione del Babeuf e la pratica allora del Blanqui, perché il momento della violenza anche il Marx l’ammetteva, ma al modo dell’opera della levatrice che trae alla luce il parto maturo, intervenendo la violenza ad eseguire la sentenza di condanna su ciò che la storia ha già condannato. Il suo concetto si fondava sullo schema di filosofia della storia mutuato e imitato da quello hegeliano: mutuato, perché procedeva come quello per epoche logicamente dedotte l’una dall’altra, imitato e altrimenti colorito, perché le sue epoche storiche, diversamente dalle hegeliane, non erano distinte secondo i gradi della libertà ma secondo i gradi dell’economia, e il protagonista era qui non la germanicità ma il proletariato, che doveva seppellire la borghesia come la borghesia aveva seppellito il feudalismo, e come il feudalismo e il suo servaggio avevano fatto, al tempo loro, dell’antica economia di schiavi. Questa costruzione metafisica, e, come si è detto, di provenienza teologica, queste previsioni aprioristicamente sicure (il Labriola, per farle passare, le chiamava “”previsioni morfologiche””), questo deteriore hegelismo, del quale il Marx, e il suo pedissequo Engels, proclamavano erede il proletariato tedesco (2), è ciò che egli denominava “”scienza””; e per questa non scienza ma metafisica della più bella acqua, s’illuse di avere assiso su salde basi il comunismo e di poterlo a ragione contrapporre come scientifico all’antecedente utopismo. Il comunismo non era già una forma sociale un tempo posseduta e da riacquistare, e neppure era, a suo senso, un ideale da attuare, ma il movimento effettuale, ‘die wirkliche Bewegung’, che la storia compie da sé, per la sua intrinseca logica (3). Il Marx fu sempre assai rigoroso e meticoloso nel criticare ed opporsi a ogni tentativo di saltare alcuno dei gradi di transizione da lui dedotti come necessari, e anzitutto all’impetuoso e anacronistico rivoluzionarismo, che si rifiutava allora di allearsi e dare sostegno al radicalismo borghese e alle sue richieste d’istituzioni liberali, le quali la borghesia doveva ottenere per proprio perfezionamento e prima di essere rovesciata, per questo perfezionamento stesso, dal proletariato; e parimente all’impazienza che non voleva aspettare la maturazione del proletariato a tal vigore e coscienza che lo facessero pronto e capace successore della borghesia e creatore della nuova società”” [Benedetto Croce, ‘Il materialismo storico del Marx’ (1947) (in) ‘Filosofia – Poesia – Storia. Pagine tratte da tutte le opere a cura dell’autore. I.’, Milano-Napoli, 2006] [(1) Che questo fondo passasse tal quale nell’unico marxista italiano che seriamente ripensò e procurò di assimilare il Marx, Antonio Labriola, feci già altra volta avvertire. Si veda in ‘Materialismo storico ed economia marxistica’ (ottava ed., Bari, 1946, pp. 305-6 n.). Per il Labriola, nella società comunistica, “”organizzata in modo da dare a tutti i mezzi di perfezionarsi””, essendo stati “”rimossi gli impedimenti al libero sviluppo di ciascuno””, che “”ora differenziano le classi e gl’individui””, avviene che ciascuno trovi “”nella misura di ciò che occorre alla società il criterio di ciò che per lui è il fattibile e il necessario a fare””, adattandosi al fattibile “”non per esterna costrizione””, ecc. ecc., e cade l’antinomia dell’ottimo e del pessimo, e l’opposizione tra diritti e doveri, perché ciascuno naturalmente presta secondo le sue forze e riceve secondo i suoi bisogni; e sarà eliminata in buona parte la materia della penalità, e non vi sarà bisogno di sanzioni religiose; e così via; vedi ‘Discorrendo di socialismo e di filosofia’, seconda edizione, pp. 101-3; (2) Il pensiero, svolto molto più tardi dall’Engels, nel suo scritto sul Feuerbach, è già nella marxistica ‘Critica della filosofia del diritto di Hegel’, che ha la data del 1844; (3) Ueber historischen Materialismus’, cit., p. 72] (pag 553-555) Cróce, Benedetto. – Filosofo e storico (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952). Studiò a Napoli, che divenne presto la sua dimora abituale. Scampato dal terremoto di Casamicciola (1883) in cui perdette i genitori, fu accolto a Roma in casa dello zio Silvio Spaventa, e vi rimase sino al 1886; ivi intraprese gli studî di giurisprudenza che non continuò, preferendo dedicarsi ai corsi universitarî di etica di Antonio Labriola. Tornato a Napoli, si diede a indagini erudite, ma presto l’erudizione – che pure coltivò poi sempre con geniale dottrina – gli si palesò insoddisfacente, e sentì il bisogno, tipico/””>tipico in lui, di trasferire i suoi interessi mentali su un piano di riflessione critica. Primo segno d’una revisione radicale in senso filosofico del suo atteggiamento è la memoria su La storia ridotta sotto il concetto generale dell’arte (1893). Ha inizio così una fervida opera da cui la cultura italiana uscì rinnovata, opera in cui il C. ebbe lungamente compagno Giovanni Gentile, finché ragioni speculative prima e poi politiche non ruppero l’accordo dei due filosofi, e che ha come documento, oltre che le opere dell’uno e dell’altro, le annate de La Critica (v.), fondata nel 1903, la quale rappresentò l’insigne organo del rinnovamento. Senatore dal 1910, ministro dell’Istruzione con Giolitti (da lui sempre ammirato) nel 1920-21, assunse nel 1925, dopo che il fascismo si fu dichiarato nella sua essenza totalitaria, deciso atteggiamento di opposizione, redigendo il Manifesto degli intellettuali antifascisti, i quali guardarono poi sempre a lui come a un esempio. Caduto il fascismo, tornò per breve tempo alla vita politica attiva, come ministro senza portafoglio nel gabinetto Badoglio (aprile-giugno 1944) al quale parteciparono i sei partiti antifascisti del CLN, e nel primo gabinetto Bonomi (costituito il 18 giugno, ma il C. si dimise il 27 luglio); tenne sino al 1947 la presidenza effettiva del Partito liberale e sino al 1948 quella onoraria, fu consultore, deputato alla Costituente e dal 1948 senatore di diritto. Nel 1947 fu nominato socio onorario dell’Accademia dei Lincei, della quale era stato in passato (1923-35, 1945) socio nazionale; nello stesso anno fondò a Napoli l’Istituto italiano per gli studi storici, a disposizione del quale aveva posto la sua biblioteca, forse la più importante biblioteca privata d’Italia. Cardine fondamentale del sistema crociano è il nesso o dialettica dei “”distinti””, come integrazione della hegeliana dialettica degli “”opposti””. Con esso il C. intese rivendicare la distinzione e autonomia delle forme dello spirito. Carattere peculiare dell’attività del C. è il costante parallelismo tra la sua opera di filosofo e quella di indagatore di specifici problemi storici, letterarî, politici, ecc.: la sua filosofia, da lui appunto concepita come “”metodologia della storia””, s’invera assiduamente nel concreto. ? Il giovane C. parte nella sua battaglia contro il positivismo dalle posizioni spiritualistiche del De Sanctis e dallo storicismo del Vico, e “”storicismo assoluto”” è appunto la definizione ultima, da lui stesso offerta, del suo pensiero. Insufficiente, sin dall’inizio, gli apparve il positivismo a chiarire le ragioni della poesia e della storia, ambedue per il C. conoscenza dell’individuale e pertanto non riducibili a classi di fenomeni naturalisticamente intese, e non spiegabili meccanicisticamente. La storiografia si distingue, senza negarla, dalla scienza, essa – affermò il C. all’inizio – può esser ridotta al concetto generale dell’arte, ma l’ulteriore sviluppo della sua indagine è volto a distinguere tra arte e storia: la prima è una forma di conoscenza che si distingue dalla storica e dalla scientifica, in quanto è “”intuizione””, indipendente dalla conoscenza razionale, dall’utilità e dalla morale, e s’identifica con la sua espressione. Ma certamente l’estetica crociana presenta anche, in nuce, una teoria dello spirito, in cui, accanto all’attività teoretica, è formulata una teoria dell’attività pratica. Il Croce aveva maturato questa parte del suo pensiero attraverso le suggestioni che prima dell’elaborazione dei suoi pensieri sull’arte gli erano venute dallo studio della filosofia del Marx e dall’amicizia con il Labriola. Già da questo il materialismo di Marx veniva opposto, come metodo e teoria storiografica, al filologismo indifferente e sterile. Il C. chiarisce l’essenza di questa nuova problematica del materialismo marxista nella necessità di determinare il posto che nella vita dello spirito spetta all’attività economica. E mentre il marxismo aveva concepito la realtà economica come condizione o struttura, C. fa dell’economicità una delle forme della spiritualità, ponendo, accanto alle categorie tradizionali del Bello (estetica), del Buono (morale), del Vero (logica), la quarta categoria dell’Utile (economica). Ma con questa accettazione del momento economico, che è anche limitazione di esso, C. si sottrae alla suggestione del marxismo, che gli appare ormai errore filosofico; esso però permette al C. di riprendere e sistemare la teoria romantica della politica come pura economicità non tiranneggiata da esigenze etiche, e di ricongiungersi, ancora più indietro, al Machiaveili. ? Per dare una compiuta teoria del giudizio estetico e di quello logico, il C. doveva peraltro indagare la sfera specifica nella quale lo spirito, fattosi autocosciente, elabora i predicati del giudizio. Questo compito è affrontato nella Logica, e il problema è avviato a soluzione con la distinzione, che il C. introduce in questa opera, tra concetti puri e pseudoconcetti, cioè tra ragione e intelletto. L’intelletto astratto viene rigettato fuori dei confini dell’attività conoscitiva, in quelli dell’attività pratica, conformemente alle indicazioni e alle conclusioni cui per altre vie e con altri intenti era giunta la gnoseologia e metodologia delle scienze, partendo dal seno stesso del positivismo. Liberatosi dagli impacci degli pseudoconcetti, il C. elabora la teoria del concetto puro, che vive nel giudizio. E infine, con l’identificazione di giudizio esistenziale, o individuale, e giudizio definitorio, compie il passo decisivo, rivelando l’insopprimibile storicità di ogni giudizio, che è il coronamento dell’edificio filosofico di C. e il delicato punto in cui storia e filosofia operano una reciproca integrazione. Tuttavia, una simile ampia sistemazione non sarebbe del tutto intelligibile se non se ne chiarisse ancora un presupposto, che è quello dell’incontro diretto del pensiero del C. con quello di Hegel (Ciò che è vivo e ciò che è morto della filosofia di Hegel, 1906), del quale, attraverso lo studio del marxismo e “”mercé l’amicizia e la collaborazione col Gentile””, aveva già avuto a risentire. Al C. si era venuta rivelando una visione della realtà la quale, per la concezione dei distinti, si ordina e circolarmente trapassa in forme diverse e ritornanti, in una guisa che può apparire del tutto pacifica. Il C. accordò tale concezione con la dialettica propria dell’hegelismo, la quale sottolinea il momento della lotta e del contrasto tra gli elementi che danno struttura alla realtà, mostrando invece che il momento negativo in una forma distinta non è altro che la positività di un altro distinto che al primo si surroga, per cui alla realtà non viene a mancare l’anelito dialettico e la spinta al divenire, ma non manca nemmeno la capacità di presentarsi positiva ed equilibrata in ogni suo momento. In tal modo una teoria della storiografia era orma i compiuta. Essa imponeva al filosofo-storico di adeguare il suo pensiero e di cogliere i suoi problemi in una realtà che continuamente si rinnova. ? Gli eventi pubblici seguiti alla prima guerra mondiale lo indussero poi a trasformare i suoi concetti interpretativi della realtà in precetti e norme di vita: nacque così il suo liberalismo; come prima aveva rivendicato l’autonomia della politica, così ora, di fronte a violente ideologie politiche che danno sanzione etica allo stato, è indotto a rivendicare, nel quadro della distinzione, l’autonomia e l’alterità della vita morale rispetto all’attività politica. Il ripensamento e la colorazione etica dei concetti fondamentali del sistema diventano nota caratteristica di questa seconda fase della vita del filosofo, e da essa sgorga gran parte della produzione del C. storico, che è tutta rivolta alla contemplazione e all’esaltazione delle forze morali che operano nella storia. C. teorizza questa esperienza nella distinzione di storiografia puramente economica e di storiografia etico-politica, nell’idea della storia come storia della libertà e della libertà come ultima religione dell’umanità. ? La metodologia degli studî letterarî e storici è uscita profondamente rinnovata dall’insegnamento del Croce. Lo studio della poesia, come d’ogni altra arte, deve tendere – egli insegnò – all’individuazione della personalità dell’artista; tutto ciò che è esterno a lui può concorrere a spiegarlo ma non lo condiziona ai fini dell’accertamento della sua poesia; è assolutamente inefficiente, anzi dannoso, un raggruppamento storico degli artisti; storia dell’arte non è possibile fare, e tanto meno storia di singoli generi letterarî che sono astrazioni di critici, non realtà. Le ricerche care al vecchio “”metodo storico”” sono bensì legittime, ma solo al servizio della ricostruzione storica d’una determinata cultura o civiltà, non mai per la vera comprensione d’un poeta o artista. La storia, a sua volta, è sempre contemporanea, nel senso che essa è legata al presente, nella persona e nell’ambiente dello storico, che muove sempre nell’opera sua da proprî interessi attuali. La storiografia non è cronaca grezza di avvenimenti, ma ricostruzione e giudizio dei fatti, sintesi di intuizione e concetto; è sempre “”etico-politica””, cioè storia della vita morale e civile dell’uomo. Il linguaggio è creazione individuale, e quindi atto spirituale, espressione di fantasia e non di logica, è dunque sinonimo di poesia; la linguistica, com’è tradizionalmente intesa, cioè come studio di suoni, di forme, di significati, ecc., ha la sua legittimità, ma come studio di fatti sociali. E si tacciono qui gli insegnamenti del C. in molti altri campi di studio, anche lontani da quelli da lui coltivati (per es., nella filologia testuale); ma non può essere taciuto che nella storia della prosa italiana moderna, la prosa del C., così limpida e precisa, senza sbavature di sorta, sostenuta ma senza pedanterie e leziosaggini, rappresenta un momento di notevole importanza. Pertanto il C., anche se non gli mancarono critici e avversarî talvolta violenti, appare come la figura di maggior rilievo della vita culturale italiana della prima metà del Novecento. Tra le opere di critica e storia letterarie: Saggi sulla letteratura italiana del Seicento (1911); La letteratura della nuova Italia (6 voll., 1914-40); Goethe (1919); Ariosto, Shakespeare e Corneille (1920); La poesia di Dante (1921); Poesia e non poesia (1923); Storia dell’età barocca in Italia (1929); Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento (1931); Poesia popolare e poesia d’arte (1933); Nuovi saggi sul Goethe (1934); Poesia antica e moderna (1941); Poeti e scrittori del pieno e tardo Rinascimento (3 voll., 1945-52); La letteratura italiana del Settecento (1949); Letture di poeti e riflessioni sulla teoria e la critica della poesia (1950). Tra le sue opere filosofiche, fondamentale è la Filosofia dello spirito in tre volumi (Estetica come scienza della espressione e linguistica generale, 1902; Logica come scienza del concetto puro, 1909; Filosofia della pratica, 1909), a cui poi si aggiunse la Teoria e storia della storiografia, 1917 (uscita però già nel 1915 in lingua tedesca a Tubinga: Zur Theorie und Geschichte der Historiographie). Altri scritti filosofici: Materialismo storico ed economia marxista (1900), Problemi di estetica (1910); La filosofia di G. B. Vico (1911); Cultura e vita morale (1914); Nuovi saggi di estetica (1920), in cui è compreso il Breviario di estetica (1913); Etica e politica (1931); Ultimi saggi (1935); La poesia (1936); La storia come pensiero e come azione (1939); Il carattere della filosofia moderna (1941); Discorsi di varia filosofia (2 voll., 1945); Filosofia e storiografia (1949); Storiografia e idealità morale (1950); Indagini su Hegel e schiarimenti filosofici (1952). Tra gli scritti di storia etico-politica: La rivoluzione napoletana del 1799 (1912); Storia del Regno di Napoli (1925); Storia d’Italia dal 1871 al 1915 (1928); Storia d’Europa nel secolo decimonono (1932). Scritti varî: Contributo alla critica di me stesso (1918); Conversazioni critiche (5 voll., 1918-1939); Storia della storiografia italiana nel secolo XIX (2 voll., 1921). Nel 1951 fu pubblicata nei “”classici Ricciardi””, a cura dello stesso C., un’antologia delle sue opere (Filosofia, poesia, storia), con una compiuta cronologia. (Treccani.it)”,”CROx-049″
“CROCE Benedetto”,”Filosofia – Poesia – Storia. Pagine tratte da tutte le opere a cura dell’autore. II.”,”17 “”Il liberalismo è, tutt’insieme, amico e avversario della democrazia. Amico, perché la sua classe dirigente è una classe aperta e i suoi sforzi si volgono ad accrescere sempre più ed a scegliere sempre meglio i suoi componenti e i suoi aderenti, e perciò consiste in un governo che è, nell’atto stesso, educazione dei governanti al governo. Ma è avversario della democrazia quando questa tende a sostituire il numero e la quantità alla qualità, perché sa che, così facendo, la democrazia prepara la demagogia e, senza volerlo, le dittature e le tirannie, distruggendo sé medesima”” (pag 1062) [B. Croce; Risposta a un questionario della ‘New Republic’]”,”CROx-050″
“CROCE Benedetto, a cura di Adelina BISIGNANI”,”Croce. Il partito politico.”,”Adelina Bisignani collabora alla cattedra di Storia delle dottrine politiche presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Bari. Ha pubblicato uno studio su Schmitt e Weber: ‘Democrazia e sovranità’, Palomar, 1996, e alcuni saggi sulla filosofia politica italiana del ‘900, tra cui ‘Ideologie politiche del ’68’ (1999).”,”CROx-001-FC”
“CROCE Benedetto”,”Logica come scienza del concetto puro.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-005-FF”
“CROCE Benedetto”,”La filosofia di Giambattista Vico.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-006-FF”
“CROCE Benedetto”,”Storia del Regno di Napoli.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-007-FF”
“CROCE Benedetto”,”Storia d’Europa nel secolo decimonono.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-008-FF”
“CROCE Benedetto”,”La poesia. Introduzione alla critica e storia della poesia e della letteratura.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-009-FF”
“CROCE Benedetto”,”La storia come pensiero e come azione.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-010-FF”
“CROCE Benedetto”,”Storia dell’estetica per saggi.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’ Manca indice dei nomi”,”CROx-011-FF”
“CROCE Benedetto”,”Storia d’Italia dal 1871 al 1915.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-012-FF”
“CROCE Benedetto”,”Letture di poeti e riflessioni sulla teoria e la critica della poesia.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’”,”CROx-013-FF”
“CROCE Benedetto, a cura di Giuseppe GALASSO”,”Teoria e storia della storiografia.”,”””Durante il dominio del positivismo, la corrente romantica non solo si mantenne nelle sue esagerazioni e, come si è mostrato, s’insinuò nella sua stessa antitesi naturalistica, ma persistette altresì nella sua forma migliore. (…)”” (pag 336)”,”CROx-014-FF”
“CROCE Benedetto”,”La letteratura della nuova Italia. Saggi critici. Volume IV.”,”””Ma il Mastriani presenta altresì un qualche interesse letterario. Venuto in fama lo Zola, egli più volte protestò che gli ‘Assommoir’, i ‘Ventre de Paris’, le ‘Nana’ e simili, erano cose vecchie: prima dello Zola, non aveva egli scritto ‘I vermi’, ‘I vampiri’, ‘I misteri di Napoli’, e simili? Si notava, infatti, nel Mastriani, una certa tendenza verso il contenuto e le forme del verismo: perfino, nelle parti narrative, quel miscuglio di modi dialettali e di modi italiani, che si vide in seguito nel Verga. Tutto ciò, senza dubbio, rimaneva in lui crudo, rozzo, bruto, non attingeva l’arte; ma era nondimeno come la scoperta di un filone d’arte”” (pag 300)”,”CROx-001-FGB”
“CROCE Benedetto”,”Storia dell’età barocca in Italia. Pensiero, poesia e letteratura, vita morale.”,”Volume dedicato da Croce a Carlo Vossler “”Nelle storie generali che si sogliono scrivere della filosofia, con le ultime grandi figure della filosofia del Rinascimento, Telesio, Bruno, Campanella, si considera terminata la parte d’Italia. E questo giudizio ha del vero, perché in effetti altri pensatori di pari altezza non compaiono il Italia nelle generazioni prossime seguenti, e il moto da quelli iniziato si spezza qui, ed è proseguito altrove. Ma è anche un giudizio sommario, che, preso alla lettera, suggerisce una rappresentazione storica incompiuta, come si dimostra a chi conduca una più particolare ed esatta indagine. Era difficile, in verità, che un popolo come l’italiano, che aveva accumulato tante esperienze e tanta cultura, pur cadendo a quel tempo in una sorta di torpore, perdesse di colpo ogni virtù, smettesse ogni opera di meditazione e di critica. Bisogna, dunque, determinare dove e come il pensiero italiano continuò a lavorare, il che condurrà a una migliore conoscenza non solo della cultura italiana di quel tempo, ma anche di taluni aspetti della cultura europea. Certamente non continuò nella sfera della vita religiosa, nella critica della tradizione e dei dommi, nella quale l’estremo umanesimo, stimolato dalla Riforma germanica, si era cominciato a muovere. Questo è chiaro e comunemente ammesso: solo che conviene forse rettificare la ragione che se ne reca, riposta nell’oppressione politica e chiesastica e nel rigore della Santa Inquisizione; onde quel tacere viene descritto come un brutale soffocamento e una compressione dall’esterno. Le violenze esterne, da sole, non valgono mai a spegnere il pensiero, e tutt’al più possono portare ai roghi i corpi mortali di taluni degli uomini che lo esercitano: come, per l’altro verso, l’assenza di costrizione non basta a far nascere i pensieri arditi e i geni filosofici. La rinunzia alla critica religiosa fu allora, in Italia, anzitutto la spontanea conclusione del dilemma tra due diverse autorità, l’autorità della Bibbia, più o meno genuinamente interpretata, e l’autorità della Chiesa e della sua tradizione, con l’accettazione di questa seconda autorità. (…). Donde lo stabilirsi in Italia di una generale osservanza ortodossa, così schiva e scrupolosa e zelante quale nessuna costrizione avrebbe potuto mai produrre. La gente più eletta e più culta vi partecipava in prima linea; e non era raro il caso che si andasse di proprio impulso e volontà ai tribunali della fede ad accusarsi di dubbi o di fuggevoli assentimenti a poco ortodosse credenze, per ottenere l’assoluzione e la penitenza. Non mancavano i ribelli e i miscredenti (…). Ma costoro non avevano importanza intellettuale, piuttosto che pensatori, blasfematori; (…)”” (pag 57-59)”,”CROx-056″
“CROCE Benedetto”,”Cultura e vita morale. Intermezzi polemici.”,”‘Il sindacalismo fu la nuova forma del gran sogno di Marx, e fu risognato da un osservatore acuto quanto lui nei fatti sociali, e forse di più di lui animato da spirito etico e religioso: da GIorgio Sorel – il quale assimilò il movimento operaio a quello cristiano, volle disciplinarlo su quel modello, gli concedette con l’idea dello sciopero generale, il conforto del mito, e lo armò del sentimento di scissione”” (pag 176-177)”,”CROx-057″
“CROCE Benedetto”,”Breviario di estetica. Quattro lezioni.”,”””Con la percezione siamo entrati in un nuovo e vastissimo campo spirituale; e, veramente, non ci sono parole sufficienti per satireggiare quei pensatori che, ora come pel passato, confondono immagine e percezione, e fanno dell’immagine una percezione (l’arte come ritratto o copia o imitazione della natura, o storia dell’individuo e dei tempi, ecc.), e, peggio ancora, della percezione una sorta d’immagine, che si coglierebbe coi “”sensi”””” (pag 64)”,”CROx-002-FV”
“CROCE Benedetto”,”L’Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra.”,”””E poi sarei veramente diventato così stolto da confondere fanciullescamente l’ammirazione per gli uomini di genio col favoreggiamento politico dei paesi dove essi nacquero? Ma a questa stregua dovrei andare abbracciando politicamente tutti i popoli che ora sono in guerra: l’Inghilterra per Shakespeare, la Francia per Cartesio, la Russia per Tolstoi, tutti insomma, tranne forse la povera Serbia, della quale (foerse per effetto di mia ignoranza) non conosco ancora il genio poetico e filosofico. Certamente, tu colpiresti assai più giusto, se parlassi quanto alla Germania odierna, della mia profonda ammirazione per la sua virtù politica ed etica. ma onn per questo mi coglieresti in fallo; perché, chi non ammira questa Germania?”” (pag 21-22) [Croce, ‘Cultura tedesca e politica italiana’, Italia Nostra, 27 dicembre 1914] Ancora dello Stato come potenza (pag 80-115) La guerra e gli studi, la guerra e la borghesia, la guerra italiana, l’esercito e il socialismo (pag 207-228) Il diario di un giovane tedesco caduto in guerra (si tratta di Otto Braun morto sul fronte francese nell’aprile del 1918, entrato in guerra volontario a 17 anni, giovane di grande precocità intellettuale e per severa preparazione di studi, figlio di Enrico Braun e di Lily Braun autrice del volume ‘Memorie di una socialista’) (pag 317-327) (testo riportato nell’edizione italiana, Otto Braun, ‘Diario e lettere’, trad. Ruta, Bari, Laterza, 1923)”,”CROx-058″
“CROCE Benedetto”,”Materialismo storico ed economia marxistica.”,”Benedetto Croce nasce a Pescasseroli in Provincia dell’Aquila il 25/2/1866,. Nel 1883 a 17 anni frequenta il Collegio a Napoli. Croce fece i suoi studi di giurisprudenza all’Università di Napoli città dove acquista la casa che fu di Giambattista Vico, nella quale si trasferisce a vivere. B. Croce filosofo, critico letterario, scrittore, ideologo liberalismo novecentesco, esponente del neoidealismo, muore a Napoli il 20/11/1952.”,”CROx-004-FL”
“CROCE Isabella FERRANTE Riccardo ROLLANDI Maria Stella PUNCUH Dino ROLLANDI Maria Stella VARNIER Giovanni B.”,”Di un palazzo dei Salvago e del suo cantiere (Croce); Università e cultura giuridica a Genova tra Rivoluzione e Impero (Ferrante); Lavorare sul mare. Economia e organizzazione del lavoro marittimo tra Otto e Novecento (Rollandi); Per il giorno della memoria 27 gennaio 2003: Il dovere della memoria (Puncuh); Le leggi razziali e l’Università di Genova: prime ricerche sui docenti (Rollandi); L’Accademia Ligure di Scienze e Lettere e le “”leggi razziali”” tra silenziose espulsioni e tarde reintegrazioni (Varnier).”,”scritti di Roberto MORESCO Maria Rosa MORETTI Giovanni MUTO Giovana NICOLAJ Angelo NICOLINI Antonio OLIVIERI Giuseppe ORESTE Giovanni PETTI BALBI Vito PIERGIOVANNI Marco POZZA Ausilia ROCCATAGLIATA Annalisa ROSSI Antonella ROVERE Eleonora SALOMONE Anna SALONE Lorenzo SINISI Giovanni Battista VERNIER Luisa ZAGNI Stefano ZAMPONI”,”LIGU-006-FSD”
“CROCE Benedetto”,”La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza.”,”””Spagna e Italia vissero per oltre due secoli vita quasi comune, per effetto e del dominio territoriale e della egemonia politica spagnuola del nostro paese”” (pag 1)”,”CROx-001-FSD”
“CROCE Benedetto”,”Logica come scienza del concetto puro.”,”””(…) [N]essun libro contenta mai del tutto; ogni libro spegne una sete solamente per darne una nuova. Tanto che, a lettua finita o nel corso della lettura, si prova spesso il rammarico di non potere dialogare a viva voce con l’autore; e siamo tratti, come Socrate nel ‘Fedro’, a giudicare le orazioni scritte simili alla pitture, perché non rispondono alle domande, ma ripetono sempre le cose già dette (Phoedr. 275) come quel professore padovano del secolo decimoquinto il quale commentando il giureconsulto Paolo, stizzito per le difficoltà nelle quali urtava, usciva nel grido: «Iste maledictus Paulus tam obscure loquitur ut, si haberem eum in manibus, eum ‘per capillos’ interrogarem!». Ma se poi invece del libro muto ci fosse innanzi un uomo vivo, un Paolo afferrato pei capelli e costretto a parlar chiaro, il processo sarebbe il medesimo: la parola di lui verrebbe tradotta dalla nostra, il problema di lui sveglierebbe nel nostro spirito un problema nostro. Senonché l’autore stesso di una proposizione filosofica è sempre insoddisfatto, e sente che il suo discorso o il suo scritto basta appena per un istante, e subito poi si dimostra dal più al meno insufficiente. Epperò a ogni filosofo, come a ogni poeta, non piacciono davvero dei propri libri se non quelli che egli farà; e, come Carlo Marx, nell’ultimo anno di sua vita, a chi gli proponeva di dare un’edizione completa delle sue opere rispondeva di doverle «ancora scrivere», così ogni filosofo, al pari di ogi artista vero, ‘ne saurait se plaire’ e muore insoddisfatto”” (pag 187-188) [Benedetto Croce, Logica come scienza del concetto puro’, Laterza, Bari, 1958]”,”CROx-060″
“CROCE Benedetto”,”La filosofia di Giambattista Vico.”,”‘Opere di Benedetto Croce in edizione economica’ “”I trattati del diritto naturale furono, nel secolo decimosettimo e nel seguente, per la borghesia, quel che il ‘Manifesto dei comunisti’ e il grido «Proletari di tutto il mondo, unitevi!», tentarono di essere per la classe operaia del decimonono”” (pag 76)”,”CROx-061″
“CROCELLA Carlo BREZZI Camillo PEPE Adolfo PARISELLA Antonio SIRCANA Giuseppe”,”Movimento operaio e organizzazione sindacale a Roma (1860-1960). Documenti per la storia della Camera del Lavoro. Volume primo.”,” Documento n. 13: La preparazione del 1° maggio 1915 (pag 246) Documento n. 7: Lo sciopero internazionalista di solidarietà con la “”settimana rossa”” di Berlino, 1919″” (pag 288-289)”,”MITT-372″
“CROMPTON Rosemary”,”Classi sociali e stratificazione.”,”Rosemary Crompton insegna Sociologia alla University of Leicester. “”Seppure in maniera indiretta, tutte queste argomentazioni hanno avuto un profondo impatto sull’analisi sociologica delle classi e della stratificazione. Il sociologo americano Erik Wright (I989), … ha elaborato tanto la sua “”mappa delle classi”” quanto la sua strategia di analisi sulla base di questi stimoli teorici (di Marx ecc., ndr). Più in generale, si può sostenere che i dibattiti contemporanei fra i teorici del marxismo hanno contribuito ad alimentare l’idea secondo la quale il concetto di classe ha perso la sua rilevanza analitica nello studio delle società contemporanee”” (paragrafo ‘Marx’, capitolo L’analisi delle classi: l’eredità classica e i suoi sviluppi’) (pag 45)”,”TEOS-140″
“CROMWELL O., a cura di Bruno REVEL”,”Discorsi e lettere della rivoluzione 1635-1658.”,”Discorso in Parlamento (1654) “”(,..) E non è la libertà di coscienza in fatto di religione cosa fondamentale? Se la suprema magistratura ha ottenuto piena libertà per erigere secondo coscienza una chiesa di stato, non deve garantire una simile libertà agli altri? Libertà di coscienza è un diritto di natura, e chi la pretende per sé deve garantirla altrui! Ora ogni setta dice: datemi libertà! Ma datele potere, e quella setta non concederà libertà alle altre! (…)”” (pag71) “”Ma necessità non ha legge””. (pag72) “”(…) noi pensiamo, e ci appare chiarissimo, che noi dobbiamo lottare cogli Spagnoli per il dominio di tutti quei mari”” (pag 77)”,”UKIR-023″
“CRONIN A.J.”,”Anni verdi.”,”Wikip: A. J. Cronin nacque nel Rosebank Cottage, a Cardross nel Dunbartonshire (ora Argyll e Bute), in Scozia, da Jessie Montgomerie Cronin e Patrick Cronin[1]. La situazione familiare del giovane Cronin influenzò alcuni suoi scritti, come ad esempio La canzone da sei soldi, storia di carattere autobiografico che narra le vicende di Laurence, figlio unico di madre protestante e padre cattolico[2]. Il nonno paterno, Owen Cronin, insieme alla moglie, entrambi nati in Irlanda e cattolici, emigrarono da County Armagh, Irlanda, ad Alexandria, Scozia, diventando mercanti di occhiali e vasellame[3]. Il nonno materno, Archibald Montgomerie, protestante, era un cappellaio che possedeva un negozio a Dumbarton[4]. Dopo il matrimonio, i genitori di Cronin vissero per un periodo a Cardross. In seguito al peggioramento della salute del padre, malato di tubercolosi, dovettero trasferirsi ad Helensburgh, nel 1902, dove Cronin frequentò la Grant Street School. Quando il padre, un agente di assicurazione e viaggiatore di commercio, morì, Cronin aveva solo 8 anni e, nel 1904, si trasferì con sua madre a casa dei nonni materni a Dumbarton[5]. Fu uno studente precoce alla scuola elementare Dumbarton Academy dove vinse molte competizioni di scrittura. Nel 1912 la famiglia si trasferì a Yorkhill, Glasgow, dove frequentò il college St Aloysius[6]. La sua educazione scolastica prevedeva lo studio di molteplici discipline: algebra, geometria, trigonometria, educazione religiosa, inglese, letteratura francese e scienze[7]. Grazie alle sue notevoli qualità nel 1914, all’età di 18 anni, ebbe una borsa di studio in Medicina all’Università di Glasgow. La scelta di studiare medicina non era tra i suoi progetti, ma come spiegò lui stesso molti anni dopo, la famiglia lo pose dinanzi ad una scelta: «Puoi scegliere tra la medicina o la religione. Io ho scelto il male minore.» (Davies Alan, A.J. Cronin: The Man Who Created Dr Finlay, 2011, p. 66.) Durante la prima guerra mondiale, interruppe gli studi universitari per servire la Marina militare britannica (1916 – 1917) come chirurgo sotto-tenente[8]. Nel 1919 si laureò con lode, ricevendo un encomio in chirurgia clinica e un certificato di seconda classe in chirurgia metodica, pratica della medicina ostetrica e medicina psicologica[9]. Oltre all’esperienza nella Marina militare britannica, Cronin fece pratica in diversi ospedali, quali Bellahouston e Lightburn a Glasgow, al Rotunda Hospital a Dublino e infine a Tredegar, piccola cittadina mineraria nel Galles del sud[8]. Nel 1924 divenne ispettore medico delle miniere. Ottenne diversi riconoscimenti, tra cui il Diploma in sanità pubblica (1923) e venne eletto membro del Collegio dei Medici di Londra (1924)[10]. Negli anni successivi pubblicò un’indagine di carattere medico sui rischi professionali dell’industria estrattiva e in particolare sulla correlazione tra l’inalazione di polvere di carbone e malattie polmonari. Da questa ricerca trasse due romanzi: La cittadella (The Citadel, 1937), ambientato in Galles, e E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down), ambientato nel nord est dell’Inghilterra[11]. Nel luglio 1925 ricevette dall’Università di Glasgow il titolo di M.D. (Dottore in Medicina) per una dissertazione, intitolata “”La storia dell’aneurisma””.[12] Si trasferì a Londra dove praticò in Harley Street, e successivamente aprì un proprio studio medico al 152 Westbourne Grove, Notting Hill. Cominciò ad interessarsi all’oftalmologia[13]. Scrittore Nel 1930 gli venne diagnosticata un’ulcera duodenale cronica con precisa prescrizione medica di rimanere a riposo sei mesi in un luogo tranquillo[14]. Da qui la decisione di trasferirsi insieme alla moglie e ai due figli alla Dalchenna Farm vicino Loch Fyne, dove tra l’agosto e l’ottobre del 1930 scrisse il suo primo romanzo, Il castello del cappellaio (Hatter’s Castle)[15]. Il manoscritto venne immediatamente accettato da Gollancz, l’unica casa editrice alla quale sia stato apparentemente sottoposto (scelta probabilmente dalla moglie in maniera casuale, ovvero inserendo uno spillino in una lista di vari editori)[16]. Il castello del cappellaio fu pubblicato nel 1931 e fu un immediato e sensazionale successo, tanto che Cronin abbandonò la professione del medico e si dedicò completamente ad una carriera di prolifico autore. Come lui stesso scrisse in una copia personale del romanzo: «Questa, la mia prima novella, un grande successo, ha rimosso lo stetoscopio dalla mia mano e l’ha sostituito con una penna.» (Davies Alan, A.J. Cronin: The Man Who Created Dr Finlay, 2011, p. 95.) Seguirono I tre amori (The Three Lovers, 1932), Gran Canaria (Grand Canary, 1933), E le stelle stanno a guardare (The Stars Look Down, 1935), La cittadella (The Citadel, 1937), Le chiavi del regno (The Keys of the Kingdom, 1941) e Anni verdi (The Green Years, 1944). Molti libri di Cronin sono divenuti dei bestseller e tradotti in numerose lingue. Tra gli elementi di forza vanno annoverate le capacità narrative e il suo potere di esprimere osservazioni acute e descrizioni grafiche. In qualche novella o romanzo sono descritte le esperienze riguardo alla sua carriera di medico, in un drammatico miscuglio di realismo, romanticismo e di critica sociale[17]. La cittadella contribuì alla decisione di realizzare il National Health Service (servizio sanitario nazionale) in Gran Bretagna in quanto metteva in luce le ingiustizie e l’incompetenza della pratica medica di quei tempi. Da molte sue opere sono state tratte serie televisive e film di successo[18]. L’umanesimo di Cronin continua ancora oggi ad ispirare, ad esempio la sceneggiatura di Billy Elliot the Musical si rifà in parte al romanzo E le stelle stanno a guardare. Infatti, il brano d’apertura (And the Stars Look Down) è un omaggio a quest’opera.”,”VARx-020-FAP”
“CROOME H.M. HAMMOND R.J.”,”Storia economica dell’Inghilterra.”,”‘Il tradeunionismo rivoluzionario’. “”Il principale ispiratore e propagandista di queste idee fu Roberto Owen, che può essere chiamato il padre del socialismo britannico. (…) Egli era un idealista della specie più ottimista, e credeva che un solo scioper generale delle forze unite del lavoro avrebbe introdotto il millennio socialista. Nel “”nuovo mondo morale”” che questa rivoluzione incruenta avrebbe fatto nascere dovevano trionfare i principi della fratellanza universale, il lavoro doveva essere la sola misura del valore, ciascun uomo doveva ottenere il giusto ricavato del suo lavoro con la sparizione spontanea della povertà e del delitto. Egli riuscì ad ispirare con queste idee alcuni dei più abili capi unionisti dell’epoca, come GIovanni Doherty (segretario dell’unione dei filatori di cotone), Giovanni Gast (unione degli operai navali) e i fondatori della vasta e militante unione dei costruttori. Nel gennaio del 1834, dopo due o tre tentativi fatti da Doherty per riunire tutte le unioni in una sola organizzazione, fu fondata la grande unione nazionale dei mestieri.”” (pag 220-221)”,”UKIE-054″
“CROSBY Alfred W.”,”Imperialismo ecologico. L’espansione biologica dell’Europa, 900-1900.”,”Alfred W. Crosby (Boston, 1931) è stato professore di American Studies alla University of Texas. Fra i suoi scritti ricordiamo: ‘America, Russia, Hemp and Napoleon’ (1965) e ‘The Columbian Exchange: Biological Consequences of 1492’ (1972), ‘Epidemic and Peace, 1918’ (1976). “”La scoperta dell’America e quella di un passaggio alle Indie orientali per il Capo di Buona Speranza sono i due più grandi e più importanti avvenimenti che ricordi la storia del genere umano”” (Adam Smith, ‘Ricerca sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni’ (1776); “”Eppure, se brandiamo la spada dello sterminio mentre avanziamo, non abbiamo ragione di dolerci dei disastri che abbiamo causato”” (Charles Lyell, ‘Principles of Geology’ (1832); Ovunque l’Europa pone piede, sembra chela morte perseguiti l’aborigeno. Possiamo considerare le grandi estensioni delle Americhe, della Polinesia, del Capo di Buona Speranza e dell’Australia e troveremo lo stesso risultato”” (Charles Darwin, ‘Viaggio di un naturalista intorno al mondo’ (1839); “”La scoperta dell’America e la circumnavigazione dell’Africa offrono un nuovo terreno alla nascente borghesia. Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell’America, lo scambio con le colonie, l’aumento dei mezzi di scambio e delle merci in generale, diedero un impulso prima d’allora sconosciuto al commercio, alla navigazione, all’industria, e in pari tempo favorirono il rapido sviluppo dell’elemento rivoluzionario in seno alla società feudale che s’andava sfasciando”” (Karl Marx Friedrich Engels, ‘Manifesto del Partito comunista’ (1848)”” pag X [Alfred W. Crosby, ‘Imperialismo ecologico. L’espansione biologica dell’Europa, 900-1900’, Editori Laterza, Roma, Bari, 1988]”,”EURx-001-FFS”
“CROSS Gary”,”A Quest for Time. The Reduction of Work in Britain and France, 1840-1940.”,”Gary CROSS è Associate Professor of History alla Pennsylvania State University e autore di ‘Immigrant Workers in Industrial France: The Making of a New Laboring Class’ (1983).”,”MUKx-037″
“CROSS Gary”,”Tempo e denaro. La nascita della cultura del consumo.”,”L’A insegna storia nella Pennsylvania State University. Negli anni Venti e Trenta si prevedeva che l’avvento della produzione di massa avrebbe determinato un aumento del tempo libero. Così non è stato, e nel giro di una generazione la cultura del consumo ha innescato una sorta di circolo vizioso: anziché lavorare meno, si lavora di più per spendere di più.”,”USAS-043″
“CROSS Colin”,”La caduta dell’ impero britannico 1918-1968.”,”L’A è nato a Cardiff nel 1928 e ha frequentato il Portsmouth Grammar School e il Queen’s College di Cambridge. Fa parte della redazione dell’ ‘Observer’ di Londra. Ha viaggiato per tutto l’Africa, l’Asia e il Medio Oriente. Ha scritto libri sul fascismo inglese, sul partito liberale inglese pre 1914 e su Philip SNOWDEN pioniere del partito laburista.”,”UKIx-023″
“CROSS Ira B.”,”A History of the Labor Movement in California.”,”Libro dedicato dall’ autore a John R. COMMONS”,”MUSx-186″
“CROSSEY Ciaran MONAGHAN James ARCHER John FLEWERS Paul MCLLROY John CHRISTIANSON Alan LEVY Sam JONES Mike LUXEMBURG Rosa”,” Essays on Revolutionary Marxism in Britain and Ireland from the 1930s to the 1960s.”,”This double issue of Revolutionary History presents a wide range of material on revolutionary Marxism in Britain, Ireland and Russia that has not been published before. Editor: Al Richardson, Editorial, Work in Progress, Obituaries, Reviews, Letters, Reader’s Notes, A tribute to Ryan Worrall,”,”TROS-013-FL”
“CROSSMAN R.H.S.”,”Government and the Governed. A History of Political Ideas and Political Practice.”,”””La Costituzione americana segna una straordinaria avanzata rispetto al pensiero politico del Civil Government. Essa non solo segue strettamente Locke, ma interpreta e chiarifica la sua dottrina. Locke nella tradizionale atmosfera della politica inglese non vedeva nessun bisogno di affrontare un conflitto tra la volontà della maggioranza e i diritti naturali. La Costituzione americana affronta questo tema onestamente. Innanzitutto, la Costituzione scritta e i suoi difensori, la Corte suprema, assicurano che non ci dovrebbe essere alcuna nuova interpretazione dei “”diritti naturali”” portati attraverso i rapprentanti del popolo. La Costituzione potrebbe essere modificata dall’ interpretazione di legislatori esperti, ma un suo emendamento è stato reso difficile pur essendo possibile. Secondariamente, la volontà del popolo è stata divisa in una volontà federale e dello Stato e perciò indebolita. Terzo, la politica estera è stata rimossa interamente dal controllo del Congresso. Quarto, il Senato è stato collocato come il prodotto più distante e perfezionato della volontà popolare.”” (pag 98)”,”TEOP-196″
“CROUCH Colin PIZZORNO Alessandro a cura; saggi di E. CHERKI C. CROUCH P. DUBOIS C. DURAND S. ERBES-SEGUIN D. MEHL A.M. METAILIE’ W. MÜLLER-JENTSCH I. REGALIA M. REGINI E. REYNERI A. PIZZORNO M. SHALEV D. SOSKICE H.J. SPERLING”,”Conflitti in Europa. Lotte di classe sindacati e Stato dopo il ’68.”,”saggi di E. CHERKI C. CROUCH P. DUBOIS C. DURAND S. ERBES-SEGUIN D. MEHL A.M. METAILIE’ W. MÜLLER-JENTSCH I. REGALIA M. REGINI E. REYNERI A. PIZZORNO M. SHALEV D. SOSKICE H.J. SPERLING CROUCH insegna sociologia alla LSE. PIZZORNO è docente di sociologia all’ Università statale di Milano.”,”MEOx-027″
“CROUZET Maurice”,”La época contemporánea. En busca de una nueva civlización. Libro III. El mundo comunista. Libro IV. Los países dependientes y coloniales. Cuarta parte. El auge de la ciencias y las técnicas.”,”CROUZET Maurice, Ispettore generale dell’ Istruzione Pubblica francese. “”India potenza mondiale. La nascita della Repubblica sovrana indipendente dell’ India, il secondo stato per popolazione, la sua situazione geografica e il suo potenziale economico in un’Asia ancora molto arretrata, rispetto ad essa, le assicurano una posizione di primordine e le permettono di svolgere considerevoli ruoli. A partire dal 1948 si riunisce a Nuova Delhi la Conferenza incaricata di risolvere il problema dell’ Indonesia; il suo prestigio e la sua autorità aumentano a causa dei suoi sforzi per conseguire un armistizio in Corea dal luglio del 1951 e di giungere ad una soluzione pacifica del conflitto. Lo stesso si ha con il suo ruolo di dirigente del blocco arabo-asiatico di tendenza neutralista nell’ Assemblea dell’ ONU, la sua azione perseverante a Ginevra sulla risoluzione della guerra del Vietnam, e nel 1956 per evitare la spedizione franco-briannica a Suez la sua simpatia e l’ aiuto ai popoli asiatici ed africani, sommessi alla dominazione straniera, la sua ferma volontà di non affiliarsi a nessun gruppo di fronte al suo conflitto con la Cina a causa del territorio di Ladak (1959), di rimanere fuori dalla guerra fredda, e influire per impedire la rottura tra le due grandi potenze industriali, Stati Uniti e Russia. Quanto al Pakistan, esso cerca di avere un ruolo preponderante tra i vari paesi musulmani, poichè è lo Stato musulmano più popolato. (pag 862)”,”PVSx-032″
“CROUZET Maurice”,”L’epoca contemporanea. Alla ricerca di una civiltà nuova.”,”CROUZET Maurice “”Ogni forza si esaurisce, la facoltà di guidare la storia non è una proprietà perpetua. L’Europa, che l’ha ereditata dall’Asia tremila anni fa, forse non la conserverà per sempre”” (E. Lavisse, 1890) (in apertura) (pag 9) Foto pagina 17: soldati in trincea nel 1917 Foto pagina 640: lavoratori in officina meccanica a Bombay. “”Per due volte, in due diverse campagne di guerra, a più di vent’anni di distanza, ho sentito ufficiali di stato maggiore dire a proposito dell’insegnamento che avevano ricevuto: ‘La scuola di guerra ci ha ingannati'”” (Marc Bloch) (pag 261)”,”STOU-112″
“CROVETTO Pier Luigi”,”Storia della letteratura spagnola.”,”Pier Luigi Crovetto è ordinario di letteratura spagnola all’Università di Genova e insegna letteratura ispano-americana allo IULM di Milano. Ha dedicato saggi alla letteratura della Conquista, al barocco spagnolo, alla poesia e al romanzo contemporaneo. Ha diretto per l’Einaudi la collana ‘Il Nuovo Mondo’.”,”SPAx-145″
“CROVI Raffaele”,”Storie di letteratura, storia e scienza.”,”CROVI Raffaele (1934) vive a Milano e Reggio Emilia. Ha scritto varie opere tra cui ‘Il lungo viaggio di Vittorini’ (1998).”,”BIOx-289″
“CROWTHER J.G.”,”Six great scientists. Copernicus, Galileo, Newton, Darwin, Curie, Einstein.”,”CROWTHER J.G. Mikolaj Kopernik è stato un astronomo e astrologo polacco famoso per aver portato all’affermazione della teoria eliocentrica. Fu anche un ecclesiastico, un giurista, un governatore, un astrologo e un medico. (Wikip)”,”SCIx-455″
“CROZET Yves LE-BAS Christian”,”Les grandes puissances d’économie libérale, 1914-1948.”,”CROVET Yves agrégé de sciences sociales, Maître de conférences à l’Université Lumière-Lyon II. LE-BAS Christian Docteur d’Etat ès sciences économiques, Professeru de sciences économiques à l’Université Lumière-Lyon II. Contiene il capitolo: ‘Les dimensions économiques de la grande guerre’ (da pag 65) Tabella pag 72: Fronte militare e fronte economico. Le grandi date militari e le grandi date della guerra economica. Riquadro pag 80: ‘Guerres et déficits publics’ Tabella 1 pag 43: Commercio internazionale: le grandi tendenze. Il commercio mondiale. Variazione della quota di ciascun paese nel commercio mondiale 1880-1913: Francia da 11 a 7 Germania da 10 a 12 Regno Unito da 23 a 16 Stati Uniti da 10 a 11 Resto del mondo da 46 a 54 Totale 100 Fonte W.W. Rostow Il serait simpliste d’affirmer que l’économie de guerre des puissances centrales a été une première application de l’étatisme alors que les Alliés auraient conservé la logique libérale qui prévalait avant 1914. Néanmoins, il est intéressant de noter qu’en Angleterre et aux Etats-Unis, l’intervention publique a pris un tour différent. Notons tout d’abord que dans ces deux pays, le rationnement ne devait pas, pour des raisons de disponibilité, atteindre le niveau connu en Allemagne. De 1913 à 1920, alors que la production industrielle baissait de près de 40% en Allemagne, mais aussi en France, elle demeurait stable au Royaume-Uni et augmentait de 40% aux Etats-Unis. Dans ce dernier pays en tout cas, on ne peut donc parler de rationnement mais de mesures législatives et réglementaires pour soutenir la production.”” (pag 76)”,”QMIP-158″
“CROZIER Michel”,”Usines et syndicats d’ Amérique.”,”Nato nel 1922, Michel CROZIER ha studiato diritto e lettere. Deportato in Germania (STO) si impegna nella 1° armata francese e prende parte alle campagne d’ Alsazia e del Palatinato. Nel 1947 e 1948, una borsa accordatagli dalla Richerche Scientifique gli permette di passare 14 mesi in USA. Viaggia e soggiorna in vari stati e città americane e lavora su presentazione dei sindacati. Frequenta l’ ambiente operaio e sindacale. E’ qui che raccoglie il materiale per il suo libro. Ha collaborato con il Prof. DOLLEANS a un “”Essai de chronologie et de bibliographie comparée du mouvement ouvrier et du mouvement socialiste dans les quatre grands pays occidentaux, de 1750 à 1918. Sta preparando un’ opera importante sul movimento operaio americano. “”Come il Partito socialista, gli IWW non riescono a passare il capo della prima guerra mondiale. Ma non avvenne senza lotta e il governo federale dovette esercitare contro di essi la più severa repressione che mai sia stata impiegata nella storia del paese. Gli IWW si erano opposti all’ entrata in guerra degli Stati Uniti molto più chiaramente del Partito socialista. Non avevano esitato a suscitare degli scioperi che colpivano direttamente lo sforzo di guerra. Urgentemente i legislatori degli Stati dell’ Ovest votarono delle leggi eccezionali contro il “”sindacalismo criminale”” (‘Criminal syndicalism’, veniva usato il termine francese per aumentare il sospetto, nota). (…) Una grande onda di patriottismo esaltato fu deliberatamente provocata; scoppiarono delle risse; furono condotti dei processi spettacolo i California e a Chicago che portarono alla condanna automatica degli accusati, e il procuratore generale del Presidente Wilson, A. Mittchell Palmer, poté procedere ai suoi famosi “”raids”” contro le organizzazioni terroristiche che permisero la deportazione in Russia sovietica di centinaia di militanti influenti. Privati dei loro migliori capi, braccati dalla polizia e superati dai gruppi che si richiamavano direttamente al bolscevismo, gli IWW declinarono rapidamente””. (pag 159)”,”MUSx-184″
“CRUCIANI François testi; PROUST Marcel”,”Marcel Proust.”,”Da ‘Il Tempo ritrovato’: trasformazione degli usi parigini durante la guerra mondiale. Non riuscendo ad attingere dalla realtà esterna la verità delle proprie impressioni, il narratore scopre che l’unico modo per ritrovare il tempo perduto è la creazione dell’opera d’arte. (pag 81) (antologia)”,”VARx-022-FER”
“CRUMP John”,”The Origins of Socialist Thought in Japan.”,”Keir Hardie in Giappone. Keir Hardie visitò il Giappone nell’ agosto 1907 come tappa di un tour mondiale. Quanto si seppe che Hardie sarebbe venuto in Giappone, Sen Katayama diede di persona il benvenuto al leader del British Independent Party (ILP) a nome dei socialisti giapponesi. (…) La stima di Katayama per Hardie era totalmente diversa da quella espressa in alcuni commenti che Sakai Toshihiko aveva fatto sul Shakai Shimbun un mese prima. Descrivendo Hardie come socialdemocratico di destra, Sakai scrisse che – invece di fare causa comune con i socialdemocratici di sinistra in Gran Bretagna, come H.M. Hyndman della Social-Democratic Federation (SDF), Hardie scelse di cooperare ‘con i membri parlamentari Labour anti-socialisti per organizzare il Labour Party’. Non c’era animosità personale nella valutazione di Hardie da parte di Sakai e, di fatto, quando Hardie venne in Giappone fu ospite della casa di Sakai, anche se sembra che sia stato soprattutto Katayama a condurre Hardie in giro per Tokyo facendogli da interprete””. (pag 262)”,”MJAx-010″
“CUADRAT Xavier CONNELLY ULLMAN Joan TALERO Alberto”,”La Semana Trágica.”,”CUADRAT Xavier professore di ‘Estructura Social Contemporanea’ Universidad Complutense, Madrid CONNELLY ULLMAN Joan professoressa dell’Università di Washington TALERO Alberto professore Università di New York”,”MSPx-094″
“CUADRAT Xavier”,”Socialismo y anarquismo en Cataluña (1899-1911). Los origenes de la CNT.”,”CUADRAT Xavier (L’Alexiar, Tarragona, 1943) è docente in scienze politiche e sociologia. (Facoltà della Università Complutense) “”Con la creación del “”Centro Marxista”” son dos los Grupos socialistas que existen en la capital catalana, debido – según Morato – a rivalidades internas de carácter personal. En 1896 – afirma A. Hamon en su obra ‘El Socialismo y el Congreso de Londres – “”el P.S.O. cuenta como miembros activos cerca unos 7.000 y como pasivos o platónicos cerca de 17.000″”, siendo Vizcaya el centro en el que se encuentra todo el poderío del Partido. En contraposición a ello, asegura el mismo Hamon, “”los socialistas anarquistas son muchísimo más numerosos. Pueden evaluarse los miembros activos a 26 mil y los pasivos o que simpatizan a 54.000″”.”” (pag 30)”,”MSPx-083″
“CUAZ Marco”,”Christopher Hill e l’interpretazione marxista della rivoluzione inglese.”,”C. Hill nasce a York il 6 febbraio 1912. Dal 1923 al 1931 compie gli studi alla St. Peter’s School di York e nel 1931 entra al Balliol College di Oxford. Su C. Hill cfr. ‘Puritans and Revolutionnaires. Essays in Seventheenth Century History Presented to C. Hill, ed. by D. Pennington e K. Thomas, Oxford, 1978 Al pari di Weber, Tawney attribuì una fondamentale importanza alla frattura costituita dalla Riforma (pag 636) Fu importante per Hill la pubblicazione dell’opera di M. Dobb ‘Studi sullo sviluppo del capitalismo’. Dobb definiva la rivoluzione di Cromwell una rivoluzione borghese (pag 638-639) Hill e Hobsbawm furono tra i principali animatori della rivista ‘Past & Present’. La rivista pubblica una serie di articoli sulla “”crisi generale del Seicento’ (pag 640)”,”STOx-320″
“CUAZ Marco”,”Intellettuali, potere e circolazione delle idee nell’Italia moderna (1500-1700).”,”Mario Cuaz nato ad Aosta nel 1953, laureato in Lettere all’Università di Torino è stato borsista presso la Fondazione Luigi Einaudi. Ha collaborato alla ‘Rivista storica italiana’ e al ‘Bollettino Storico Bibliografico Subalpino’. Si è occupato di divulgazione scientifica nel Sei-Settecento e di storia valdostana.”,”ITAG-004-FMB”
“CUBEDDU Raimondo”,”Il liberalismo della scuola austriaca. Menger, Mises, Hayek.”,”CUBEDDU Raimondo è nato a Seneghe in provincia di Oristano nel 1951. Si è laureato in scienze politiche a Pisa. E’ stato borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino e ricercato alla Facoltà di Scienze politica di Pisa. Insegna filosofia politica presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamente di Sant’Anna, della quale è stato allievo. Si è occupato di metodologia e teoria della politica di Popper, della critica della modernità in Strauss, della teoria politica di Neurath e del Circolo di Vienna. “”Nel delineare l’origine e lo sviluppo della tradizione evoluzionistica, Hayek aggiunge Louis Molina e i gesuiti spagnoli del XVI secolo, la Scuola storica del diritto, Savigny, Humboldt, ai pensatori già visti, e individua tra il XVI e il XVII secolo – quando col sorgere del razionalismo moderno i termini di ‘ragione’ e ‘diritto naturale’ mutarono di significato – il momento in cui tale tradizione rischiò di scomparire. Da capacità di distinguere tra loro il bene e il male, ‘ragione’ diventò allora un sinonimo di ‘diritto della ragione’. Si ebbe così un declino dell’influenza delle idee evoluzioistiche, che venne superato solo con la loro riformulazion, nel campo dell’economia, con le ‘Untersuchungen'””. (pag 250)”,”TEOP-334″
“CUBEDDU Raimondo”,”Atlante del liberalismo.”,”Raimondo Cubeddu è professore straordinario di Filosofia politica all’Università di Pisa. Collabora a numerose riviste italiane e straniere. Ha pubblicato tra l’altro ”Tra Scuola Austriaca e Popper. Sulla filosofia delle scienze sociali”” (1997)”,”TEOP-503″
“CUBRILOVIC Vasa”,”La pulizia etnica in Jugoslavia (1937-1948).”,”Vasa Cubrilovic docente universitario”,”EURC-012-FV”
“CUCCHI Aldo”,”Una delegazione italiana in Russia.”,”E’ la relazione di un viaggio ufficiale compiuto in URSS da un gruppo di iscritti al PCI e indipendenti di sinistra per iniziativa dell’Associazione Italia-URSS.”,”RUSU-066″
“CUCCHINI Roberto”,”I tessili bresciani. Operai, sindacato e padroni dagli anni Venti all’ autunno caldo.”,”Il caso Marzotto. “”Quanto, tra il 26 e il 27 dicembre del 1946, circa 2.500 operai del lanificio Marzotto di Minerbio abbandonarono i reparti in segno di protesta per la inattesa corresponsione da parte dell’ azienda della quattordicesima mensilità agli impiegati, la notizia colpì di sorpresa sia la Ci che i segretari della Confederazione. Essi ravvisarono nell’ agitazione la risposta a una scelta padronale che premiava un gruppo di lavoratori a scapito di altri, proprio quando la Confindustria richiamava la Cgil al rispetto della tregua salariale. Se la direzione poteva concedere un aumento delle retribuzioni agli impiegati, perché non estendere tale beneficio all’ insieme delle maestranze, stante la buona situazione produttiva del lanificio?””. (pag 53)”,”MITT-241″
“CUCINO Davide”,”Tra poco la Cina. Gli equilibri del mondo prossimo venturo.”,”CUCINO Davide (1966) sinologo, ha avuto incarichi dalle multinazionali in Oriente. E’ stato Presidente della Camera di commercio italiana in Cina (2002-10) ed è attualmente membro del China Advisory Council, con sede a Bruxelles, e Presidente della European Union Chamber of Commerce in China. Vive e lavora stabilmente a Pechino dalla fine degli anni ottanta.”,”CINE-044″
“CUDJOE Selwyn R. CAIN William E., Contributors by Robin BLACKBURN Grace LEE BOGGS Horace CAMPBELL Alex DUPUY, Michael FOOT Martin GLABERMAN Anna GRIMSHAW Paul IDAHOSA Mark KINGWELL James MILLETTE Bernard MOITT H. Adlai MURDOCH Aldon L. NIELSEN Barbara PAUL-EMILE Helen PYNE-TIMOTHY Kara M. RABBITT Glenn RICHARDS Cedric J. ROBINSON Rick RODERICK Lou TURNER Derek WALCOTT Kent WORCESTER”,”C.L.R. James. His Intellectual Legacies.”,”William E. Cain, professor of English at Wellesley College, is the author of The Crisis in Criticism. Selwyn R. Cudjoe, professor of Africana studies, Wellesley College, is the author of Resistance and Caruibbean Literature. Robin Blackburn, a research fellow at the Institute of Commonwealth Studies, University of London, was a resident fellow at the Woodrow Wilson International Center for Scholars,Washington, D.C. Grace Lee Boggs, one of the foundersof the Johnson-Forest Tendency, has been a Moviment activist and theoretician since the early 1940s. Paul Buhle edited A C.L.R. James Anthology. Horace Campbell, resident director of Syracuse University’s Harate Center in Zimbabwe, is a professor of comparative politics in the Department of African-American Studies, Syracuse University. Alex Dupuy, professor of sociology at Wesleyan University and chair of the sociology department, is a specialist on Haiti and the Caribbean. Michaele Foot, a member of the British Parliament from 1945 to 1992 and the leader of the British Labour Party frrom 1980 to 1983, is an Honorary Fellow of Wadham College, Oxford University. Martin Glaberman, a member of the Johnson-Forest Tendency and an associate of C.L.R. James from 1941 onward, joined the socialist movement at the age of thirteen. Anna Grimshaw, a lecturer in visual anthropology at the University of Manchester, England. Paul “”Pablo”” Idahosa, an unreconstructed populist, teaches Third World and African politics at Ryerson Polytechnic University in Toronto. Mark Kingwell received an M. Litt. from the University of Edinburgh in 1987 and a Ph.D. from Yale University in 1991. James Millette, formerly a senior lecturer at the University of the West Indies (St. Augustine, Trinidad), is a visiting professor in the Afro-American studies department at Oberlin College. Bernard Moitt, a graduate of the University of Toronto. H. Adlai Murdoch, assistant professor of French and Francophone literatures at Wellesley College. Aldon L. Nielsen, professor of English at San jose State University. Barbara Paul-Emile, a member of the English department at Bentley College. Helen Pyne-Timothy, formerly dean of the Faculty of Arts and General Studies and head of the Department of Language and Linguistics at the University of the West Indies. Kara M. Rabbitt is a doctoral student in Romance studies at Cornell University. Glenn Richards was a lecturer in the Department of History, University of the West Indies. Cedric J. Robinson, professor of black studies and political science and chair of the black studies department at the University of California, Santa Barbara. Rick Roderick received his Ph.D. in philosophy from the University of Texas (Austin). Lou Turner, a colleague of the late Raya Dunayevskaya. Derek Walcott, Nobel Laureate (1993). Acknowledgments, Introduction, Afterword, Notes on Contributors, Notes, Index,”,”BIOx-025-FL”
“CUENCA TORIBIO Jose Manuel”,”La guerra civil de 1936.”,”CUENCA TORIBIO Jose Manuel è nato a Sevilla nel 1939. Cattedratico di storia contemporanea dell’ Università di Cordova, di cui è diventato decano, nel 1982 ha ricvuto il premio Nazionale di storia per il suo libro ‘Andalucia, historia de un pueblo’. La chiave della vittoria nella questione militare. “”Equiparato in mezzi ed effettivi con il suo antagonista le cause della vittoria dell’ esercito di Franco devono logicamente trovarsi nella superiorità della sua concezione dell’ arte della guerra. Abbiamo qui fatto riferimento alla supremazia in numero e qualità dei suoi ufficiali (…) e dei quadri subalterni come una delle chiavi, secondo un’ opinione generalizzata, del trionfo nazionalista.”” (pag 92) “”Ciononostante e in modo molto sorprendente, la testa dell’ esercito ribelle non costituì l’ elemento decisivo né risolutivo della vittoria della Spagna nazionalista. In effetti, pochissimi generali sollevati si trovarono a capo della direzione delle operazioni.”” (pag 92)”,”MSPG-169″
“CUENOT Claude”,”Teilhard de Chardin.”,”Claude Cuénot (Nancy, 1911) dopo gil studi letterari all’ Ecole Normale Supérieure, discute ua tesi di dottorato sullo ‘Stile di Paul Verlaine’ (1938). Dal 1950 stringe i primi rapporti con Teilhard, dal 1955 segretario del Comitato che ne porta il nome e collabora alla pubblicazione delle sue opere. A lui ha dedicato finora tre libri (1964). Pierre Teilhard de Chardin (Orcines, 1º maggio 1881 – New York, 10 aprile 1955) è stato un gesuita, filosofo e paleontologo francese. “”La grandezza di Teilhard sta nell’aver integrato il tempo cosmico, il tempo biologico e il tempo spirituale in una visione unica in cui il cristianesimo, liberato dal giogo della staticità, può finalmente manifestarsi appieno, e scoprire il suo ambiente naturale che si chiama evoluzionismo. (…) Sia detto una volta per sempre: Teilhard appartenne alal Chiesa”” (pag 225)”,”RELC-372″
“CUISENIER Jean”,”Etnologia dell’ Europa. Alle origini delle tensioni e dei conflitti d’oggi.”,”L’A è studioso di arti e tradizioni popolari. Ha diretto il Centre d’ethnilogie francaise.”,”EURx-034″
“CUKOVSKAJA Lidija”,”Incontri con Anna Achmatova 1938-1941.”,”Lidija Cukovskaja, nata nel 1910, ha scritto notevoli opere narrative e memorialistiche che solo oggi hanno potuto vedere la luce in Russia.”,”RUSx-243-FL”
“CULLIN Michel”,”Le mouvement ouvrier autrichien.”,”””Bisognerà attendere il 1848 per vedere la nascita di associazioni operaie molto impegnate nella lotta contro il sistema. E’ nel corso di questi anni rivoluzionari che si colloca la visita – senza ripercussioni d’ altra parte – di Karl Marx a Vienna””. (pag 341) “”I dirigenti più conosciuti del giovane movimento erano, altre a quelli che abbiamo già citato, Andreas e Heinrich Scheu, Ludwig Neumayr e Johann Most. Legami stretti si stabilirono con l’ Associazione Internazionale dei Lavoratori e il suo rappresentante per la sezione di lingua tedesca a Ginevra, Johann-Philipp Becker””. (pag 343)”,”MAUx-020″
“CULLORA’ Emanuele ESPOSITO Lorenzo”,”Marx, Darwin, Gould – La rivoluzione dell’evoluzione.”,”Tributo diretto a Marx Engels da parte dei due scienzati Gould e Eldredge (1977) “”Nel 1977 (1) resero un tributo diretto a Marx ed Engels, che merita di essere citato per intero: “”Karl Marx, che ammirava molto Darwin e una volta spiegò che ‘L’origine delle specie’ conteneva “”la base nella storia naturale per tutta la nostra visione””,sviluppò la stessa riflessione in una famosa lettera a Engels (1862): «E’ notevole il fatto che, nelle bestie e nelle piante, Darwin riconosca la sua società borghese con la divisione del lavoro, la concorrenza, l’apertura di nuovi mercati, le “”invenzioni”” e la malthusiana “”lotta per l’esistenza””. E’ il “”bellum omnium contra omnes”” di Hobbes e fa ricordare Hegel nella ‘Fenomenologia’, dove raffigura la società borghese quale “”regno animale ideale””, mentre in Darwin, il regno animale è raffigurato quale società borghese»”” (1) probabilmente in: Eldredge N., Gould S.., ‘Punctuated equilibria: the tempo and mode of evolution reconsidered’, Paleobiology, 1977 (pag 13 di questo opuscolo)”,”SCIx-443″
“CULTRARO Massimo”,”Schliemann alla ricerca di Troia.”,”Massimo Cultraro è dirigente di ricerca del CNR e professore di Preistoria e Archeologia Egea presso l’Università di Palermo. Conduce scavi e ricerche in Grecia, occupandosi di archeologia minoica e micenea con uno specifico interesse per la figura di H. Schliemann al quale ha già dedicato un saggio.”,”STAx-370″
“CULTURE ET LIBERTE'”,”Les Travailleurs face au capitalisme. Initiation à l’économie.”,”Culture et liberté, associazione di educazione popolare Crisi del 1971. Cause e conseguenze (pag 124-)”,”FRAE-051″
“CUMIN David JOUBERT Jean-Paul”,”Le Japon. Puissance nucléaire?”,”CUMIN è Maitre de Conferences all’ Università J. Moulin di Lione. E’ membro del CLESID. E’ autore di una tesi sul pensiero di Carl SCHMITT. JOUBERT è professore presso la stessa università e direttore del CLESID. Ha co-pubblicato ‘La Securité internationale d’un siecle à l’ autre’ e ‘Rousseau et les relations internationales’ (ed. L’ Harmattan). “”La crisi giunge quando gli avvenimenti che in generale richiedono dei secoli sopravvengono in qualche anno o mese; quando i cambiamenti superano tutte le previsioni e resistono a tutti i tentativi di gestirli; quando tutti quelli che dirigono, presto o tardi, finiscono essi stessi per essere diretti””. (J. Burckhardt, Riflessioni sulla storia del mondo) Paragrafo: “”La grande guerra”” sta all’ orizzonte della politica internazionale? (pag 29) “”La questione è particolarmente cruciale in Asia, ove tre potenze nucleari, la Cina, l’ India e il Pakistan, e tre potenze “”di soglia””, le due Coree e Taiwan, sono Stati la cui stabilità politica e sociale è lungi dall’ essere assicurata. Questi stati sono in piena transizione dalla società agraria alla società industriale. Non hanno la stessa cultura della guerra e della morte degli Stati altamente industrializzati. La loro popolazione è giovane e la loro crescita demografica ancora forte. W. McNEILL, in ‘La Ricerca della Potenza’ ha mostrato che il grande conflitto del 1914-1945 era, almeno in parte, da mettere in relazione con transizioni della stessa natura””. (pag 30)”,”JAPx-039″
“CUMIN David”,”Carl Schmitt. Biographie politique et intellectuelle.”,”CUMIN David, dottore in filosofia, insegna nell’Università di Lione III diritto pubblico e scienze politiche. “”La décision du juriste de présider le congrès sur le judaïsme et de se mettre à la tête du combat contre le judaïsme en droit précipita les attaques des radicaux du parti. Ceux-ci dénoncèrent le manque de “”crédibilité”” manifeste d’un intellectuel rendu suspect par les accusations de la presse émigrée, notamment les ‘Deutsche Briefe’ de Gurian et Knab, qui rappelait complaisamment ses “”amitiés juives””, son catholicisme invétéré, son opportunisme politique, son soutien au système présidentiel et son hostilité d’avant 1933 au NSDAP.”” (pag 172)”,”TEOP-241″
“CUNICO Gerardo a cura, saggi di Giuseppe BEVILACQUA Remo BODEI Laura BOELLA Michael KESSLER Gert UEDING”,”Kracauer: il riscatto del materiale.”,”Nato a Francoforte nel 1889, Siegfried Kracauer aveva studiato architettura, ma abbandonò ben presto la professione per entrare nella redazione del feuilleton deella Frankfurter Zeitung, dove divenne un critico e commentatore assai quotato e anche temuto. La sua professione di un marxismo eterodosso lo avvicinò, anche sul piano personale, a figure come Adorno, Benjamin, Bloch. Nel 1933 fu costretto ad abbandonare la Germania nazista e cercò rifugio dapprima in Francia e poi negli Stati Uniti, dove si trasferì per sempre nel 1940. Alla sua morte, avvenuta a New York nel 1966, lasciava ancora in parte incompiuto il libro sulla storia, Prima delle cose ultime, pubblicato postumo nel 1969.”,”FILx-094-FL”
“CUNLIFFE Marcus”,”Storia della letteratura americana.”,” Marcus Cunliffe, nato a Rochdale nel 1922, ha studiato a Oxford, e dopo un periodo di studi negli Stati Uniti all’Università di Yale, ha assunto la cattedra di letteratura americana all’Università di Manchester. Ha scritto varie opere tra cui ‘George Washington and the Making of a Nation’ (in collaborazione con R.B. Morris, 1966)”,”USAS-215″
“CUNNINGHAM William”,”Saggio sulla civiltà occidentale nei suoi aspetti economici.”,”Tempi antichi, Egitto, Giudea, Fenici, Grecia, vita civica, impero ALESSANDRO, Repubblica Roma, impero romano, Costantinopoli, cristianità, economia naturale e monetaria, relazioni cristiani-pagani e musulmani, nazionalità, secolarizzazione, il capitale, imperi commerciali rivali, espansione civiltà occidentale. CUNNINGHAM è uno dei padri fondatori della scuola storica inglese e storico economico.”,”STOS-036″
“CUNNINGHAM Frank”,”Teoria della democrazia e socialismo.”,”Marxismo e metodologia, democrazia capitalismo socialismo eguaglianza, democrazia liberale, socialismo democratico. L’A è Prof di filosofia all’Univ di Toronto. Ha studiato all’Indiana Univ e alle Univ di Chicago e Toronto. Ha pubblicato diversi libri e articoli sulla filosofia delle scienze sociali, sul marxismo e sulla filosofia politica.”,”TEOP-020″
“CUNNINGHAM William”,”Saggio sulla civiltà occidentale nei suoi aspetti economici.”,”Tempi antichi, Egitto, Giudea, Fenici, Grecia, vita civica, impero ALESSANDRO, Repubblica Roma, impero romano, Costantinopoli, cristianità, economia naturale e monetaria, relazioni cristiani-pagani e musulmani, nazionalità, secolarizzazione, il capitale, imperi commerciali rivali, espansione civiltà occidentale. CUNNINGHAM è uno dei padri fondatori della scuola storica inglese e storico economico.”,”ECOI-010″
“CUNNINGHAM Andrew Browne, ammiraglio della flotta”,”L’odissea di un marinaio. Secondo volume.”,”Malta chiave di volta del Mediterraneo. “”Le cifre possono servire a molte cose, ma durante il mese di ottobre 1941 circa il 63 per cento del naviglio partito dall’Italia per la Libia fu affondato lungo il percorso. In novembre la percentuale affondata o danneggiata fu del 77, e soltanto 8400 tonnellate giunsero a destinazione, ciò che costituì la più bassa cifra mensile di tutta la guerra. Dicembre vide il 49 per cento del tonnellaggio libico affondato o danneggiato. Fu ben presto evidente per l’Asse che, continuando su questa via, la campagna in Africa finirebbe per esaurimento. (…) Kesserling era in Sicilia, e il piano tedesco era di distruggere ogni resistenza e ridurre Malta a un mucchio di rovine prima di tentar di occupare l’isola con truppe aerotrasportate e una spedizione via mare. Era nostro intendimento di impedire questo piano valendoci di tutte le navi che possedevamo, protette o no da aerei nel cielo, costasse quel che costasse. Forse fu una fortuna che la conquista di Malta non sia stata mai tentata, ma il progetto non venne abbandonato che alla fine del giugno 1942, allorché il nostro Esercito era stato respinto fino a El Alamein, dove anche Rommel era stato costretto a una sosta per mancanza di benzina e di munizioni. Dal principio della guerra con l’Italia fino al novembe 1942, il 17 per cento di tutti i rifornimenti destinati al nemico in Africa Settentrionale fu affondato e distrutto. Di queste perdite, gli italiani attribuivano la causa per il 45 per cento ai nostri sommergibili, per il 26 alla R.A.F. e per l’11 agli aerei della Marina, per l’8 per cento a unità di superficie, per il 7 a torpedini, e per il rimanente agli ordinari pericoli della navigazione in tempo di guerra. Ma qui ho anticipato. Ciò che voglio dimostrare è che Malta era realmente il perno della guerra del Mediterraneo. Dato che l’isola costituiva la principale base operativa per le unità di superficie, per i sommergibili e per gli aerei operanti contro le rotte di rifornimento dell’Asse in Nord Africa, il suo mantenimento aveva un’influenza diretta sull’andamento della battaglia in Cirenaica, cosa che non vien sempre apprezzata”” (pag 302-303)”,”QMIS-007-FGB”
“CUNNINGHAM Valentine a cura; scritti di George ORWELL Stephen SPENDER Carl A. MANZANI John SOMMERFIELD Cyril CONNOLLY T.C. WORSLEY Gustav REGLER Jef LAST Esmond ROMILLY T.A.R. HYNDMAN Jason GURNEY Alec MCDADE Wogan Philipps Michael ROBERTS T.S. ELIOT Thomas MANN W.B. YEATS Graham GREENE Evelyn WAUGH Roy CAMPBELL Ernst TOLLER W.E. JOHNS Stephen SPENDER Sylvia TOWNSEND WARNER V.S. PRITCHETT Jay ALLEN Ralph HATES W.D. AUDEN T.C. WORSLEY John DOS-PASSOS Antoine De SAINT-EXUPERY G.L. STEER Arthur KOESTLER Georges BERNANOS Cecil GERAHTY Jean-Paul SARTRE André MALRAUX Claude SIMON John SOMMERFIELD Stephen SPENDER Gustav REGLER Goerge BARKER Herbert READ Ernest HEMINGWAY Anthony POWELL Anthony BLUNT Ruthven TODD Bernard GUTTERIDGE Virgiana WOOLF George ORWELL Leon TROTSKY Arnold LUNN Hilaire BELLOC Jason GURNEY LEHMANN ACKLAND BRITTAIN GRIGSON”,”Spanish Front. Writers on the Civil War.”,”Nel capitolo ‘Looking Back’ viene pubblicato lo scritto di Trotsky attinto da ‘Socialist Appeal’ ‘The Tragedy of Spain’ (pag 367-368)”,”MSPG-028-FSD”
“CUNOW Heinrich”,”Partei Zusammenbruch? Eine offenes Wort zum inneren Parteistreit.”,”””Doch mit der Bestreitung der geschichtlichen Notwendigkeit der imperialistischen Wirtschaftsperiode sind einzelne Theoreiker noch nicht zu Ende. An dem Imperialismus, so argumentieren sie, habe doch nur eine kleine Schicht der Kapitalsbesitzer ein wirkliches Interesse.”” (pag 18) Ma con la negazione della necessità storica dell’ economia del periodo imperialistico vari teorici non sono ancora giunti al termine. Costoro argomentano che solo una piccola parte dei capitali ha un vero interesse nei confronti dell’ imperialismo. (pag 18)”,”MGEx-171″
“CUOCO Vincenzo”,”Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli del 1799.”,”CUOCO, patriota e storico (Civitacampomarano 1770-Napoli 1823). Avvocato a Napoli, durante la rivoluzione repubblicana del 1799 convinse Luisa Sanfelice a rivelare il tentativo di congiura filoborbonica dei fratelli Baccher; alla Restaurazione del 1800 fu perciò esiliato e i suoi beni furono confiscati; stabilitosi nel 1801 a Milano, collaborò al Redattore Cisalpino e dal 1804 diresse il Giornale Italiano. Tornato a Napoli nel 1806 vi ebbe, sotto Giuseppe Bonaparte e poi con Murat, numerosi incarichi pubblici, oltre alla direzione dei giornali Corriere di Napoli (1806-11) e Monitore delle Due Sicilie (1811-15). La sua opera maggiore è il Saggio storico sulla rivoluzione napoletana (3 vol., I ed., 1801), cui seguirono le Osservazioni sul Dipartimento dell’Agogna (1802) e l’incompiuta compilazione della Statistica della Repubblica Italiana; tra gli altri suoi scritti sono anche un importante Rapporto e progetto di decreto per l’ordinamento della pubblica istruzione (in cui afferma la necessità di un’istruzione universale, che abbracci cioè tutte le scienze e tutte le arti, pubblica e comune per maschi e femmine) e un romanzo”,”ITAB-008″
“CUOCO Vincenzo, a cura di Alberto CONSIGLIO”,”Manuale del rivoluzionario.”,”Controllare data libro su internet o catalogo cartaceo “”I mali di opinione si guariscono col disprezzo e coll’ oblio; il popolo non intenderà, non seguirà mai i filosofi. Ma se voi perseguitate le opinioni, allora esse diventano sentimenti; il sentimento produce l’ entusiasmo; l’ entusiasmo si comunica; vi inimicate chi soffre la persecuzione, vi inimicate chi la teme, vi inimicate anche l’ uomo indifferente che la condanna; e finalmente l’ opinione perseguitata diventa generale e trionfa”” (pag 44) “”I sovrani colla persecuzione fanno diventar sentimenti le idee, ed i sentimenti si cangiano in sètte: il loro timore li tradisce, e cadono talora vittime delle stesse loro precauzioni eccessive””. (pag 46) “”Il segreto di una buona amministrazione è di far crescere la riproduzione in proporzione all’ esazione: non è tanto la somma de’ tributi, quanto l’ uso dei medesimi per rapporto alla nazione, quello che determina lo stato delle sue finanze””. (pag 50)”,”ITAB-208″
“CUOMO Ettore”,”Il sistema parlamentare ed i suoi critici 1870-1900.”,”””Quali le cause del declino del parlamentarismo in Italia? Il Turiello escludeva la dissoluzione dei partiti, secondo quanto, dallo Scialoja al Sonnino allo Spaventa, diagnosticavano in molti ai bordi del letto dell’ ammalato: una spiegazione siffatta gli sembrava arrestarsi alla “”buccia del problema””, giacché la crisi dei partiti era essa stessa l’ effetto di mali ben più profondi. E neppure era fatta per convicere il Napoletano la lucida denuncia jaciniana del regime pseudoparlamentare, del “”mostruoso connubio”” cioè tra il sistema parlamentare inglese e l’ accentramento amministrativo alla francese, che riversava sul potere centrale una miriade di interessi locali che finiva col trasformare i rappresentanti della nazione “”in agenti sollecitatori degli interessi dei propri elettori, tutti quegli interessi facendo capo al governo centrale”” e che costringeva i ministri a cedere “”davanti alle coalizioni dei deputati sollecitatori, guastandosi così ad un tempo la vita politica e l’ indirizzo dell’ amministrazione dello Stato””. Un’ analisi siffatta peccava, agli occhi del Turiello, di troppa astrattezza, di scarsa osservazione positiva dei fatti. Le clientele, in realtà, non erano “”figliuole dell’ accentramento, ma della natura italiana, dovunque essa resti disciolta da organismi collettivi””; (…)”” (pag 130)”,”TEOP-166″
“CUOMO Franco”,”I dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il ‘Manifesto della razza’.”,”Firmatari Businco, Cipriani, Donaggio, Franzi, Landra, Pende, Ricci, Savorgnan, Visco, Zavattari Il Manifesto della razza. 1. Le razze umane esistono 2. Esistono grandi razze e piccole razze 3. Il concetto di razza è concetto puramente biologico 4. La popolazione dell’Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà ariana 5. E’ una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici 6. Esiste ormai una pura “”razza italiana”” 7. E’ tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti 8. E’ necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte, gli Orientali e gli Africani dall’altra. 9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana 10. I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo”,”ITAF-291″
“CUOMO Franco”,”Storia ed epopea della cavalleria.”,”Franco Cuomo, giornalista e scrittore. Tra i suoi romanzi: Gunther d’Amalfi, cavaliere templare, I semidei, tra i saggi: Elogio del libertino, Gli ordini cavallereschi, Nel nome di Dio, L’ozio. É autore di un vasto repertorio teatrale rappresentato in Italia e all’estero da registi quali Carmelo Bene e Maurizio Scaparro. Cura per la Rai il programma televisivo Magico e nero ed è condirettore della rivista di letteratura dell’avventura Achab.”,”ITAG-007-FL”
“CURATO Federico CALZINI Paolo BELOFF Max VEGAS Fernando GORI Umberto QUARONI Pietro TOSCANO Mario COLLOTTI Enzo MORANDI Carlo MICHAUD Guy CATALUCCIO Francesco RAINERO Romain BORSA Giorgio”,”Nuove questioni di storia contemporanea. II. La letteratura sulle origini della Prima guerra mondiale (Curato) – La rivoluzione russa: prodromi e premesse (Calzini) – L’URSS, potenza mondiale (Beloff) – Gli Stati Uniti dal 1890 al 1945 (Vegas) – Evoluzione e problemi dell’organizzazione internazionale dells SdN alle N.U. (Gori) – L’Italia dal 1914 al 1945 (Quaroni) – Origini e vicende diplomatiche della Seconda guerra mondiale (Toscano) – La Resistenza in Europa e in Italia (Collotti) – L’idea dell’unità politica d’Europa nel XIX e XX secolo (Morandi) – La crisi della civiltà europea (Michaud) – La questione d’Oriente: lotte di nazionalità e interessi di potenze (1815-1965) (Cataluccio) – L’Africa dall’epoca coloniale all’indipendenza (Rainero) – L’Estremo Oriente: nuovi orientamenti storiografici (Borsa).”,”In particolare, sul problema delle guerre mondiali del XX secolo, da segnalare i saggi: – La letteratura sulle origini della Prima guerra mondiale (Curato) – La rivoluzione russa: prodromi e premesse (Calzini), L’Italia dal 1914 al 1945 (Quaroni) – Origini e vicende diplomatiche della Seconda guerra mondiale (Toscano) – La Resistenza in Europa e in Italia (Collotti) A proposito della Seconda guerra mondiale: Dal saggio di Quaroni si vedano i paragrafi: La diplomazia italiana – La non belligeranza – Potenza militare tedesca e potenza militare francese – La condotta politica della guerra – I rapporti tra Hitler e Mussolini – Fiducia e sfiducia sul successo tedesco – La possibilità di uscire dall’alleanza con la Germania – Verso l’armistizio – La cobelligeranza – Il trattato di pace Dal saggio di Toscano, i paragrafi: Peculiarità delle fonti documentaie per lo studio della storia diplomatica della seconda guerra mondiale – I problemi storici e politici posti in essere dagli accordi di Monaco – Da Monaco a Praga – Le origini immediate della seconda guerra mondiale – Considerazioni sulle principali vicende diplomatiche del conflitto Dal saggio di Collotti: Caratteri generali della Resistenza nel quadro della seconda guerra mondiale – La Resistenza nell’Europa occidentale – La Resistenza nell’Europa orientale – La Resistenza in Italia – La Resistenza e gli Alleati”,”STOx-060-FF”
“CURATO Federico”,”La conferenza della pace, 1919-1920. Vol. II. I problemi italiani.”,”””L’impressione che fece il manifesto di Wilson fu enorme: a Parigi, nell’ambiente diplomatico e giornalistico, fu viva la deplorazione di quell’atto che aveva scavalcato il Presidente del Consiglio italiano rivolgendosi direttamente al popolo italiano, quasi i delegati italiani non avessero rappresentato il ‘vero’ sentimento del popolo italiano, ma fossero stati i rappresentanti di una sparuta schiera di sciovinisti; e le manifestazioni di questi sentimenti favorevoli al nostro Paese si ebbero immediatamente, lo stesso 23 sera ed il 24 sera, alla partenza di Orlando da Parigi”” (pag 197)”,”RAIx-391″
“CURCIO Carlo a cura; scritti di Anton Francesco DONI Uberto FOGLIETTA Francesco PATRIZI DA CHERSO Ludovico AGOSTINI”,”Utopisti e riformatori sociali del Cinquecento.”,”””Nei suoi libri [Anton Francesco Doni], alcuni de’ quali, ‘La zucca’, ‘I mondi’, ‘I marmi’, composti di parti difformi e varie, quasi messe insieme più per caso che per raziocinio, si trova di tutto: racconti, allegorie, moralità, pensieri d’ogni genere, parolacce, sentenze, proverbi. Scrittore di getto, la sua prosa è variopinta, truculenta, agitata, ricca di vocaboli, rapida e turbinosa, come dovè esser la sua fantasia e la sua vita stessa. Tra tante idee ve n’è di politiche e di sociali audaci e penetranti, talchè c’è stato chi le ha considerate, non esattamente, invero, precorritrici del socialismo di Marx e del socialismo moderno. Ma senza scomodar Marx o altri, indubbiamente c’è un pensiero politico e sociale nel Doni, originale e interessante. La premessa è quella un po’ del suo secolo, anzi della seconda metà del Cinquecento: naturalismo, critica del sistema sociale, ideale di assoluta perfezione politica, che consentisse a tutti di viver bene, felicemente, tranquillamente. Fiera la sua avversione a coloro che fan vita comoda sul lavoro de’ poveri. Se la piglia coi bottegai e con coloro che “”vivono due terzi di ruberie”” mentre i poveri “”cascan per le strade di fame””; vorrebbe toglier via dal mondo gli oziosi, perchè “”ogni persona mangiasse il pane del suo sudore, e facesse utile a quell’altro uomo, come quell’altro fa utile a lui””; quegli oziosi che “”molto consumano e non guadagnano””, quei ricchi che “”guadagnano più che non consumano””. Notevole il rilievo, in più passi de ‘La zucca’ e de ‘I mondi’, circa l’origine della disuguaglianza economica e del malessere sociale: gli è che, dice il Doni, i ricchi vivono della fatica altrui. “”Il ricco dice: io pago tutta la mia servitù. Di che la paghi? della tua fatica? messer no, della fatica d’altri!””. Anticipazione, cotesta, della teoria marxista, come da taluno s’è accennato, del plusvalore? Non tanto, certo. Un suo accentuato naturalismo egualitario, talvolta, parrebbe attenuare o sminuire quella critica di tono socialistico (…)”” (pag IX.-X), introduzione di Carlo Curcio, in: ‘Utopisti e riformatori sociali del Cinquecento’, Bologna, 1941, a cura di Carlo Curcio, con scritti di Anton Francesco Doni Uberto Foglietta Francesco Patrizi (da Cherso) Ludovico Agostini]”,”SOCU-207″
“CURI Umberto”,”Sulla “”scientificità”” del marxismo. Filosofia e critica dell’economia politica nel marxismo italiano degli anni Sessanta.”,”Nota: ‘Nato a Verona nel 1941, Umberto CURI insegna storia della filosofia moderna e contemporanea presso l’Università di Padova. Si occupa prevalentemente di problemi epistemologici nella prospettiva generale di una critica dell’epistemologia in termini di critica dell’economia politica’. (pag 5)”,”TEOC-494″
“CURI Umberto a cura; scritti di Ludwig FEUERBACH Karl MARX Friedrich ENGELS”,”Marx e la rivoluzione.”,”””Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché a essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio. Gli individui che compongono la classe dominante posseggono fra l’altro anche la coscienza, e quindi pensano; (…)””. (pag 70) [Marx Engels, L’ideologia tedesca] [in Umberto Curi, a cura, Marx e la rivoluzione, 2011]”,”MADS-557″
“CURIE Eve, scelta e commento di Grazia MACCONE”,”Madame Curie.”,”L’ autrice, Eve, è la figlia di Madame Curie. Giornalista, scrittrice conferenziere, pianista, critico musicale, nata nel 1906 a Parigi, ultima figlia di Pietro e Maria Curie, fu assunta al ministero delle informazioni nel 1939. Con l’ occupazione tedesca si rifugiò in Inghilterra, a Londra (1940). Fu corrispondente di guerra in Libia, Russia, Brimania, Cina (1942). E’ stata condirettore del giornale Paris -presse (1949-52). E’ stata consigliere dell’ Organizzazione del Patto Atlantico. Ha sposato nel 1954 Henry Richardson LABOUISSE, direttore dell’ Agenzia dell’ Unesco per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente. Pierre e Marie Curie. “”Occorre che tu “”gli”” trovi un nome! dice Pierre alla giovane moglie. Quella che fu la signorina Sklodowska riflesse un momento in silenzio. Poi, il suo cuore si lanciò verso la sua patria radiata dalla carta del mondo, sogna, vagamente, che l’ avvenimento scientifico sarà pubblicato in Russia, in Germania, in Austria – tra gli oppressori – e risponde timidamente: “”Se lo chiamassimo “”polonio””? La scelta di questo nome prova che diventando una francese e una fisica, Marie non ha rinnegato gli entusiasmi della sua gioventù””. (pag 79)”,”SCIx-232″
“CURIEL Eugenio”,”Classi e generazioni nel secondo risorgimento.”,”Contiene il capitolo: ‘Appunti di storia del Risorgimento’ al cui interno c’è il paragrafo ‘Mazzini e l’ ideologia nazionale’ (pag 142-144).”,”ITAD-039″
“CURIEL Eugenio, a cura di Filippo FRASSATI”,”Scritti, 1935-1945. I.”,”Curiel fu estromesso dalla redazione della rivista fascista ‘Il Bò’ per motivi razziali (1938) (pag XXXVI) (dal 1935 era iscritto al Pci) ‘L’Anschluss’. “”Il duce ha affermato che «l’interesse dell’Italia all’indipendenza dello Stato federale austriaco esisteva». Ma di fronte alla fatalità dell’Anschluss l’atteggiamento dell’Italia è stato chiaro e netto, poiché, come il duce osserva, «quando un evento è fatale, vale meglio si faccia con voi piuttosto che malgrado voi, o peggio contro di voi»”” (Il Bò, a. IV, n: 6, 19 marzo 1938) (pag 169) ‘Saluto ai Littoriali’ (Il Bò) (2 aprile 1938) Sul “”Manuale di Bucharin”” (pag 299-317)”,”PCIx-419″
“CURIEL Eugenio, a cura di Filippo FRASSATI”,”Scritti, 1935-1945. II,”,”Sulla morte del ‘mediocre’ Giovanni Gentile: “”Era troppo; non l’ideologo della reazione, ma il lenone nazista fu colpito. Giovanni Gentile non è un martire, non è uno studioso morto al suo posto di lavoro, non è l’assertore di un’idea caduto in combattimento. Niente di quanto ha detto la stampa venduta. Giovanni Gentile è un mediocre vacuo retore, giustiziato perché ha tradito la patria”” (‘Senza necrologio’, Bollettino del Fronte della Gioventù’, a. I, n. 5, maggio 1944) (“”Fronte della cultura””) Giovanni Gentile fu giustiziato da GAP di Firenze nell’aprile 1944 (cfr. l’articolo di Concetto Marchesi in ‘La Nostra Lotta’, n. 9 maggio 1944″,”PCIx-420″
“CURIEL Eugenio”,”Sul «manuale» di Bucharin. I, II. Estratto da ‘Scritti, 1935-1945’, volume I, a cura di Filippo Frassati.”,”Trascrizione del manoscritto di Curiel (non rintracciato) fatto da L. Gasparini a Ventotene… Alcune parole venivano usate convenzionalmente per evitare la censura da parte della polizia. Così dottrina sta per ‘materialismo storico’, Autore per Bucharin, marxismo e altri termini sono sostituiti da altre espressioni Frasi del tenore: “”Sottrarre il patrimonio ideologico del proletariato alla vanificazione che l’idealismo ha compiuto dell’ideologia borghese e che tende a compiere anche in seno all’ideologia proletaria: ecco la giusta esigenza dell’Autore [Bucharin], ma egli non riuscirà che ad un aborto scientista mascherato di qualche lustra dialettica e questo per non avere trovato nella dottrina le armi ceritiche contro l’idealismo, preferendo di prenderle a prestito da grossolane e decadenti ideologie borghesi. Questo è l’assunto del nostro lavoro”” (pag 309) Scientismo (Treccani): scientismo Il particolare atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste scienze. Il termine fu coniato in Francia nella seconda metà dell’Ottocento e si diffuse poi altrove, avendo di volta in volta significato positivo o negativo: si designarono polemicamente come scientisti (e di conseguenza come antimetafisici) i positivisti (per es., H. Taine); di contro impiegarono spregiativamente il termine coloro che, come E. Boutroux, vedevano nel determinismo positivistico e nell’affermazione dell’oggettiva necessità delle leggi naturali, estese anche al mondo umano, l’espressione di un rigido dogmatismo. Oggi il termine è usato solo nel suo significato negativo a indicare l’indebita estensione di metodi scientifici ai più diversi aspetti della realtà. Su Leopoldo Gasparini: Istituto: ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI E VENEZIA GIULIA Fondo: Leopoldo Gasparini Buste: 11 Fascicoli: 472 Leopoldo Gasparini, nato a Gradisca d’Isonzo nel 1894, è stato antifascista, dirigente regionale del Pci, direttore del quotidiano “”Il Lavoratore””. Approdato al socialismo nel corso del primo conflitto mondiale, combattuto da giovane ufficiale dell’esercito austro – ungarico, nel primo dopoguerra si impone tra i massimi dirigenti del Partito socialista nel Friuli orientale. Nel 1921 partecipa alla fondazione del Pcd’I e ne diventa il segretario regionale per la Venezia Giulia. Condannato nel 1928 a otto anni di carcere, viene amnistiato alla fine del 1932; allo scoppio della guerra, nel 1940, viene confinato all’isola di Ventotene, ove rimane sino all’agosto 1943. Le condizioni di salute non gli permettono di impegnarsi attivamente nel movimento di liberazione, con i dirigenti del quale rimane tuttavia in costante contatto. Presidente del Cln di Gradisca d’Isonzo, alla liberazione ne viene nominato sindaco. Nel dopoguerra è chiamato prima alla direzione de “”Il Lavoratore””, e in seguito all’insegnamento nella scuola femminile del Pci a Faggetto Lario. Muore nel 1969 senza riuscire a portare a termine quella storia del movimento operaio della Venezia Giulia e del Friuli di cui l’archivio è, in parte, testimonianza e progetto. Il fondo Gasparini, ordinato e consultabile, è composto da 436 fascicoli che contengono, in originale, scritti in gran parte memorialistici e una raccolta di testimonianze di noti esponenti dell’antifascismo e della Resistenza locali. Vi sono inoltre 28 fascicoli di corrispondenze con una diversa numerazione originale, e infine un fascicolo di altre carte, appunti personali e una sintetica autobiografia. Il fondo, che rappresenta forse la più consistente raccolta di notizie storiche riguardanti il movimento operaio della regione, è stato a lungo conservato presso la sede del Pci di Monfalcone. Nel 1996 è stato versato all’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli e Venezia Giulia di Trieste da Vincenzo Marini, Banfi. Un dettagliato inventario del fondo è stato pubblicato nel 1987. Nota bibliografica: Marini Vincenzo, Fondo archivistico Leopoldo Gasparini, Centro regionale di documentazione “”L. Gasparini””, Monfalcone, s.e., 1987, pp. 92 Nota bibliografica: Puppini Marco (a cura di), Leopoldo Gasparini e il lungo novecento isontino, Gorizia, Grafica goriziana, 1999″,”BUCS-032″
“CURIEL Eugenio”,”Classi e generazioni nel secondo risorgimento.”,”””Di agiata famiglia ebrea, aveva dedicato allo studio l’adolescenza, conseguendo con un anno d’anticipo la licenza liceale. Di ingegno vivacissimo, aveva frequentato, per volere del padre, il primo biennio di Ingegneria a Firenze. Si era poi iscritto al Politecnico di Milano, ma lo aveva lasciato per tornare a Firenze a seguire i corsi di Fisica. Completò questi studi a Padova, laureandosi (110/110 e lode), a soli 21 anni, con una tesi sulle disintegrazioni nucleari. Assistente del professor Laura, si diede negli anni tra il 1933 e il 1934 anche agli studi filosofici ed approdò, non senza un processo critico, al marxismo. Di qui, nel 1936, la prima presa di contatto di Curiel con il Centro estero del Partito comunista, a Parigi. Nel 1937 il giovane intellettuale assume la responsabilità della pagina sindacale del “Bò”, il giornale universitario di Padova. Ma quell’impegno nella “attività legale” dura poco. Nel 1938 Curiel, a seguito delle leggi razziali, è sollevato dall’insegnamento e si trasferisce a Milano. Qui prende contatti con il Centro interno socialista e con vari gruppi antifascisti, ma il 23 giugno del 1939 viene arrestato da agenti dell’Ovra. Qualche mese nel carcere di San Vittore, il processo e la condanna a cinque anni di confino a Ventotene. Nell’isola, dove arrivano operai, antifascisti, garibaldini di Spagna – attraverso una sorta di “università proletaria” nella quale anche Curiel insegna, come dimostrano gli appunti ritrovati delle sue lezioni – si formano i quadri che organizzeranno la Resistenza. Il 21 agosto del 1943 anche Curiel, per sofferta decisione del governo Badoglio, lascia Ventotene. Torna in Veneto, ritrova vecchi amici e collaboratori, indica loro la via della lotta armata e infine ritorna a Milano. Qui dirige, di fatto, l’Unità clandestina e la rivista comunista La nostra lotta, tiene i contatti con gli intellettuali antifascisti, promuove tra i giovani resistenti la costituzione di un’organizzazione unitaria: il “”Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà””. Il mattino del 24 febbraio 1945, a due mesi dalla Liberazione, mentre si sta recando ad un appuntamento, Eugenio Curiel viene sorpreso in piazzale Baracca da una squadra di militi repubblichini guidati da un delatore; non tentano nemmeno di fermarlo: gli sparano una raffica quasi a bruciapelo. Il giovane – si rialza, si rifugia a fatica in un portone, ma qui viene raggiunto e finito dai fascisti. Il giorno dopo, sulla macchia rimasta, una donna spargerà dei garofani. Questa la motivazione della decorazione alla memoria del giovane antifascista comunista: “”Docente universitario, sicura promessa della scienza italiana fu vecchio combattente, seppur giovane d’età, nella lotta per la libertà del popolo. Chiamò a raccolta, per primo, tutti i giovani d’Italia contro il nemico nazifascista. Attratta dalla sua fede, dal suo entusiasmo e dal suo esempio, la parte migliore della gioventù italiana rispose all’appello ed egli seppe guidarla nell’eroica lotta ed organizzarla in quel potente strumento di liberazione che fu il Fronte della gioventù. Animatore impareggiabile è sempre laddove c’è da organizzare, da combattere, da incoraggiare. Spiato, braccato dall’insidioso nemico che vedeva in lui il più pericoloso avversario, mai desisteva dalla lotta. Alla vigilia della conclusione vittoriosa degli immensi sforzi del popolo italiano cadeva in un proditorio agguato tesogli dai sicari nazifascisti. Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana di eroismo, di amore per la Patria e per la Libertà”” (Anpi)”,”PCIx-015-FB”
“CURLI Barbara”,”Italiane al lavoro, 1914-1920.”,”CURLI Barbara insegna storia dell’ integrazione europea nel corso di perfezionamento in studi europei dell’ Università di Firenze e nel Master in economia e storia dell’ impresa ICSIM (Istituto per la cultura e la storia d’ impresa) di Terni. E’ autrice di saggi di storia economica italiana e internazionale. “”L’ economia urbana di guerra può essere, in pratica, assimilata a un’ economia urbana differenziata, che offrì per la prima volta a un grande numero di donne una domanda di lavoro diversificata e un relativamente più ampio ventaglio di opportunità lavorative individuali. L’ urbanizzazione femminile avvenne in un contesto fortemente influenzato dallo stato di guerra. A partire dal 1916 si aprì infatti una fase di piena occupazione e di elevati livelli di domanda di lavoro femminile, sia nelle occupazioni relativamente meglio retribuite (operaie nelle fabbriche di munizioni) sia in quelle più tradizionali e arrangiate che costituivano il lavoro occasionale femminile urbano, sia nelle mansioni impiegatizie e nei servizi pubblici.”” (pag 63)”,”CONx-135″
“CURLI Barbara”,”Woodrow Wilson.”,”Riporta il testo dei 14 Punti di Wilson (pag 72-73) Barbara Curli insegna Storia contemporanea e Storia internazionale all’Università di Torino. E’ direttore della rivista ‘Il Mestiere di storico’. Attriti tra Stati Uniti e Germania per attacchi sottomarini a navi trasporti civili neutrali e scuse del governo tedesco per gli affondamenti (pag 41-42) proposte di negoziati per fermare il conflitto (pag 47) “”Ma fu subito dopo la rielezione di Wilson in novembre che le vicende della guerra ebbero un’improvvisa accelerazione. Il 21 novembre moriva l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e il successore, il nipote Carlo, si mostrò disponibile a negoziare la fine delle ostilità e a sollecitare i tedeschi in tal senso. Dopo la caduta di Bucarest l’8 dicembre, una Nota congiunta di Berlino e Vienna veniva inviata il 12 dicembre con una proposta di pace (l'””offensiva di pace””, come fu chiamata) che si incrociava con un’analoga iniziativa che Wilson stava preparando in quelle stesse settimane. Il presente offriva la sua mediazione con una ‘Peace Note’ il 18 dicembre: i belligeranti avrebbero dovuto rendere noti i propri obiettivi di guerra (‘war aims’) dei quali si sarebbe discusso in una Conferenza di pace presieduta dallo stesso Wilson. La freddezza con cui Londra e Parigi reagirono a queste iniziative fu comunque temperata dalla volontà di non alienarsi il Presidente americanpo in quel momento, per cui, con la risposta del 12 gennaio 1917, gli Alleati rifiutarono l’offerta di mediazione, ma resero noti i loro obiettivi di guerra (evacuazione e ripristino di Belgio e Serbia, Alsazia e Lorena alla Francia, divisione dell’Austria-Ungheria secondo il principio di nazionalità, richieste di “”garanzie di sicurezza”” al confine franco-tedesco e un posizione favorevole all’idea di una Lega delle nazioni). La reazione fu molto dura in Germania, dove la mossa di Wilson venne interpretata come un pretesto per l’ingresso americano in guerra, anche se la risposta ufficiale fu più morbida: la pace si sarebbe fatta tra belligeranti (un invito, in pratica, agli Usa di tenersi da parte). In realtà, come ha notato Georges-Henri Soutou, il ritorno a una qualche forma di ‘status quo’ prebellico era impossibile, sia perché gli obiettivi di guerra avevano ormai assunto aspetti globali (in Medio Oriente per la Gran Bretagna, nella Mitteleuropa per la Germania), sia perché la guerra totale aveva tra l’altro provocato la rottura di un “”sistema”” di relazioni e di pratiche diplomatiche, tese a localizzare le crisi e a definire i conflitti. Durante la guerra non ci furono negoziati di questo tipo tra belligeranti. Questo degli Imperi centrali del 12 dicembre e il tentativo americano del 18 dicembre, che veniva da un Paese neutrale, furono in pratica gli unici tentativi “”ufficiali”” (ci sarà poi quello del Papa) di porre fine al conflitto. Wilson aveva colto queste novità della guerra. (…) Profeticamente, Wilson proponeva che la pace fosse tra eguali, senza vinti, né vincitori, una “”pace senza vittoria””. (…) Wilson enunciava e ribadiva alcuni principi che avrebbero dovuto ispirare questa pace, e che saranno poi rielaborati e inglobati un anno più tardi nei “”Quattordici punti””: l’adozione su scala globale della dottrina Monroe, cioè rinuncia a “”entangling alliances”” e al dominio di una nazione sull’altra (…)”” (pag 47) Caso Zimmermann “”A fine febbraio veniva reso noto il cosiddetto telegramma di Zimmermann, che era stato inviato dal ministro degli esteri tedesco all’ambasciatore tedesco in Messico il 19 gennaio (che gli inglesi avevano decifrato, ma non avevano subito rivelato per non smascherare i loro codici segreti di decrittazione). Nel telegramma si informava il governo messicano dell’intenzione tedesca di riprendere la guerra sottomarina, ma di cercare allo stesso tempo di tenere gli Usa fuori dal conflitto. Nel caso tale strategia avesse fallito, la Germania proponeva al Messico un’alleanza militare contro gli Usa: in cambio la Germania avrebbe dato al Messico sostegno finanziario e militare e riconosciuto eventuali richieste territoriali a danno degli Usa (New Mexico, Arizona, Texas). Il telegramma suscitò una reazione furibonda in America, come gli inglesi si aspettavano, anche superiore a quella per l’affondamento del ‘Lusitania’”” (pag 51-52)”,”QMIP-184″
“CUROTTI Torquato”,”La Libia. Dalle immigrazioni preistoriche fino ad una ambigua nazionalità in regime di dittatura.”,”CUROTTI Torquato studioso di lingue orientali professore d’arabo nella Scuola tecnica di Siracusa è diventato interprete traduttore per il Ministero delle colonie. Nel 1927 viince il concorso per la cattedra di Lingua Araba (ginnasio di Tripoli). Nel 1945 viene comandato al Ministero degli esteri come Commissario tecnico per l’Oriente e compie missioni in Africa.”,”AFRx-063″
“CURRIE Laurence”,”The bâton in the knapsack. New Light on Napoleon and his Marshals.”,”Nel 1808 Napoleone stabilisce la sua nuova nobiltà attingendola tra i suoi marescialli e i grandi dignitari civili.”,”FRAN-100-FSL”
“CURTIS Helena”,”I virus.”,”CURTIS Helena, americana è una libero professionista dell’ informazione scientifica, è specializzata in biologia. La lotta per un vaccino contro la poliomelite. “”Ivar Wickman, compiendo quello che è considerato uno dei primi capolavori dell’epidemiologia, riuscì a seguire il passaggio del ceppo eccezionalmente virulento del 1905 da una persona all’altra, dimostrando senza possibilità di dubbio che la paralisi infantile era una malattia infettiva. Poco più di un decennio più tardi, nel 1916, gli Stati Uniti furono più tardi infestati da un’epidemia che colpì oltre 27000 persone, uccidendone circa 6000. Nella città di New York, dove durante l’estate di quell’anno morirono 2000 persone, fu imposta la quarantena e le autorità dovettero impedire con la forza alla popolazione in preda al panico di darsi alla fuga come ai tempi della peste nel Medioevo.”” (pag 105-106) Le grandi epidemie. Le pandemie. “”(…) per quanto fosse temuta, la poliomielite non aveva mai mietuto un grande numero di vittime, mentre l’influenza, che non è mai stata presa sul serio, è responsabile delle peggiori stragi. L’epidemia di “”spagnola”” del 1918-19 è stata la peggiore delle grandi pestilenze della storia. Nell’ottobre del 1918, 400.000 americani furono uccisi dall’influenza o dalle sue conseguenze, e nell’inverno successivo la malattia contagiò 500 milioni di persone – “”mezzo mondo”” – di cui 21 milioni di persone con esito mortale. L’epidemia mondiale di “”influenza asiatica”” del 1957-58 fu altrettanto virulenta, ma ormai erano stati scoperti antibiotici capaci di controllare la polmonite batterica che spesso la seguiva e quindi, sebbene la morbilità fosse elevata, almeo negli Stati Uniti morirono soltato i vecchi, gli ammalati o i giovanissimi””. (pag 115)”,”SCIx-269″
“CURTIS Michael”,”La Francia ambigua. 1940-1944: il governo di Vichy.”,”CURTIS Michael è professore di scienze politiche alla Rutgers University. Studioso delle ideologie totalitarie e dei sistemi politici europei e mediorientali si dedica al tema dell’antisemitismo. In inserto fotografico: Foto di Bosquet (segretario generale di polizia) a pranzo con Mitterand “”Solo alla fine della sua vita fu scoperto che François Mitterand da studente aveva avuto a che fare con la Cagoule: aveva venduto il suo giornale nel Quartier Latin e partecipato a dimostrazioni da essa organizzate sebbene, a quanto pare, non ne fosse un affiliato””. (pag 66) “”La carriera politica di Mitterand fu un caso classico di opportunismo, con spostamenti a destra e a sinistra dell’area politica che gli garantivano la possibilità di essere ‘ministrabile’, papabile ministro, e perciò in grado di soddisfare la propria sete di potere””. (pag 300) “”Dopo la fuga, al terzo tentativo, dal campo di prigionia in Germania dove era rimasto internato per un anno e mezzo, Mitterand divenne un funzionario di Vichy””. (pag 301) Non è vero, sostiene l’A, come scrisse nelle sue memorie lo stesso Mitterand, che si sia unito alla resistenza. (pag 301)”,”FRAV-141″
“CURTIS Michael a cura; scritti di G. LICHTHEIM L. COSER Irving HOWE D. CLARK HODGES C.F. ELLIOTT R. LOWENTHAL T.B. BOTTOMORE R.N. CAREW HUNT E. KAMENKA D. BELL N. LOBKOWICZ A. MACINTYRE M. EASTMAN H. SIMPSON H.B. MAYO H.J. HEXTER O. LANGE W. LEONTIEF P.A. SAMAUELSON S. OSSOWSKI R. DAHRENDORF H. ROSENBERG S.M. LIPSET R. TUCKER H. DRAPER C. B. HOOVER G.A. BRINKLEY M. CURTIS”,”Marxism. The Inner Dialogues.”,”Scritti di G. LICHTHEIM L. COSER Irving HOWE D. CLARK HODGES C.F. ELLIOTT R. LOWENTHAL T.B. BOTTOMORE R.N. CAREW HUNT E. KAMENKA D. BELL N. LOBKOWICZ A. MACINTYRE M. EASTMAN H. SIMPSON H.B. MAYO H.J. HEXTER O. LANGE W. LEONTIEF P.A. SAMAUELSON S. OSSOWSKI R. DAHRENDORF H. ROSENBERG S.M. LIPSET R. TUCKER H. DRAPER C. B. HOOVER G.A. BRINKLEY M. CURTIS “”Marx says in ‘The Eighteenth Brumaire’: «Men make own history, but they do not make it of their free will, under conditions chosen by themselves, but under such conditions as they find at hand, given and handed down. The tradition of all dead generations weight like a nightmare upon the brain of the living». And he goes on to illustrate this idea out of the revolutionary history of France. Marx is concerned here not with the force of things external to man, the natural environment, but with the force of tradition, itself the work of man. Certainly, history is made by men in accord with their own nature – it certainly cannot be made by them in accord with the nature of some other being – but under conditions not of their choice. (And that is why Eastman’s great plan of social engineering is a wild, utopian chimera). In his complete lack of understanding of Marxism, Eastman finds himself caught in the antediluvian contradiction: nature of man – nature of things, as though there were a nature of man beyond space and time, independent of the physical and social environment. Third error. Eastman quotes Engels as follows: «All successive historic conditions are only places of pilgrimage in the endless evolutionary progress of human society from the lower to the higher». This sounds optimistically evolutionary, and Eastman rises righteous indignation. This time I cannot guess the source of the quotation, but I am willing to accept it as it stands, for I know how this matter of human evolution appeared to the author of the ‘Anti-Dühring’ and ‘The Evolution of the Family, the State, and Private Property’. – Looking back over the human past Engels saw an evolution – with many long interruptions and even regressions – from the formless horde to the organized tribe, feudalism, city-state, nation-state, empire; from self-sufficient small communities to world-commerce; from primitive agriculture and petty handicraft to the capitalistic great industry, which breaks through the barriers of nations and states, renders class division and class exploitation superfluous, and leads ultimately to the world community – communism. The driving force in the successive transformation he saw in the evolution of the instruments of production and exchange, which at one stage led to the coalescence of hordes into the tribe, at another stage broke up the tribe and gave rise to classes and class conflicts, states, and wars. At one stage it did away with communal property in the land, at another stage it renders private property in land and instrument of production a barrier to the further development of the productive forces. – This transparently simple; realistic conception appears to Eastman so “”mysterious”” that he can account for it only by Engels’ addiction to an ancient Greek “”parlor game”” [Herman Simpson, ‘In Support of the Marxian Dialectic’] [(in) Michael Curtis a cura, ‘Marxism. The Inner Dialogues’, New Brunswick, 1997] (pag 188-189) Critica della critica di Max Eastman a Engels sull’evoluzione umana”,”MAES-165″
“CURTISS John Shelton a cura; saggi di David Marshall LANG Alexander KUCHEROV Francis B. RANDALL Michael B. PETROVICH Robert F. BYRNES Marc SZEFTEL David JORAVSKY Samuel H. BARON Kermit E. McKENZIE M.W. MIKULAK Bertram D. WOLFE Ruth Amende ROOSA Robert H. McNEAL Robert H. Albert RESIS William KOREY Warren LERNER Paul H. ARON Theodore H. von LAUE Thomas T. HAMMOND”,”Essays in Russian and Soviet History. In Honor of Geroid Tanquary Robinson.”,”saggi di David Marshall LANG Alexander KUCHEROV Francis B. RANDALL Michael B. PETROVICH Robert F. BYRNES Marc SZEFTEL David JORAVSKY Samuel H. BARON Kermit E. McKENZIE M.W. MIKULAK Bertram D. WOLFE Ruth Amende ROOSA Robert H. McNEAL Robert H. Albert RESIS William KOREY Warren LERNER Paul H. ARON Theodore H. von LAUE Thomas T. HAMMOND Contiene i saggi di S.H. BARON (Plechanov e la rivoluzione del 1905), Kermitt E. McKENZIE (Lenin e la Dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e contadini), M.W. MIKULAK (Lenin e il partito della natura della filosofia della scienza, empiriocriticismo), Bertram D. WOLFE (Socialismo francese, teoria tedesca e la fondazione delle internazionali socialiste), A. RESIS (La politica del Comintern verso il movimento sindacale internazionale), W. KOREY (Zinoviev sulla rivoluzione d’Ottobre tedesca del 1923), W. LERNER (Karl Radek e la rivoluzione cinese del 1925-27), Paul H. ARON (M.N. Pokrovskij e l’impatto del primo piano quinquennale sulla storiografia sovietica). “”The “”revolutionary democratic dictatorship of the proletariat and peasantry”” is at best a difficult concept. let us see whether Lenin adequately clarified what he meant by this formula. A leading Menshevik Martynov, published in January 1905 a work entitled ‘Two Dictatorships’ (‘Dve Diktatury’). In this work Martynov insisted that Russian Social Democracy could not play the role of a Jacobin party in the coming revolution. He further emphasized that no part in a revolutionary government should be taken by the proletariat, i.e., by the Russian Marxists. In Martynov’s view, governmental power in the hands of the proletariat could only cause an abnormal situation in which the proletariat would seek to use power for its own aims and would therefore incorrectly attempt to introduce socialism during a bourgeois revolution (1). Lenin proceeded to criticize severely these opinions of a leading Menshevik adversary and advanced the opposing idea of Social-Democratic participation in a temporary revolutionary government, which he came to designate as the “”revolutionary democratic dictatorship of the proletariat and peasantry””. He attacked as essentially contradictory and self-defeating Martynov’s view that the Russian Social Democrats should abstain from such a government but at the same time could remain the party of “”extreme revolutionary opposition””, seeking to win the maximum benefit from the revolution. In ‘Two Tactics’ Lenin accused the Mensheviks of gross inconsistency. How, he asked, could the party carry out the role of extreme revolutionary opposition without joining in the temporary revolutionary government? (2). The Mensheviks were doubly inconsistent in their belief that the Social-Democratic party could usefully participate in revolutionary governments at the local level. The Mensheviks, Lenin wrote in ‘Two Tactics’, openly recognized as appropriate “”episodical”” seizures of power and the formation of revolutionary communes at the local level, with the exclusive aim of spreading the revolution and disorganizing further the Tsar’s government (3). Lenin seemed to explode in fury. “”What distinguishes””, he asked, “”the ‘appropriateness’ of a partial ‘seizure of power’ in a town o region from participation in a temporary revolutionary government of the entire country? (4). In ‘Two Tactics’, Lenin also dealt with another Menshevik objection, namely, that his “”democratic dictatorship”” presupposed a “”united will”” of the proletariat and the (petty-bourgeois) peasantry. According to the Mensheviks, a “”united will”” of proletariat and peasantry was impossible, since the proletariat aimed for socialism and the peasant was essentially a petty capitalist. Lenin’s answer envisaged indeed a “”united will”” of the “”democratic dictatorship””, but united only in its opposition to the Russian past-autocracy, serfdom, monarchy, privileges – and not united in its plans for the Russian future – the struggle against private property and for socialism. The alliance with the peasantry in the “”democratic dictatorship”” was to be only temporary, Lenin declared (5)”” (pag 158-159) [Kermit E. McKenzie, ‘Lenin’s “”Democratic Dictatorship of the Proletariat and Peasantry””‘][(in) ‘Essays in Russian and Soviet History. In Honor of Geroid Tanquary Robinson’, a cura di J.S. Curtiss, Leiden, 1963] [(1) See the editors’ notes in ‘Sochineniia’, VII, 455-57; (2) ‘Dve taktiki’, ibid, VIII, 77-79; (3) Ibid. p. 79; (4) Ibid, p. 80; (5) Ibid. 84-85]”,”RIRx-179″
“CURTIUS Ernst Robert, a cura di Lea RITTER SANTINI”,”Letteratura della letteratura. Saggi critici.”,”Ernst Robert Curtius (1886-1956), discepolo di Gustav Gröber, ha insegnato Lingue e letterature romanze nell’Università di Marburg dal 1920 al 1924, a Heidelberg dal 1924 al 1929 e poi a Bonn dal 1929 al 1951.”,”VARx-121-FL”
“CURTIUS Ernst Robert, a cura di Roberto ANTONELLI”,”Letteratura europea e Medio Evo latino.”,”Ernst Robert Curtius (1886-1956), discepolo di Gustav Gröber, ha insegnato Lingue e letterature romanze nell’Università di Marburg dal 1920 al 1924, a Heidelberg dal 1924 al 1929 e poi a Bonn dal 1929 al 1951.”,”EURx-090-FL”
“CUSIN Fabio”,”Antistoria d’ Italia. Una demistificazione della storia ufficiale. Un’ Italia sotto luce diversa.”,”Nato a Trieste nel 1904, Fabio CUSIN è morto nel 1955. Fu ordinario di storia medioevale e moderna all’università di Urbino. Tra le sue opere, oltre a questa ‘Antistoria’ ha scritto un’opera su Trieste dal titolo ‘Venti secoli di bora sul Carso e sul golfo’ che si distingue per il livello del lavoro sulle fonti e per l’ impostazione anti-irrendentistica. Nel corso della sua lunga ricerca, lo storico ha seguito coloro che si attengono al criterio realistico nell’apprezzamento del fatto politico: Gaetano MOSCA e ancor più, PARETO per il suo pessimismo radicale, diventano per lui punti fermi di riferimento. Tesi: faciloneria e superficialità del Capo e becerismo piccolo-borghese dei suoi gregari”,”ITAF-062″
“CUSIN Fabio”,”Appunti alla storia di Trieste.”,”””Le ragioni geografiche suesposte spiegano ancora la ragione del particolarismo triestino”” (pag 23) “”L’ influenza degli interessi economici nella vita storica non è da confondersi con quelli di carattere strettamente mercantile. Gli interessi economici rappresentano la base necessaria alla vita reale dei popoli, interessi che nessun reggimento politico può contrastare. Non così gli interessi mercantili chè, per quanto utili nella loro attività, non possono in alcun modo imporsi sulle altre esigenze umane come elemento informatore di tutta la condotta politica di un popolo. Troppo spesso e ripetutamente vennero confusi a Trieste gli interessi di una classe o di un gruppo commerciale con quelli dell’ intera città””. (pag 222)”,”ITAG-120″
“CUSUMANO Michael A.”,”The Japanese Automobile Industry. Technology & Management at Nissan & Toyota.”,”””Ma nel 1954 il collasso del sindacato industriale nell’ industria automobilistica giapponese non fu un infortunio; esso fu pianificato e ben orchestrato”” (pag 381)”,”JAPE-010″
“CUTRUFELLI Maria Rosa”,”Il cliente. Inchiesta sulla domanda di prostituzione.”,”‘I clienti di Lady Roxana (un romanzo di Defoe, inizi del ‘700) sono uomini facoltosi, principi, gentiluomini. Essi spendono molte parole, oltre che molti soldi, per avere Roxana (…)”” (pag 64) Maria Rosa Cutrufelli, nata a Messina, si è laureata a Bologna in estetica. Giornalista si occupa della questione femminile. Ha scritto tra l’altro: ‘Operaie senza fabbrica’ (1977).”,”DONx-043″
“CUTRUFELLI Maria Rosa DONI Elena GIANINI-BELOTTI Elena LILLI Laura MARAINI Dacia DI-SAN-MARZANO Cristina SERRI Mirella VALENTINI Chiara, ricerca storica a cura di Luisa RIGHI”,”Piccole italiane. Un raggiro durato vent’anni.”,”Maria Rosaria Cutrufelli e le altre autrici sono scrittici e giornaoliste che fanno parte del gruppo Controparola. “”La Chiesa e il regime su una cosa furono d’accordo, sul censuerare e impedire ogni anche timida informazione sui metodi anticoncezionali”” (diversamente da ciò che accadeva negli altri paesi europei (pag 14) (introduzione)”,”DONx-007-FSD”
“CUVILLIER Armand”,”P.J.B. Buchez et les origines du socialisme chretien.”,”BUCHEZ, medico e uomo politico francese (Matagne-la-Petite, Ardenne, 1796-Rodez 1865). Fu con BAZARD uno dei fondatori della carboneria francese; compromesso nella cospirazione di Belfort nel 1821, sfiorò la pena di morte. Aderì al sansimonismo da cui si allontanò per creare un movimento neocattolico, basato su una teoria social-cristiana di cui diffuse le idee attraverso la sua rivista ‘L’Européen’ (1831) e il periodico ‘L’Atelier’. Contrario al colpo di Stato di Napoleone III, fu arrestato nel 1851. Scrisse alcuni trattati tra cui: ‘Introduction à la science de l’histoire ou science du développement de l’humanité’ (1833); ‘Essai d’un traité complet de philosophie du point de vue du catholicisme et du progrès social’ (1839); ‘Traité de politique et de science sociale’ (postumo, 1866).”,”RELC-054″
“CUVILLIER Armand a cura; scritti di Raymond ARON Gaston BACHELARD Georges BATAILLE Maurice BLONDEL Emile BREHIER Albert CAMUS Pierre FOUGEYROLLAS Roger GARAUDY Jean GUITTON Jean HYPPOLITE Vladimir JANKELEVITCH André LALANDE Henri LEFEBVRE Claude LEVI-STRAUSS Lucien LEVY-BRUHL André MALRAUX Jacques MARITAIN Maurice MERLEAU-PONTY Emmanuel MOUNIER Jean PIAGET Paul RICOEUR Maximilien RUBEL Jean-Paul SARTRE Pierre TEILHARD DE CHARDIN Simone WEIL e altri”,”Anthologie des philosophes francais contemporains.”,”scritti di Raymond ARON Gaston BACHELARD Georges BATAILLE Maurice BLONDEL Emile BREHIER Albert CAMUS Pierre FOUGEYROLLAS Roger GARAUDY Jean GUITTON Jean HYPPOLITE Vladimir JANKELEVITCH André LALANDE Henri LEFEBVRE Claude LEVI-STRAUSS Lucien LEVY-BRUHL André MALRAUX Jacques MARITAIN Maurice MERLEAU-PONTY Emmanuel MOUNIER Jean PIAGET Paul RICOEUR Maximilien RUBEL Jean-Paul SARTRE Pierre TEILHARD DE CHARDIN Simone WEIL e altri”,”FILx-176″
“CUZZI Diego”,”Breve storia dell’ENI. Da Cefis a Girotti.”,”CUZZI Diego ha studiato geologia ed economia a Roma. Per quindici anni è stato dirigente nella Confindustria, nell’ENI di Cefis e nalla Sir di Rovelli. Poi ha avuto la direzione di un istituto finanziario della Regione Lazio”,”ITAE-251″
“CUZZI Diego”,”Breve storia dell’Eni da Cefis a Girotti.”,”Diego Cuzzi ha studiato geologia ed economia aq Roma. Per quindici anni è stato dirigente nella Confindustria, nell’Eni di Cefis, nella SR di Rovelli. Ora dirige un importante istituto finanziario della Regione Lazio.”,”ECOG-011-FL”
“CUZZI Diego”,”Breve storia dell’ ENI. Da Cefis a Girotti.”,”Diego Cuzzi ha studiato geologia ed economia a Roma. Per quindici anni è stato dirigente nella Confindustria, nell’ENI di Cefis e nalla Sir di Rovelli. Poi ha avuto la direzione di un istituto finanziario della Regione Lazio.”,”ITAE-015-FSD”
“CVIIC Christopher”,”Rifare i Balcani.”,”CVIIC Christopher di origini croate vive e lavora in Gran Bretagna dove risiede dal 1954. Collaboratore del Royal Institute of International Affairs di Londra e curatore del ‘The Wolrd Today’ è stato anche corrispondente dell’Economist per l’area dell’Europa orientale centrale. “”Nel ‘Manifesto’ comunista, Marx ed Engels scrivevano: ‘I lavoratori non hanno nazionalità””. Grazie al loro realismo politico, essi accettarono l’ipotesi che la rivoluzione del proletariato fosse possibile nell’ambito di un sistema nazionale, all’interno di singoli stati. Essi non ritenevano tuttavia che le nazioni potessero continuare ad esistere anche dopo la fase rivoluzionaria. “”Le differenze e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno via via scomparendo”” dichiarava il ‘Manifesto’, e “”la supremazia del proletariato li farà scomparire ancora di più””. Marx ed Engels relegarono la questione della nazionalità ad un’importanza del tutto marginale per quanto essa costituisse ancora uno dei problemi principali in paesi come, ad esempio, la Germania o l’Italia, che non avevano ancora completato il proprio processo di unificazione. Marx ed Engels riposero le proprie speranze nella coscienza di classe internazionalista del proletariato industriale dell’Europa occidentale””. (pag 21)”,”EURC-110″
“CVIIC Christopher”,”Rifare i Balcani.”,”Christopher Cviic, di origini croate, vive e lavora in Gran Bretagna, dove risiede dal 1954. Collaboratore del Royal Institute of International Affairs di Londra e curatore di ‘The World Today’, è stato anche per molti anni corrispondente dell’Economist per l’area dell’Europa centrale e orientale.”,”EURC-037-FL”
“C.W.W.”,”La relatività e il Signor Robinson.”,”””Si direbbe che la sola realtà obbiettiva sia lo spazio-tempo, ed è relativamente senza importanza il modo di dividerla in spazio e tempo. Il demagogo da piazza che soleva dire: «Io vi seguirò, se voi mi seguirete», non diceva una cosa impossibile, come immaginavano i suoi critici. «Forse dovrei chiarire l’asserzione che la sola cosa reale è lo spazio-tempo. (…)”” (pag 112)”,”SCIx-019-FV”
“CYR Frédéric”,”Rebelle devant les extrêmes: Paul Levi, une biographie politique.”,”Paul Levi (1883-1930), repubblica di Weimar (1918-1933)”,”MGER-153″
“CZAPINSKI, presentazione”,”Sur l’ ordre deu Maréchal Pilsudski. L’ enfer de Brest-Litovsk devant le Sejm polonais. Texte de l’ Interpellation.”,”Testo dell’ interpellanza dei deputati del gruppo parlamentare del partito socialista polacco (PPS) del gruppo parlamentare dei deputati agrari (partito agrario, partito della liberazione, partito Piast), del gruppo del partito nazionale operaio e del gruppo dei democratici cristiani, presentato dal deputato Czapinski il 16 dicembre 1930 alla seduta del Sejm. L’ arresto e il pestaggio di H. Liebermann. “”Le persone arrestate furono illegalmente rinchiuse nella prigione militare di Brest-Litovsk, diretta dalle autorità militari ed in particolare dal colonnello Kostek Biernacki, che fu ivi inviato in modo speciale in questa occasione – e questo, benché tutti fossero dei civili che erano perseguiti su ordine delle autorità civili.”””,”POLx-028″
“CZARTORYSKI Adam”,”Mémoires du Prince Adam Czartoryski et correspondance avec l’Empereur Alexandre Ier. Tome premier.”,”Czartoryski. Uomo di stato polacco (Varsavia 1770 – Montfermeil, Francia, 1861); figlio di Adam e Izabela Fleming; dopo le spartizioni della Polonia si propose di sollevarne le condizioni attraverso un miglioramento dei rapporti con la Russia. Amico del granduca Alessandro, quando questi salì al trono di Russia ne fu ascoltato consigliere e ministro influente, soprattutto in senso ostile a Napoleone. Esonerato dalla carica (1807), ritornò al fianco dello zar nei congressi successivi al crollo napoleonico, ritirandosi a vita privata nel 1817. Prese di nuovo parte alla vita politica in occasione della rivoluzione del 1830, nella quale cercò di far prevalere le idee moderate di una intesa con la Russia, ma di fronte alla reazione di Nicola I dovette rifugiarsi a Londra e quindi a Parigi. Dalla sua dimora, l’Hôtel Lambert, fu per un trentennio al centro di una vasta azione cospirativa degli emigrati polacchi di tendenza monarchico-conservatrice contro la Russia e l’Austria. Il proposito di far vivere la “”questione”” polacca, suscitando l’interesse delle grandi potenze alla ricostituzione della Polonia, condusse i polacchi del Cz. non solo ad appoggiare tutti i movimenti nazionali contro l’Austria, ma anche a mescolarsi a tutti i tentativi insurrezionali (Egitto, Belgio, Caucaso, Balcani) e soprattutto, nel 1848-49, a quello ungherese. Oltre che per la sua attività di uomo di stato, il Cz. ha un posto di rilievo nella storia della cultura polacca per il suo mecenatismo e per varie opere, la più significativa delle quali è il poema elegiaco Bard polski (“”Il bardo polacco””, 1840). (Trec)”,”QMIx-013-FSL”
“CZARTORYSKI Adam”,”Mémoires du Prince Adam Czartoryski et correspondance avec l’Empereur Alexandre Ier. Tome seconde.”,”Czartoryski. Uomo di stato polacco (Varsavia 1770 – Montfermeil, Francia, 1861); figlio di Adam e Izabela Fleming; dopo le spartizioni della Polonia si propose di sollevarne le condizioni attraverso un miglioramento dei rapporti con la Russia. Amico del granduca Alessandro, quando questi salì al trono di Russia ne fu ascoltato consigliere e ministro influente, soprattutto in senso ostile a Napoleone. Esonerato dalla carica (1807), ritornò al fianco dello zar nei congressi successivi al crollo napoleonico, ritirandosi a vita privata nel 1817. Prese di nuovo parte alla vita politica in occasione della rivoluzione del 1830, nella quale cercò di far prevalere le idee moderate di una intesa con la Russia, ma di fronte alla reazione di Nicola I dovette rifugiarsi a Londra e quindi a Parigi. Dalla sua dimora, l’Hôtel Lambert, fu per un trentennio al centro di una vasta azione cospirativa degli emigrati polacchi di tendenza monarchico-conservatrice contro la Russia e l’Austria. Il proposito di far vivere la “”questione”” polacca, suscitando l’interesse delle grandi potenze alla ricostituzione della Polonia, condusse i polacchi del Cz. non solo ad appoggiare tutti i movimenti nazionali contro l’Austria, ma anche a mescolarsi a tutti i tentativi insurrezionali (Egitto, Belgio, Caucaso, Balcani) e soprattutto, nel 1848-49, a quello ungherese. Oltre che per la sua attività di uomo di stato, il Cz. ha un posto di rilievo nella storia della cultura polacca per il suo mecenatismo e per varie opere, la più significativa delle quali è il poema elegiaco Bard polski (“”Il bardo polacco””, 1840). (Trec)”,”QMIx-014-FSL”
“CZOBEL A. KAHN C.”,”Karl Marx as Labor Defender, 1848-1871.”,”””Ci sono annotazioni di Marx sui taccuini e pcicole informazioni su atti individuali di traditori della causa del proletariato, che possono fare luce sulle attività dei riformisti francesi del tempo – Tolen e Louis Blanc – le cui politiche opportunistiche e traditrici contribuirono non solo alla disfatta del proletariato ma pure aiutarono i macellai nell’ organizzazione del terrore bianco controrivoluzionario. Non sappiamo perché questo grande compito di preparare queti materiali – un compito su cui Marx lavorò durante l’ estate del 1871 non fu finito o perché tutto questo materiale di straordinario valore non fu usato per ciò che Marx intendeva fare – ovvero una base per un nuovo e secondo atto d’ accusa di Versailles.”” (pag 42)”,”MADS-373″
“CZOBEL E. MITIN M. JEGORSCHIN W. TELESCHNIKOW F. ROSENBERG D. BUIDKIEWTSCH S. SCHILLER F. TSCHEMODANOW N. e R. SCHOR, redazione a cura di Willi SCHULZ”,”Friedrich Engels der Denker und Revolutionär.”,”Die Redaktion dieser ausgabe besorgte Willi Schulz”,”MAED-450″
“D’ ARSAC J.”,”La guerre civile et la commune de Paris en 1871. Suite au Mémorial du siége de Paris par J. D’Arsac. / Les conciliabules de l’ Hotel de Ville. Comptes-rendus des séances du Comité central et de la Commune.”,”‘Dixiéme journée. 27 mars. Le nombre des votants aux élections d’hier n’a pas dépassé 150.000. La dernière liste électorale, dressée régulièrement, portait plus de 400.000 électeurs inscrits dans les vingt arrondissements de Paris. Dans dix arrondissements de Paris, les conseillers élus ont été nommés à une majorité de 2 à 7.000 voix, représentant en moyenne le vingt-cinquième de la population du quartier et le sixième des électeurs. Dans trois arrondissements, le premier élu n’a pas obtenu 3.000 voix; dans deux, il n’en a pas obtenu 4.000. On n’a voté avec zèle que dans cinq ou six arrondissements extrèmes. Ces chiffres portent avec eux leur enseignement. Le comité central est désavoué non seulement par une immense abstention, mais encore par une sérieuse opposition; 90 électeurs au plus ont voté pour les émeutiers. La population de Paris n’est pas avec l’ insurrection.”” (pag 137) (Ma gli aventi diritto al voto non rappresentavano allora che una minima parte della popolazione di Parigi, ndr)”,”MFRC-126″